L’annuncio di Mark Zuckerberg: "Facebook non suggerirà più gruppi politici agli utenti"

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L’amministratore delegato del social network ha annunciato che la piattaforma non raccomanderà più ai propri iscritti gruppi a tema politico. "Intendiamo mantenere i gruppi civici e politici al di fuori dei suggerimenti per lungo tempo ed espandere questa politica a livello globale", ha dichiarato, aggiungendo che il social network ridurrà anche i contenuti politici nei principali 'news feed' degli utenti per contribuire ad "abbassare la temperatura e scoraggiare una conversazione divisiva”

L’amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, ha annunciato che la piattaforma non raccomanderà più agli utenti gruppi a tema politico. "Intendiamo mantenere i gruppi civici e politici al di fuori dei suggerimenti per lungo tempo ed espandere questa politica a livello globale", ha dichiarato in una teleconferenza, aggiungendo che il social network ridurrà anche i contenuti politici nei principali 'news feed' degli utenti per contribuire ad "abbassare la temperatura e scoraggiare una conversazione divisiva”.

Trimestre oltre le attese

Facebook è andata intanto oltre le attese a livello economico. Il social network ha chiuso gli ultimi tre mesi del 2020 con ricavi in aumento a 21,08 miliardi di dollari e un utile balzato del 52% a 11,22 miliardi di dollari. A spingere i conti è stato lo shopping online durante il Natale l'aumento dell'uso della piattaforma con la pandemia che si è tradotto in un salto in avanti della pubblicità. I risultati record rischiano di attirare l'attenzione dei critici ancora di più su Facebook perché potrebbe essere la 'prova' del suo eccessivo potere di mercato.

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Le critiche dopo la sospensione dell’account di Trump

Il social è infatti nel mirino delle autorità europee e di quelle degli Stati Uniti, dove la Federal Trade Commission e 46 Stati hanno avviato un'azione antitrust contro la società accusata di soffocare la concorrenza. Ma le grane per Facebook potrebbero arrivare anche da una Washington tutta democratica e dalla volontà di molti legislatori di mettere un freno ai social. La decisione di Facebook di sospendere Donald Trump dopo l'assalto al Congresso ha infatti aperto un acceso dibattito sulla forza eccessiva dei social e sulla loro capacità di 'censura'. Molti critici sostengono infatti che lo stop dell'ex presidente - fermato anche da Twitter, Google e Amazon - sia stato un attacco alla libertà di espressione compiuto da un gruppo ristretto di miliardari liberal della Silicon Valley. La decisione di sospendere Trump è stata inviata alla cosiddetta 'Corte Suprema' di Facebook che la valuterà e determinerà se Trump può tornare o meno.

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