"Il dolore che provo mi svuota ma allo stesso tempo mi pare poco se paragonato a ciò che ti affliggeva dentro” scrive su Instagram la giovane pallavolista, centrale dell'AGIL, che conclude: "Spero che noi tutti impareremo a fare più attenzione alle persone che incontriamo sul nostro cammino"
“Sento mille voci intorno a me dire: Non è colpa di nessuno, ma non credo sia così… penso sia un po’ colpa di tutto e di tutti”. È uno sfogo amaro, disperato, quello affidato ai social da Sara Bonifacio, compagna di squadra di Julia Ituma (la pallavolista dell'Igor Novara morta giovedì scorso precipitando dalla finestra dell'albergo dove alloggiava a Istanbul). “Ciao titu – esordisce Sara su Intagram - Mi ritrovo a riflettere per provare a trovare un perché a ciò che è accaduto ma purtroppo so che le mie domande non otterranno risposta. Il dolore che provo mi svuota ma allo stesso tempo mi pare poco se paragonato a ciò che ti affliggeva dentro”.
Le parole della compagna di squadra
Parole toccanti quelle dedicate alla compagna di squadra. “Viviamo in un mondo fatto di persone che si convincono a dover essere forti – si legge nel post della Bonifacio -, un mondo dove le debolezze non sono accettate, MAI, ed essere fragili è quasi una vergogna. Un mondo che ti spinge a rialzarti ancor prima di cadere, in cui chiunque ti invita a chiedere aiuto, ma poi nessuno ha realmente orecchie per ascoltare… A chi lo stiamo dimostrando? Chi decide chi è forte e chi no? Perché è così importante? Non lo è. Non è importante”. E ancora: “TU eri e sei importante, mi dispiace immensamente non avertelo ricordato. C’è bisogno di tempo per accettare ciò che è successo, quel tempo così prezioso di cui tu mi hai ricordato il valore. E voglio sedermi a riflettere su di te, su di me, su cosa valga realmente e vorrei che lo facessero tutti, un esame di coscienza reale per capire se come agiamo nei confronti degli altri ogni giorno sia degno della vita che ci è stata data. Spero solo che tu ora sia libera di trovare la pace – conclude la ragazza – e spero che noi tutti impareremo a fare più attenzione alle persone che incontriamo sul nostro cammino. Mi mancherai Tituz e mi devi una serata”.