Oltre 150 aziende si sono unite alla campagna Stop Hate For Profits, nata per contrastare l’odio in rete, e hanno rimosso le proprie inserzioni pubblicitarie dal social. Tra le più famose Starbucks, Honda e Coca-Cola
Continua a crescere il numero delle aziende che hanno scelto di aderire alla campagna Stop Hate For Profits, nata per contrastare l’odio in rete, e di rimuovere le proprie inserzioni pubblicitarie da Facebook. L’iniziativa, promossa anche dalla Lega anti diffamazione, ha attirato negli ultimi giorni l’attenzione di colossi come Starbucks, North Face, Patagonia, Mozilla e Upwork. Per difendersi dalle accuse, Mark Zuckerberg ha pubblicato un post sul suo profilo ufficiale, nel quale ha precisato che il gruppo investe “miliardi di dollari ogni anno per mantenere la comunità sicura ed è costantemente al lavoro con esperti esterni per rivedere e aggiornare le nostre policy. Ci siamo sottoposti a una audit sui diritti civili e abbiamo bandito 250 organizzazioni della supremazia bianca da Facebook e Instagram”. In totale, oltre 150 aziende si sono unite al boicottaggio (FOTO), ognuna con modalità leggermente diverse.
Coca-Cola
Coca-Cola ha scelto di interrompere la pubblicazione delle sue inserzioni pubblicitarie su tutti i social media per un mese a partire dal primo luglio. In una nota, James Quincey, il Ceo dell’azienda, ha dichiarato che “non c’è spazio per il razzismo nel mondo e nemmeno sui social media”. Coca Cola chiede a Facebook e a tutti gli altri social media maggiore affidabilità e trasparenza.
Honda
Anche la multinazionale Honda si è unita al boicottaggio. “Per tutto il mese di luglio, la divisione americana di Honda toglierà le proprie inserzioni da Facebook e Instagram, schierandosi al fianco delle persone unite contro l’odio e il razzismo”, ha spiegato l’azienda in un comunicato. “Si tratta di una scelta in linea con la nostra visione”.
Levi Strauss
Lo scorso venerdì, Levi Strauss ha annunciato che metterà “in pausa” le sue pubblicità su Facebook e Instagram. “Facebook non è ancora riuscita a fermare la diffusione della disinformazione e dell’odio sulle su piattaforme. Crediamo che questa inattività non faccia altro che alimentare il razzismo e la violenza e che abbia il potenziale per minacciare la nostra democrazia e l’integrità delle nostre elezioni”, spiega l’azienda in una nota.
Le altre aziende
Queste preoccupazioni sono condivise da molte delle aziende che hanno deciso di partecipare al boicottaggio. Tra quelle che hanno rilasciato delle dichiarazioni è possibile citare Arc'teryx, Ben & Jerry’s, Beam Suntory, Dashlane, Eddie Bauer, Eileen Fisher, Hershey’s, JanSport, Magnolia Pictures, REI, Unilever e Verizon.