Grey's Anatomy 18, debutta il primo dottore non binario (in una delle serie più inclusive)

Serie TV

Camilla Sernagiotto

ABC; Getty

Nel medical drama ideato da Shonda Rhimes arriva per la prima volta nella storia della serie un medico dichiaratamente non-binary. A interpretare il personaggio del dr. Kai Bartley è E.R. Fightmaster, attore, produttore e scrittore statunitense non binario anche nella vita reale. Era già apparso nella serie “Shrill”, su Hulu. Si tratta dell’ennesima riprova di come questo show punti sull'inclusività: da anni Grey's Anatomy contempla nel cast interpreti e personaggi che fanno parte comunità LGBTQ+

In Grey's Anatomy 18 debutta il primo medico dichiaratamente non binario della storia di questa serie televisiva.

Si tratta del personaggio del dr. Kai Bartley, un chirurgo che fa parte del team di ricerca sul Parkinson in Minnesota, e tonerà in più episodi, diventando quindi un membro del cast fisso.


Viene presentato per la prima volta nel terzo episodio della 18esima stagione di Grey's Anatomy (che in Italia ha fatto il suo debutto il 27 ottobre su Star di Disney+, visibile anche su Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick).

Il ruolo di questo nuovo personaggio rivoluzionario è interpretato da E.R. Fightmaster, attore, produttore e scrittore statunitense, originario di Cincinnati, in Ohio.
Si tratta di una persona non-binaria anche nella vita reale, già apparsa nel cast della serie di Hulu “Shrill”

Questo primissimo medico dichiaratamente non-binary del medical drama ideato da Shonda Rhimes viene presentato nella descrizione ufficiale con il pronome “they”, esattamente come l'interprete E.R. Fightmaster ha chiesto di essere chiamato nella vita. Il motivo per cui in questo articolo non stiamo utilizzando il pronome "they" richiesto dai diretti interessati è legato a limiti della lingua italiana, come spiegheremo nel prossimo paragrafo.

Non-binary con pronome “they”

Benché il pronome “they” si possa tradurre nella nostra lingua come “loro”, scegliamo di non farlo in questo articolo. Non certamente per una mancanza di rispetto nei confronti dell'importante scelta di E.R. Fightmaster, ma per questioni relative ai limiti linguistici del nostro idioma.

"Se siamo d’accordo sull’uso del pronome maschile o femminile per rispettare il genere di elezione di una persona transgender, l’uso del “singular they” per le persone anglofone non binarie genera difficoltà in una lingua come l’italiano”, scrive il giornalista Pasquale Quaranta in un articolo apparso su La Repubblica il 19 maggio 2021.

 

Nello stesso focus su questo importante tema, è stata interpellata la terminologia e blogger Licia Corbolante a cui è stato chiesto come si debba parlare in italiano di persone non binarie che scelgono come pronome di riferimento “they”.

 

“Non ha molto senso tradurre letteralmente ‘they’ con ‘loro’ perché l’uso del genere grammaticale e dei pronomi in inglese e in italiano non è equiparabile. La differenza tra le due lingue riguarda innanzitutto il genere grammaticale. In italiano tutti i sostantivi e i relativi aggettivi, participi passati e pronomi sono marcati come maschili o femminili; se il riferimento è a persone, di solito il genere grammaticale coincide anche con il cosiddetto genere naturale, per cui il sesso viene identificato esplicitamente. In inglese invece il genere grammaticale è praticamente inesistente e quindi è più semplice esprimersi evitando ogni caratterizzazione sessuale. È sufficiente evitare alcuni sostantivi e i pochi pronomi personali e aggettivi possessivi che differenziano in base al sesso. Il ‘singular they’ consente di farlo efficacemente perché si sostituisce a ‘he’ e ‘she’ e forme correlate”, spiega Licia Corbolante a La Repubblica. Aggiungendo che il “singular they” non può funzionare nella nostra lingua, appunto.

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La riconferma dell'inclusività di Grey’s Anatomy

L'arrivo di un medico dichiaratamente non binario è una svolta importante per il mondo delle serie, della televisione e dello spettacolo in generale. E anzi: si tratta di una svolta importante per il mondo, punto.


Questa scelta di inserire nella 18esima stagione di Grey’s Anatomy unchirurgo non-binary, fatto impersonare da un interprete dichiaratamente non binario, è un'ulteriore riconferma dell'inclusività dello show ideato da Shonda Rhimes.

 

Da anni la serie accoglie persone appartenenti alla comunità LGBTQ+, sia come guest star occasionali sia come membri del cast fisso. Oltre a contemplare tra gli interpreti persone che appartengono alla comunità LGBTQ+, chiaramente Grey's Anatomy abbraccia anche personaggi che fanno parte della stessa comunità.

