Spagna, multa di 1,2 milioni a Facebook per utilizzo di dati personali

Tecnologia
Facebook sotto la lente dell'Agenzia spagnola di protezione dei dati (archivio: Getty Images)
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L'Agenzia spagnola di protezione dei dati ha scoperto gravi infrazioni nel trattamento delle informazioni degli utenti da parte della piattaforma Social. La società statunitense si difende: "Sono gli utenti a decidere"

Facebook raccoglie, immagazzina e utilizza le informazioni degli utenti con fini pubblicitari senza aver ottenuto previa autorizzazione. È quanto ha scoperto l'Agenzia spagnola di protezione dei dati (AEPD) che ha imposto alla società di Mark Zuckerberg una sanzione pari a 1,2 milioni di euro.

La difesa di Facebook

Secondo l'AEPD, Facebook avrebbe dunque violato la normativa vigente in Spagna sulla privacy, in particolare per quanto riguarda la protezione dei dati personali in Rete su cui anche l'Unione europea prepara una stretta. La piattaforma Social però si difende e – secondo quanto riporta il quotidiano "El Pais" – fa sapere che intende fare ricorso. "Come già comunicato all'Agenzia – spiega Facebook in una nota – sono gli utenti che scelgono quali informazioni vogliono aggiungere al loro profilo e condividere con gli altri, come ad esempio la loro religione". Inoltre la società assicura di non usare queste informazioni per mostrare pubblicità specifiche agli utilizzatori del Social Network.

Le accuse dell'Agenzia

Secondo le informazioni diffuse dall'AEPD, invece, Facebook – che conta due miliardi di utenti in tutto il mondo – avrebbe ottenuto informazioni sensibili (ideologia, sesso, fede religiosa e gusti personali) delle persone iscritte senza che queste abbiano dato il loro “consenso inequivocabile”: non ci sarebbe, da parte della società statunitense, “un'informazione esaustiva e chiara” sull'utilizzo dei dati che raccoglie e sul trattamento che ne fa. Per questo motivo, Facebook avrebbe commesso gravi infrazioni alla Legge sulla protezione dei dati. Infrazioni che sono state oggetto di tre multe: le prime due da 300mila euro e la terza da 600mila, per un totale – appunto – di 1,2 milioni.

Politica sulla privacy poco chiara

La politica sulla privacy di Facebook, sempre secondo l'Agenzia, conterrebbe “espressioni generiche e poco chiare”, costringendo ad accedere a molteplici link per venirne a conoscenza. Inoltre gli utenti sarebbero poco o per nulla informati rispetto a come la società tratta i loro dati tramite l'utilizzo dei cookies, quando navigano su pagine che non appartengono alla piattaforma ma che contengono il pulsante “Like”. Infine – spiega ancora l'AEPD – i dati personali non vengono cancellati totalmente quando terminano di essere utili allo scopo per il quale erano stati raccolti, e neppure quando l'utente ne chiede esplicitamente l'eliminazione, anzi: vengono riutilizzati in seguito associati allo stesso utente.

Facebook nel mirino anche in Italia

Lo scorso anno, Facebook era finito nel mirino del Garante della Privacy anche in Italia: sotto inchiesta le modifiche alla policy che permettono al Social Network di accedere alle informazioni degli utenti che usano la chat di WhatsApp. “Facebook – si legge sempre nella nota della società in risposta all'Agenzia spagnola – rispetta la Legge sulla protezione dei dati dell'Ue e si sta preparando per la nuova regolamentazione” attesa per il prossimo anno.

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