Facebook, i contenuti che negano l'Olocausto saranno rimossi

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A partire dalla fine del 2020, come precisato dall'azienda, chiunque cerchi "Olocausto" nella barra di ricerca di Facebook verrà indirizzato verso delle informazioni date da fonti autorevoli

Facebook, in un comunicato pubblicato sulla newsroom ufficiale, ha annunciato di aver aggiornato il suo regolamento aziendale riguardante l’incitamento all’odio con il divieto di pubblicazione di qualsiasi contenuto che neghi l’Olocausto o ne alteri i fatti. 

“L’annuncio di oggi segna un altro passo nel nostro impegno per combattere l'odio nei nostri servizi”, annuncia l’azienda. A partire dalla fine del 2020, come precisato dalla stessa Facebook, chiunque cerchi "Olocausto" nella barra di ricerca di Facebook verrà indirizzato verso delle informazioni corrette date da fonti autorevoli. La mossa arriva in un momento particolarmente delicato per i social network, messi alle strette sulla disinformazione e i discorsi d’odio in vista delle ormai prossime elezioni statunitensi. 

L’annuncio di Facebook 

 

“La nostra decisione è supportata dall'aumento ben documentato dell'antisemitismo a livello globale e dall'allarmante livello di ignoranza sull'Olocausto, soprattutto tra i giovani”, precisa il gruppo, pubblicando i risultati di un sondaggio condotto tra i giovani statunitensi (di età compresa tra i 18 e i 39 anni), dal quale è emerso che quasi un quarto del campione si è dichiarato titubante rispetto all’Olocausto, definendolo un “mito”, o più in generale una tragedia “finta o esagerata”. 

L'applicazione di queste politiche, come specificato dall’azienda, “non può avvenire dall'oggi al domani. Esiste una serie di contenuti che possono violare queste norme e ci vorrà del tempo per addestrare i nostri revisori e sistemi sull'applicazione”. 

 

Il commento di Zuckerberg

 

In un post pubblicato sul social network, il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha dichiarato: “Ho faticato a lungo con la tensione tra la difesa della libertà di espressione e il danno causato dal minimizzare o negare l'orrore dell'Olocausto”. “Il mio pensiero, così come le nostre politiche più ampie sull’incitamento all’odio, si sono evolute quando ho visto i dati che mostrano un aumento della violenza antisemita”, ha commentato, motivando il cambio di rotta rispetto al 2018, quando, pur ammettendo che la negazione dell’Olocausto “è profondamente offensiva”, pensava che il modo migliore di combattere i discorsi d’odio fosse con dei discorsi positivi. “Tracciare le giuste linee tra ciò che è e non è un discorso accettabile non è semplice, ma considerato lo stato attuale del mondo, credo che questo sia il giusto equilibrio”, ha concluso. 

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