The Undoing, la recensione della serie tv con Nicole Kidman e Hugh Grant

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Linda Avolio

ATTENZIONE, SPOILER SU TUTTO, ANCHE SUL FINALE!! - Un cast semplicemente perfetto e una storia avvincente dall'inizio alla fine: leggi la recensione di 'The Undoing - Le verità non dette', interamente disponibile on demand e in streaming su NOW TV. 

The Undoing, di cosa parla la serie tv

 

NO SPOILER - La vita di Grace Fraser, una psicoterapeuta di successo di New York, è apparentemente perfetta: il lavoro va a gonfie vele, ha un marito – Jonathan, un oncologo pediatrico molto noto e apprezzato – che la adora, e ha un figlio – il maturo, intelligente ed educatissimo Henry – che è il pargolo che tutte le madri vorrebbero. Peccato che, per l’appunto, sotto la superficie si nasconda qualcosa di terribile. Un giorno, infatti, dopo una serata di beneficienza organizzata dall’istituto privato che frequenta Henry viene ritrovato il cadavere orrendamente mutilato di una donna.

 

Quel corpo senza vita appartiene a Elena Alves, la madre di Miguel, un compagno di scuola di Henry di un paio d’anni più giovane…un ex paziente di Jonathan. Che, tra l’altro, sembra svanito nel nulla. I dubbi si trasformano presto in sospetti, e Grace vede aprirsi un baratro sotto i suoi piedi: cosa sta succedendo? Veramente suo marito è indagato per un crimine così brutale? Com’è possibile che non si sia mai accorta che c’era qualcosa che non andava? E se invece si trattasse di un terribile fraintendimento? Travolta dallo scandalo e decisamente inorridita, si ritrova costretta a mettere in discussione ogni cosa, in primo luogo sé stessa.

The Undoing, il cast della miniserie

Nicole Kidman è Grace Fraser

Hugh Grant è Jonathan Fraser

Édgar Ramírez è il Detective Joe Mendoza

Noah Jupe è Henry Fraser

Lily Rabe è Sylvia Steinetz

Matilda De Angelis è Elena Alves

Ismael Cruz Córdova è Fernando Alves

Edan Alexander è Miguel Alves

Donald Sutherland è Franklin Reinhardt

Noma Dumezweni è Haley Fitzgerald

Sofie Gråbøl è Catherine Stamper

Michael Devine è il Detective Paul O’Rourke

Jeremy Shamos è Robert Connaver

 

 

** ATTENZIONE: qui cominciano gli SPOILER sulla trama, sui personaggi e SUL FINALE!! **

 

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The Undoing, la trama della serie tv con Nicole Kidman e Hugh Grant

Un cast in stato di grazia

Partiamo dal vero gioiello della miniserie di casa HBO, uno dei titoli più riusciti e apprezzati del 2020 (negli USA The Undoing è andata infatti in onda lo scorso anno), cioè dal cast. Dopo l’ottimo lavoro fatto con il personaggio di Celeste Wright in Big Little Lies, Nicole Kidman torna alla carica nei panni di Grace Fraser, una psicanalista di successo, una donna sicura di sé, una moglie innamorata e una madre orgogliosa. Kidman – che per l'occasione sfoggia una chioma rossa e riccia, cosa che sicuramente ci fa tornare indietro con la mente ai primi anni della sua carriera, e poco importa che si tratti di una (ottimamente confezionata) parrucca – è un’attrice che ormai non deve assolutamente più provare niente a nessuno, pertanto non stupisce la sua bravura nel portare in scena un personaggio mai esplosivo, mai esagerato, mai sopra le righe, eppure ricchissimo di sfumature.

