Al centro del racconto creato da Guido Iuculano e Davide Orsini c’è la vita di Lidia Poët, la prima donna in Italia a svolgere la professione di avvocato. A interpretare il personaggio è Matilda De Angelis, affiancata da Eduardo Scarpetta nei panni del giornalista Jacopo Barberis
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- La seconda stagione de La legge di Lidia Poët, presentata in anteprima ad Alice nella città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, dedicata agli esordi, al talento e alle nuove generazioni, vede Matilda De Angelis tornare a vestire i panni di Lidia Poët, la prima donna in Italia a entrare nell’Ordine degli Avvocati. I 6 nuovi episodi saranno disponibili solo su Netflix dal 30 ottobre 2024
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- A Lidia non è permesso di fare l’avvocato per una legge scritta dagli uomini. Perciò questa volta punta ancora più in alto, vuole cambiare la legge. Mentre continua a collaborare con il fratello Enrico, affrontando nuovi casi e battendosi per i diritti delle donne, vuole convincerlo a candidarsi in Parlamento per far sì che la sua legge trovi finalmente voce
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- "Una sentenza definitiva della Corte di Cassazione ha impedito a Lidia Poët di riprendersi il titolo di avvocata e di esercitare la professione. Questo è un fatto: è successo davvero, a Torino, nel 1884, quando Lidia Poët aveva ventinove anni, e a questa storia ci siamo ispirati quando per la prima volta abbiamo pensato di portare Lidia sullo schermo e farla diventare la protagonista di avventure immaginarie, di indagini e casi tenebrosi", raccontano gli sceneggiatori Guido Iuculano e Davide Orsini
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- "Il viaggio di Lidia continua con una seconda stagione che mi ha visto accanto a due talenti registici per me fenomenali, Letizia Lamartire e Pippo Mezzapesa. E proseguire insieme a loro il racconto della nostra eroina è stato stimolante e divertente", ha raccontato il regista Matteo Rovere
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- E continua: "La legge di Lidia Poët è una serie che guarda profondamente al nostro paese e alla sua storia umana e sociale, cercando allo stesso tempo di varcare i confini invisibili che ci impediscono di far viaggiare le nostre serie e i nostri film come vorremmo. Azione, ritmo, dialoghi, ma anche luce e costumi, sono delle chiavi linguistiche indispensabili per dare sempre un taglio moderno al racconto"
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- "Proviamo davvero tutti a immedesimarci in una donna di fine ‘800, che scelse però di autorealizzarsi senza dipendere dal mondo esterno, cercando di ispirare anche chi, oggi, vorrà sentirsi raccontate le sue avventure", aggiunge il regista
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- Letizia Lamartire: "Questa seconda stagione vede la nostra protagonista impegnata in una battaglia più grande: una vera e propria “mobilitazione” per i diritti di tutte le donne. Un’impresa tortuosa, ricca di inganni e colpi di scena, ma che potremmo definire una missione politica. Il tutto in una Torino che vive una trasformazione profonda e affascinante, diventando un centro culturale e politico di grande rilevanza"
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- "Anche questa volta la narrazione mira a ri-accendere una memoria emotiva “collettiva” che appartiene alla nostra storia e al nostro tessuto sociale contemporaneo. Lo fa attraverso lo sguardo di una combattente post-moderna, che rende ogni episodio non solo insieme di eventi personali, ma anche riflesso di una battaglia allargata a più strati sociali, che attraversa in senso diacronico il tessuto culturale. Perché la storia di Lidia è sempre un invito a non dimenticare", prosegue la regista Letizia Lamartire
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- Anche il regista Pippo Mezzapesa aggiunge la sua visione: "Entrare a far parte della famiglia Poët è stato un privilegio, una responsabilità e un grande divertimento. Comprendere il mondo di Lidia, fare propria una strada narrativa già tracciata, caratterizzata da una costruzione visiva tesa sempre a esaltare una pulizia e un rigore estetico, e reinterpretarla, restituirla attraverso un mio personale filtro, è stata una sfida molto avvincente"
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- "Con la regia, tesa sempre ad assecondare le azioni dei personaggi, a seguire il loro sguardo, ad approfondirne la psicologia, ho cercato in tutti i modi di preservare quella naturale alternanza di toni che sin dalla prima stagione rende unica questa serie"
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- "Le scrupolose indagini della protagonista, ma anche la continua ricerca di sé stessa, la sua tenacia e la spontaneità, il suo metodico donarsi a una vocazione, il romanticismo e la capacità di sdrammatizzare anche i momenti più tesi, sono stati i riferimenti per un racconto visivo in cui una regia più posata cede il passo a momenti più frenetici e d’azione, sequenze caratterizzate da campi lunghi e rassicuranti movimenti di macchina a vorticose galoppate e corse contro il tempo", aggiunge Mezzapesa
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- Una nota anche sugli abiti di scena dal costumista Stefano Ciammitti: "Oggi come ieri gli abiti di Lidia sono la diretta espressione della sua acuta e irriverente personalità. L’oscurità esoterica e il gelido inverno torinese della prima stagione lasciano il posto ai colori saturi e violenti della afosa estate torinese"
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- "La sua passione vittoriana per l’entomologia, che prima si esprimeva timidamente in piccoli oggetti che dialogavano sui suoi cappelli o attraverso i gioielli laccati giapponesi, sono diventati la sua stessa silhouette e il suo movimento. Le maniche enormi della metà degli anni novanta dell’ottocento che lei indossa, ‘a farfalla’, sono quasi più simili a quelle di una mantide religiosa, il suo nuovo insetto guida. Lidia crisalide adesso può sprigionare la sua potenza, ogni abito ha un soprannome dal regno animale a cui è ispirato"
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- Nel cast, oltre a Matilda De Angelis nel ruolo della protagonista e a Eduardo Scarpetta in quello del giornalista Jacopo Barberis, tornano Pier Luigi Pasino (Enrico Poët, fratello di Lidia), Sara Lazzaro e Sinéad Thornhill (rispettivamente Teresa Barberis, moglie di Enrico, e Marianna Poët, la loro figlia) e Dario Aita (Andrea Caracciolo). A loro si unisce, in questa nuova stagione, Gianmarco Saurino, nei panni del procuratore Fourneau
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