Tennis, Wada: "Sinner caso unico, un anno sarebbe stato eccessivo"

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L'agenzia mondiale antidoping spiega le motivazioni dell'accordo col numero uno del tennis mondiale che ha portato alla sospensione di tre mesi dell'azzurro per il caso clostebol: "I fatti di questo caso erano davvero unici, lo scenario ricostruito dall'atleta era scientificamente plausibile e ben documentato dai fatti. La sanzione è proporzionata alla violazione commessa"

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Dopo l'accordo, ecco la spiegazione. L'agenzia mondiale antidoping (Wada) spiega perché il numero uno del tennis mondiale Jannik Sinner ha ricevuto una sospensione di tre mesi per il caso clostebol. In un report ricevuto da Sky Sport, la Wada ha spiegato le motivazioni che hanno portato alla decisione di non proseguire con il ricorso al Tas.

Perché l'accordo e non il Tas

"La disposizione sull'accordo di risoluzione dei casi nel Codice Mondiale Antidoping (Articolo 10.8.2) è stata introdotta nel 2021. Una delle sue funzioni principali è garantire che casi unici, che non rientrano pienamente nel quadro delle sanzioni, possano essere giudicati in modo appropriato ed equo, a condizione che tutte le parti e la Wada  siano d'accordo. Oltre alle disposizioni sulle sanzioni previste dal Codice (dagli articoli 10.1 a 10.7), l'art. 10.8.2 del Codice consente esplicitamente un'ulteriore riduzione del periodo di ineleggibilità, basandosi sul livello di gravità della specifica violazione, nonché sul riconoscimento dell'infrazione da parte dell'atleta e sulla sua accettazione delle conseguenze appropriate. Sebbene gli accordi di risoluzione dei casi ai sensi dell'art. 10.8.2 siano stipulati in casi eccezionali, la disposizione è stata comunque utilizzata decine di volte tra le migliaia di casi giudicati da quando il Codice 2021 è entrato in vigore. Come detto, tali accordi richiedono che tutte le parti coinvolte, inclusa l'Autorità di Gestione dei Risultati (nel caso di Jannik Sinner si trattava della Federazione Internazionale di Tennis/Agenzia Internazionale per l'Integrità del Tennis), l'atleta e la WADA, concordino sulle conseguenze appropriate".

"Scenario scientificamente plausibile"

"Nel caso di Sinner, la Wada ha ritenuto che la decisione di primo grado, che aveva stabilito che l'atleta non aveva alcuna colpa o negligenza, fosse errata secondo il Codice. Infatti, il commento alla disposizione sulla "nessuna colpa o negligenza" stabilisce che essa non si applichi nei casi in cui vi sia stata "la somministrazione di una sostanza proibita da parte del medico personale o del preparatore atletico dell'atleta senza che quest'ultimo ne fosse a conoscenza (gli atleti sono responsabili della scelta del proprio personale medico e devono informarlo che non possono ricevere sostanze proibite)". Per difendere il principio fondamentale secondo cui gli atleti sono effettivamente responsabili delle azioni del proprio entourage, la Wada ha deciso di presentare appello al Tribunale Arbitrale dello Sport. Nel farlo, la Wada ha seguito il chiaro consiglio e la raccomandazione del suo consulente legale esterno per questo caso, Richard Young, che è stato il principale redattore di ogni edizione del Codice. Secondo le disposizioni pertinenti sulle sanzioni (in assenza di un accordo di risoluzione del caso ai sensi dell'art. 10.8.2), il periodo di ineleggibilità applicabile per un caso che coinvolge una sostanza non specificata (come il clostebol), in cui si accetta che l'atleta non abbia avuto una colpa o negligenza significativa, varia da uno a due anni. Questo era dunque ciò che era contenuto nell'avviso di appello. I fatti di questo caso, come delineati nella decisione di primo grado, erano veramente unici e diversi dagli altri casi di somministrazione da parte del personale di supporto dell'atleta. Infatti, non si trattava di una somministrazione diretta da parte dell'entourage dell'atleta, ma di un assorbimento transdermico, poiché il massaggiatore dell'atleta (senza che quest'ultimo ne fosse a conoscenza) aveva trattato un taglio sul suo dito con un prodotto contenente clostebol". Attraverso la propria approfondita revisione del caso, la Wada ha verificato e concordato che lo scenario dell'atleta fosse scientificamente plausibile e ben supportato dai fatti. In effetti, lo scenario presentato dall'atleta era già stato accettato dall'Agenzia Internazionale per l'Integrità del Tennis e dal tribunale indipendente che aveva deciso il caso in primo grado". 

