Serie A, Genoa: 14 positivi al Covid, test anche per Napoli. Sileri: no abbracci in campo

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Sono undici i calciatori e tre i membri dello staff rossoblù che hanno contratto il coronavirus. Per questo motivo il club genovese ha sospeso ogni attività e ha stabilito un nuovo giro di test per tutti i tesserati, anche i dipendenti degli uffici che non hanno contatti con la squadra. Intanto tamponi anche a Napoli, ultima squadra ad affrontare il Grifone in campionato. Il ministro Spadafora, al momento, esclude stop al campionato. Sileri, viceministro della Salute: "Basta abbracci in campo"

Dopo i 14 positivi al Coronavirus, nuovo giro di tamponi a tappeto per il Genoa che ha programmato i test per domani, mercoledì 30 settembre. L’obiettivo del club è quello di verificare se qualcuno dei tesserati contagiati sia già guarito dal Covid-19. Un provvedimento necessario dopo la notizia del focolaio (11 calciatori e 3 membri dello staff) arrivata in seguito al match di Napoli contro la squadra di Gattuso persa 6-0 al San Paolo. La Procura Federale, ha fatto sapere la Figc, ha verificato il pieno rispetto del protocollo anti-Covid da parte della società rossoblù. Intanto il club ligure, su disposizione dell’Asl, ha sospeso qualunque attività: possibile dunque il rinvio della partita contro il Torino prevista per sabato 3 ottobre alle 18 a Marassi (AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE - I CASI NEL CALCIO).

Spadafora esclude stop campionato. Sileri: "Basta abbracci in campo"

Sulla questione interviene anche il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che ha risposto alla domanda su un possibile stop del campionato, in seguito al caso Genoa: "Non credo che siamo ancora in questa situazione", ha commentato mentre arriva alla Camera. Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, intervenuto su Radio1, invece ha detto che: "Se ci fossero altri casi nel Napoli io, da medico e non da viceministro, direi che la cosa migliore sarebbe fermarsi almeno per sette giorni. Ci dovremmo comportare come ci comportiamo con i focolai". Poi aggiunge: "Gli abbracci e l'esultanza in campo dovrebbero essere vietati. La distanza deve comunque essere mantenuta. Se da un positivo nella squadra sono diventati 14 vuol dire che il virus è circolato, che non sono state mantenute le distanze. Se abbiamo un tampone negativo non dobbiamo pensare di essere invincibili. Continuare a mantenere le distanze è fondamentale". 

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Chiuso il centro sportivo del Genoa. Tamponi per il Napoli

Intanto il centro sportivo del Genoa resta chiuso, ma gli uffici della società sono comunque aperti. Ad effettuare il tampone saranno tutti i dipendenti, anche chi non rientra nell'attività sportiva. Nel frattempo, la sede e tutti i locali sono stati sanificati. Anche per i calciatori del Napoli, ultima squadra ad affrontare il Genoa, hanno effettuato un giro di tamponi. Isolamento fiduciario preventivo per l'arbitro Sacchi e i due assistenti Lo Cicero e Rossi, impegnati al San Paolo: i tre sono in attesa di tampone.

Dg Genoa: "Difficile giocare contro il Torino"

C'è preoccupazione sul lato sportivo da parte del Genoa: "Oggi non possiamo allenarci, probabilmente non potremo farlo neanche nei prossimi giorni. Affrontare una gara in queste condizioni mi sembra difficile ma aspettiamo quello che ci diranno la Lega e l'Asl". Queste le parole di Flavio Ricciardella, direttore generale corporate del Genoa a Sky Sport in merito al focolaio Covid in casa rossoblù. Sulla partita con il Torino dice: "Abbiamo avvisato Lega e Federazione, non abbiamo fatto alcuna richiesta ma ci aspettiamo una decisione coerente col momento, nell'interesse di tutti". Problemi organizzativi anche per il Napoli. "L'attenzione è massima e con le risposte del secondo tampone attese sabato sarà difficile organizzare la trasferta in casa della Juventus", ha detto a Radio Marte Vincenzo Mirone, professore di Urologia nell'Università Federico II, responsabile scientifico degli screening Covid-19 per lo staff e i giocatori del Napoli. "La preoccupazione - ha spiegato - è notevole, durante la partita con il Genoa ci sono stati dei faccia a faccia, come tra Osimhen e Masiello. Dopo il primo tampone potremmo già avere delle notizie, decisivo però sarà quello di sabato".

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Cosa succede in Serie A quando c’è un focolaio in una squadra

Quello di Genova è il primo caso di un vero e proprio focolaio all’interno di una squadra da quando si è ripreso a giocare post-lockdown. In Italia non c’è una soglia minima di calciatori necessari per disputare una partita in caso di contagio da coronavirus, al di sotto della quale scatterebbe automaticamente il rinvio del match. In questi casi è necessario fare richiesta di rinvio alla squadra avversaria, che deve dare il proprio assenso. In Europa, invece, la Uefa ha stabilito che servono almeno 13 giocatori negativi per disputare il match.

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Presidente medici Figc: "Sistema efficace, massima attenzione"

"Il protocollo ha già dimostrato la sua efficacia, l'attenzione è massima, così come dall'inizio della ripresa dell'attività durante il lockdown - afferma il presidente della Commissione medica federale, Paolo Zeppilli -. Le positività sono state riscontrate e monitorate in stretta sinergia con la Asl locale. I club stanno manifestando grande scrupolosità e disponibilità, tanto da prevedere controlli ancora più stringenti (tamponi ogni due giorni), rispetto alle disposizioni attualmente in vigore".

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