I partenopei vincono il tricolore, il quarto nella storia del club, il secondo negli ultimi 3 anni. Un successo che certifica lo straordinario percorso della squadra di Antonio Conte, al sesto titolo nazionale nella sua carriera da allenatore (il quinto in Serie A più uno in Premier)
Uno scudetto al fotofinish. La vittoria di questa sera contro il Cagliari ormai salvo ha certificato l’aritmetica vittoria del tricolore del Napoli, laureatosi campione d’Italia per la quarta volta nella sua storia dopo i titoli nel 1987, nel 1990 e nel 2023. Una vittoria frutto delle scelte di mercato effettuate dalla società di Aurelio de Laurentiis, in grado di rivoluzionare la squadra dopo il deludente decimo posto dello scorso anno, e della guida di Antonio Conte, tornato ad allenare in serie A dopo il campionato vinto con l’Inter nella stagione 2020-2021 e la parentesi londinese al Tottenham.
I giocatori protagonisti
A spiccare nella rosa del Napoli campione d’Italia c’è soprattutto Scott McTominay. Acquistato dal Manchester United per 30 milioni di euro, il centrocampista scozzese è stato il vero valore aggiunto della squadra, grazie ai suoi 12 gol e 3 assist e alla sua costante pericolosità soprattutto in fase offensiva, dove ha ricoperto praticamente tutti i ruoli. Il vero bomber, però, è stato Romelu Lukaku: il belga, autore di 14 gol e 10 assist, ha rimpiazzato il vuoto lasciato da Victor Osimhen, ceduto in estate al Galatasaray, cercando tanto la via della rete quanto di porsi al servizio della squadra. Al netto del decimo posto ottenuto la scorsa stagione e delle cessioni del centravanti nigeriano e di Kvicha Kvaratskhelia, volato a Parigi nella sessione invernale di mercato, nello spogliatoio azzurro sono però rimasti molti degli uomini simbolo dell’ultimo scudetto, ottenuto nel 2023 sotto la gestione di Luciano Spalletti. A brillare nelle retrovie anche quest’anno ci sono stati infatti il portiere Alex Meret e i difensori Amir Rrahmani e il capitano Giovanni di Lorenzo, presenze costanti tornate tutte a un buon livello di rendimento. A centrocampo, invece, si sono rivisti il miglior Stanislav Lobotka, metronomo della mediana, e il camerunense Frank Anguissa, autore di 6 gol e 4 assist, mentre sull’esterno è tornato a incidere anche Matteo Politano, che ha messo a referto 3 gol e 3 assist. Nella seconda parte di stagione poi è tornato sugli scudi Giacomo Raspadori, riscoperto quasi per necessità da Conte e rivelatosi decisivo in più di un’occasione come seconda punta a fianco a Lukaku. Più discontinui, anche a causa degli infortuni, Alessandro Buongiorno e David Neres, due dei colpi estivi che hanno contribuito soprattutto nella prima parte del campionato con il secondo, in particolare, autore di 2 gol e 5 assist.

Approfondimento
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La cavalcata
Partite agoniche, vissute sempre sul filo del rasoio, ma anche confronti vinti in modo schiacciante contro squadre all’inizio più quotate. Tra i confronti che hanno segnato la cavalcata del Napoli ci sono sia partite contro le piccole squadre che contro le big del campionato, che hanno da subito evidenziato la traiettoria che avrebbe avuto la stagione per i ragazzi di Conte. Nel girone d’andata di Serie A sono stati in particolare i due pareggi ottenuti a Torino contro la Juventus e a Milano contro l’Inter a segnare una prima presa di coscienza dei ragazzi di Conte, a cui vanno aggiunte le vittorie, spesso sofferte, contro Empoli (0-1, rigore di Kvaratskhelia); Lecce (gol di Di Lorenzo) e Venezia (gol di Raspadori). Un dominio mai messo in discussione: in testa da fine settembre, il Napoli molla il primato per qualche giornata a favore dell’Atalanta a fine novembre, riuscendo comunque a laurearsi campione d’inverno. Nella seconda parte, invece, sono subito decisive le prime due partite, a Bergamo contro l’Atalanta e in casa contro la Juventus, nelle quali i partenopei racimolano 6 punti grazie anche a Lukaku, autore dei gol decisivi in entrambe le sfide. Dopo un periodo di appannamento tra febbraio e marzo, nel quale perde la testa della classifica a favore dell’Inter (decisivi in questo senso i pareggi all’ultimo secondo contro le romane, a cui si aggiunge la sconfitta a Como), in primavera la squadra torna a ingranare: le quattro vittorie consecutive contro Empoli, Monza, Torino e Lecce, nel quale spicca un McTominay decisivo, sono utili a ridare il primato al Napoli, che vola così verso il quarto tricolore della sua storia, ottenuto matematicamente il 23 maggio con la vittoria contro il Cagliari al Maradona. L’Inter chiude un punto dietro uscendo sconfitta dal testa a testa con i campani.