Svelata la tuta hi-tech AnDy, per migliorare collaborazione uomo-robot
TecnologiaLa tecnologia indossabile messa a punto dall’Istituto Italiano di Tecnologia raccoglie informazioni, grazie ai sensori, utili a migliorare ergonomia sul lavoro o prestazioni sportive. I dati, poi, serviranno a sviluppare macchine più collaborative
L’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ha messo a punto il primo prototipo della tuta AnDy, dotata di sensori che hanno lo scopo di migliorare l’ergonomia sul posto di lavoro monitorando sia la postura che gli sforzi compiuti da una persona che esegue vari tipi di movimento. I dati raccolti dalla tuta hi-tech saranno poi inviati ai robot, che potranno così contribuire a ridurre lo stress muscoloscheletrico e quindi il rischio di infortuni. Uno degli obiettivi di AnDy, il cui progetto è finanziato dall’Unione Europea, è proprio quello di sviluppare tecnologie da applicare ai robot, perché questi possano collaborare con le persone.
AnDy, la tuta hi-tech che misura postura e fatica
Durante lo sviluppo della tuta hi-tech AnDy i ricercatori hanno testato le tecnologie integrate sia durante gli esercizi di una preparazione calcistica, simulando quindi un’attività sportiva, sia in un ambiente di lavoro, durante lo spostamento dei carichi in un magazzino. Proprio lo sport, in futuro, potrà essere uno dei principali campi di applicazione di AnDy, che potrà aiutare gli atleti a monitorare e migliorare le prestazioni. La tuta si compone di 17 sensori indossabili, che uniti a speciali algoritmi sono in grado di caratterizzare i movimenti in meno di un millisecondo e misurare parametri come postura e fatica. Non mancano inoltre delle scarpe sensorizzate abbinabili, sempre prodotte dall’IIT, che grazie a 280 sensori tattili recuperano i dati relativi alla pressione generata tra il piede e il terreno, che viene combinata alle altre informazioni per comprendere lo stress articolare a cui un soggetto viene sottoposto.
Un nuovo concetto di collaborazione uomo-robot
Secondo Daniele Pucci, coordinatore dei lavori e responsabile del Dynamic Interaction Control Lab dell’ITT a Genova, “abbiamo bisogno di definire un nuovo concetto di aiuto durante le attività collaborative tra l’uomo e il robot”. Per questo motivo, le informazioni ottenute sull’essere umano dalla tuta AnDy serviranno a formulare nuovi algoritmi che verranno utilizzati per ridefinire la collaborazione con le macchine. “L'essere umano, infatti, - prosegue Pucci - può aiutare o essere aiutato nel svolgere un compito, mentre viene monitorato e osservato dal robot”.