"Una sanzione di 12 mesi sarebbe stata eccessivamente severa"

Tenendo conto, in particolare, del livello di gravità della violazione in base ai fatti specifici, la Wada (e il suo consulente legale esterno) ha infine ritenuto che una sanzione di 12 mesi sarebbe stata eccessivamente severa. Per questo motivo, la Wada era disposta a stipulare un accordo di risoluzione del caso ai sensi dell'art. 10.8.2, che consente una riduzione della sanzione rispetto a quella altrimenti applicabile, tenendo conto in particolare del livello di gravità della violazione. Vale anche la pena notare che, prima ancora che il caso di Jannik Sinner emergesse, il team d che sta redigendo il nuovo codice Wada per il 2027 aveva proposto una maggiore flessibilità per i casi di contaminazione, come quello di Sinner, prevedendo un intervallo di sanzioni che va da un semplice rimprovero fino a due anni (ovvero eliminando il minimo di un anno per le sostanze non specificate). Questa modifica nella bozza del Codice 2027 è stata ampiamente accolta dalla comunità antidoping, data la crescente consapevolezza della diffusione di situazioni di contaminazione imprevedibili".

 

"Questione gestita da Wada con trasparenza"

"Alla fine, la Wada è soddisfatta che sia stata fatta giustizia in questo caso e che la sanzione sia appropriata per la violazione commessa. La Wada è lieta di aver potuto gestire questa questione in modo aperto e trasparente, con i fatti del caso resi disponibili e di dominio pubblico. L'equità dimostrata in questo caso (nel senso che la sanzione è proporzionata alla violazione) mostra che il sistema funziona molto bene. Ogni caso deve essere considerato in base ai suoi meriti e ai fatti specifici. Il fatto che siano tutti tennisti non significa che i loro casi siano uguali".

Sinner e Barquero

La sanzione di Sinner è inferiore rispetto a quella inflitta alla pattinatrice su ghiaccio spagnola Laura Barquero, fermata per sei anni e anche lei trovata positiva alla stessa sostanza vietata dal Codice mondiale, circostanza che ha scuscitato diverse polemiche sui media spagnoli.

"Nel caso Sinner le prove hanno chiaramente confermato la spiegazione dell'atleta come delineato nella decisione di primo grado (Itia, ndr)", spiega la Wada in una nota. Come spiega la Wada, "la squalifica di sei anni era stata accordata e sottoscritta da Wada, Isu e dall'atleta e se Barquero non fosse stata d'accordo con la sanzione proposta, non sarebbe stata obbligata a firmare l'accordo di risoluzione del caso ed era libera di portare avanti il caso per l'udienza al Tas".

L'agenzia mondiale antidoping ha formalmente ritirato il suo ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna affermando di aver accettato la spiegazione dell'atleta sulla causa della violazione e che Sinner non intendeva imbrogliare. Sinner potrà ritornare al giocare dal 5 maggio prossimo, era legata al fatto che le tracce di Clostebol trovate nel suo campione, erano dovute ad un doppio massaggio full-body senza guanti fatto dal fisioterapista Giacomo Naldi precedentemente. Naldi, successivamente esonerato, aveva utilizzato il Trofodermin, farmaco con qualità cicatrizzanti e antisettiche, dopo essersi tagliato ad un dito. Barquero sui social ha pubblicato diverse storie che richiamavano l'attenzione sulla discrepanza nella punizione data a lei e a Sinner. "E' una sanzione sproporzionata che ha significato la fine della mia carriera - ha scritto la 23enne pattinatrice di Madrid che gareggiava in coppia assieme all'italiano Marco Zandron -. Credo che sia un chiaro esempio dei fallimenti del sistema. Non so davvero cosa sia successo ma devo assumermi le conseguenze, accettare le attuali normative e affrontare sanzioni che a volte sono estremamente sproporzionate".

Jannik Sinner

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