Il software, messo a punto da un team di ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore), si basa sull’Intelligenza artificiale e consente di verificare in tempo reale se si creano situazioni di rischio contagio
Tra le tecnologie sviluppate negli ultimi mesi per aiutare le persone a mantenere il corretto distanziamento sociale, misura fondamentale per limitare i contagi da coronavirus Sars-CoV-2, potrebbe presto arrivare un nuovo progetto italiano.
Un team di ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore), del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, sta testando un nuovo sistema basato sull’Intelligenza artificiale che consente di verificare in tempo reale se si creano situazioni di rischio contagio, segnalando se gli individui si trovano alla giusta distanza dalle persone nelle vicinanze.
Il software, denominato “Inter-Homines”, funziona sia all'interno che all'esterno ed è è applicabile a telecamere già installate.
“Inter-Homines”: come funziona
Come spiegato dai suoi sviluppatori sulla pagina ufficiale di AlmageLab, un laboratorio del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, il nuovo software è in grado di localizzare le persone nello spazio 3D, riconoscere i dispositivi di protezione individuale, calcolare le distanze interpersonali e prevedere i livelli di rischio, costruendo mappe dinamiche dell'area monitorata. Sviluppato sotto la guida della professoressa Rita Cucchiara, direttrice del Laboratorio nazionale di intelligenza artificiale, è solo uno dei quattro progetti di ricerca e innovazione targati Università di Modena e Reggio Emilia a cui è destinato il contributo, dal valore di 1,9 milioni di euro, messo a disposizione dalla Regione per dare un contributo alla lotta contro il coronavirus.
Il progetto è conforme alle normative Ue sull'IA
“Il sistema è stato concepito secondo modelli privacy-by-design: è un elettrodomestico come un sensore di fumo più che un grande fratello dato che non registra nulla se non le mappe di occupazione completamente anonime”, spiega la professoressa Rita Cucchiara, coordinatrice del processo, precisando che questa caratteristica lo rende conforme alle linee guida europee sull'Intelligenza artificiale in termini di trasparenza, affidabilità e spiegabilità.
“Il software nasce dai laboratori italiani, sfrutta il risultato di una ricerca totalmente italiana di una rete neurale artificiale generativa che ricostruisce la presenza di persone e la terza dimensione da una singola immagine”, conclude l’esperta.