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Tanti personaggi e interpreti LGBTQ+ in Grey's Anatomy  

Grey's Anatomy è senza dubbio una delle serie televisive più rispettose della diversità e dell'inclusività.

Ci sono state Callie Torres e la sua fidanzata Arizona Robbins. La prima era il primario di ortopedia, dichiaratamente bisessuale, mentre la seconda era il chirurgo pediatrico dichiaratamente omosessuale, rispettivamente interpretate da Sara Ramírez e Jessica Capshaw.

 

Quest'ultima è una interprete eterosessuale che si è calata nella parte di un personaggio gay, cosa che ultimamente non è ben vista. Si tende finalmente a fare interpretare personaggi LGBTQ+ da persone facenti parte realmente di quella comunità, per evitare deprecabili stereotipizzazioni.

 

Invece Sara Ramírez, che ha interpretato Callie Torres, è lei stessa dichiaratamente bisessuale dall'ottobre 2016. Nel 2020 ha fatto coming out come genderqueer e ha affermato di adottare il pronome femminile e il pronome neutro "they singolare”.

 

Ricordiamo anche il dott. Levi Schmit, il primo personaggio gay maschile fisso della serie, a cui spetta il principale ruolo di appartenente alla comunità LGBTQ+ dopo i ruoli uscenti di Callie Torres e Arizona Robbins, uscite di scena rispettivamente nella stagione 12 e nella 14.

Il dott. Levi Schmit è interpretato da Jake Borelli, attore che ha dichiarato di essere omosessuale pubblicamente sul suo profilo ufficiale di Instagram nel novembre 2018. E, cosa da non sottovalutare, è che il suo annuncio sui social network è arrivato pochi istanti dopo la messa in onda del sesto episodio della quindicesima stagione di Grey's Anatomy's, quello in cui il suo personaggio fa esattamente lo stesso coming out. Questa cosa è meravigliosa e, tra le tante soddisfazioni che in diciotto stagioni ha avuto la sceneggiatrice e produttrice Shonda Rhimes (diventata una celeb mondiale proprio grazie a Grey's Anatomy's), probabilmente anche pensare di aver aiutato Jake Borelli nel proprio percorso è una gratificazione enorme.

C'è stato anche il dottor Casey Parker, uno dei sei specializzandi della quattordicesima stagione che è stato il primo dottore transgender del medical drama. Arrivato nello show nel 2018, questo personaggio è interpretato da Alex Blue Davis, attore e musicista transgender che già aveva recitato nelle serie televisive NCIS e Two Broke Girls.

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Si spera che la sensibilità di Grey's Anatomy dilaghi

Sono ancora tantissimi i personaggi e interpreti LGBTQ+ tra quelli che Grey's Anatomy ha accolto nel corso delle sue 18 stagioni, oltre a quelli citati nel precedente paragrafo.

 

Ci auguriamo che questi ruoli e i rispettivi attori che li ricoprono siano sempre più numerosi e significativi, importantissimi per sensibilizzare il pubblico sull'importante tema della diversità e dell'inclusività.

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Basta "blackface" in chiave LGBTQ+

Il pubblico chiede ormai a gran voce di non scritturare più attori eterosessuali per ruoli LGBTQ+.

Non si tratta solamente di politically correct ma anche di buona televisione, così come di buon cinema e buona arte in generale: solo chi fa davvero parte di questa comunità saprà interpretarla al meglio, senza stereotipizzazioni e caricature.

 

Affidare parti LGBTQ+ a interpreti non LGBTQ+ è da bandire come il blackface. Con blackface intendiamo la pratica di far interpretare, sia a livello attoriale sia a livello di doppiaggio, personaggi di etnie diverse da quelle dell'attore o del doppiatore in questione. Tuttavia il termine blackface si riferisce a quello stile di trucco teatrale che si è diffuso nel XIX secolo e che consiste nel camuffarsi in maniera marcatamente non realistica per parodiale una persona nera, assumendone le sembianze stereotipate. Oggi con blackface si tende a definire qualsiasi caso di stereotipizzazione di genere, a livello razzista, religioso o sessuale che sia.  

 

Di seguito trovate la foto del personaggio del dr. Kai Bartley, il primo medico dichiaratamente non-binario di Grey's Anatomy, interpretato sul set della serie dall'attore non binario E.R. Fightmaster. Credits: ABC e Getty Images.

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Il personaggio del dr. Kai Bartley, il primo medico dichiaratamente non-binario di Grey's Anatomy, interpretato sul set della serie dall'attore non binario E.R. Fightmaster. Credits: ABC e Getty Images. - ©Getty

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