L'attaccante del Milan critica il cestista: "Fenomenale, ma non mi piace quando chi ha un certo status fa politica". La risposta della stella Nba: "Mi occuperò sempre di temi come razzismo e giustizia sociale. Curioso che a parlare sia lo stesso che nel 2018 raccontò delle discriminazioni subite in Svezia per le sue origini e il suo cognome"
Quattro metri e 208 chili in due. Quello tra Zlatan Ibrahimovic e LeBron James è uno scontro fra titani, in senso letterale e figurato. Eppure non si parla di una sfida sportiva, ma di politica. A cominciare è stato Ibra, che ha criticato la tendenza di LeBron e dei colleghi Nba a dichiararsi fin troppo interessati e coinvolti nelle vicende che riguardano la vita comune fuori dal campo.
Ibra: "Fai quello in cui sei bravo, il tuo mestiere"
"Mi piace tanto -aveva detto Zlatan di LeBron - è fenomenale quello che sta facendo, ma non mi piace quando la gente che ha un certo tipo di status fa politica allo stesso tempo". Il riferimento è chiaramente all'impegno mostrato dalla stella dei Los Angeles Lakers durante la fase più calda del movimento Black Lives Matter, una questione che per la verità ha riguardato in maniera piuttosto trasversale tutti i grandi nomi dell'Nba, con le proteste inscenate nella bolla di Orlando, tra giocatori inginocchiati prima di scendere in campo, partite rinviate, inviti al voto e slogan politici stampati sulle maglie al posto dei nomi. "Io gioco a calcio perché sono il migliore a giocare a calcio, non faccio il politico, aveva detto Ibra. Intendo: fai quello in cui sei bravo, fai il tuo mestiere. È il primo errore che fa chi diventa famoso".
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LeBron: "Non starò mai zitto davanti alle ingiustizie"
La risposta della star Nba non si è fatta attendere. "Non c'è modo che io stia zitto di fronte alle ingiustizie e mi limiti allo sport - ha ribadito LeBron James - io sono parte della mia comunità e ho oltre 300 ragazzi nelle mie scuole che hanno bisogno di una voce e io sono la loro voce". E ancora "mi occuperò sempre di temi come l'uguaglianza, la giustizia sociale, il razzismo, l'assistenza medica e il diritto al voto. So quanto è potente la mia voce e la 'piattaforma' da cui parlo e la userò sempre per occuparmi di certe cose, nella mia comunità, nel mio Paese e in tutto il mondo". Infine una stoccata: "È buffo che lui dica queste cose, perché è lo stesso ragazzo che nel 2018 ha parlato di razzismo in Svezia legato alle sue origini e al suo cognome".