 

Grace da un giorno all’altro si ritrova scaraventata al centro di un vero e proprio incubo: lasciarsi sopraffare dall’emotività sarebbe facilissimo, eppure, nonostante ripetuti shock e una serie di rivelazioni che farebbero inalberare anche un monaco buddista, non cede mai completamente alla rabbia e alla disperazione. Anche se in alcuni momenti sembra quasi che senta il bisogno fisico di aggrapparsi all’idea che suo marito non potrebbe mai essere un assassino – accettare una cosa del genere significherebbe anche accettare il proprio fallimento per il fatto di di non essersi MAI resa conto quantomeno di alcune incongruenze o di alcune zone d’ombra –, il personaggio di Kidman è sempre trattenuto, sempre più concentrato sull’analisi dei dati effettivamente a disposizione che sulla creazione di scenari possibili. Grace vuole la verità, Grace vuole capire, Grace vuole una spiegazione. Soprattutto, Grace vuole qualcosa di concreto, di sicuro. Di definitivo.

LE DIETE DELLE DIVE[galleria](KIKA) - HOLLYWOOD - I pasti consumati durante le festività invernali 2020 saranno destinati a una ristretta cerchia di conviventi; lo impone la pandemia, ma questo non significa che mangeremo meno rispetto a pranzi e cenoni degli anni passati. GUARDA ANCHE: Vacilla il regno dei vegani. Le star veg-integralisteI percorsi alimentari da mantenere dopo i bagordi? Alcuni consigli arrivano dal mondo delle star. Jennifer Aniston aveva portato alla ribalta nel 2019 una delle ultime trovate per mantenere la propria silhouette: nonostante "Il segreto della mia luminosità? Il digiuno intermittente - rivelava l'attrice al Times - Si chiama dieta 16:8". "Per me niente cibo al mattino. Ho notato una grande differenza nello stare senza alimenti solidi per 16 ore".A rivelare più dettagli ci avevano pensato alcuni esperti del settore benessere, come la nutrizionista newyorchese Tania B. Freirich: "Il digiuno a intermittenza limita la finestra di tempo a disposizione per mangiare a 8 ore al giorno, mentre si digiuna nelle altre 16", le fasce orarie in cui si decide di nutrirsi possono però variare, ma il digiuno va intrapreso in maniera responsabile e sotto osservazione medica. GUARDA ANCHE: Bella come una regina: ecco i loro segreti di bellezza!L'ex protagonista di Friends non è nemmeno la più originale della categoria di star che provano di tutto per mantenere la propria bellezza. D'altronde per le dive il proprio corpo è un investimento e mantenere la bellezza un vero e proprio lavoro: ecco perché per tenersi in forma si sottopongono a tanti, forse troppi sacrifici, soprattutto di natura alimentare. Ecco una gallery in cui è possibile scoprire tutti i segreti delle dive.

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E alla fine, pur non avendo in mano niente di certo (Jonathan non arriva mai a confessarle la verità, non tutta la verità, quantomeno), quando è costretta a scegliere lo fa senza esitazione: a prescindere dall’omicidio della povera Elena, suo marito si è rivelata una persona completamente diversa da quella che è stata fino a quel momento, una persona che è bene non faccia più parte della vita di Henry, anche lui vittima del padre tanto quanto gli Alves. La sequenza in cui Grace, che si è offerta spontaneamente di sedere al banco dei testimoni, finge confusione e finge di non ricordare alcuni dettagli solo per poter essere finalmente libera di comunicare all’accusa e alla giuria alcune informazioni rimaste finora nascoste è semplicemente geniale.

 

Veniamo poi a Hugh Grant, a dir poco perfetto nei panni del sociopatico Jonathan. Scegliere proprio l’attore inglese per interpretare un personaggio così ambiguo e così pieno di ombre è stata una scelta quantomeno rischiosa: com’è possibile che quel simpaticone di Hugh possa interpretare uno spietato assassino? Nonostante le prove a suo carico – la fuga improvvisa, il martello nascosto, la scoperta della sua relazione malata con Elena, e ovviamente la rivelazione fatta a Grace da sua madre – fino all’ultimo episodio abbiamo tutti dato il beneficio del dubbio a Jonathan (non neghiamolo): e se in realtà fosse stato Fernando, il marito della vittima, per gelosia o per vendetta, oppure il preside della Rearton, forse a causa di un rifiuto? E invece no: è stato proprio Mr. Fraser. D’altronde, dopo Big Little Lies – Alexander Skarsgård nel ruolo di un picchiatore e stupratore di donne non ce lo saremmo veramente mai aspettato! – non dovremmo più stupirci…eppure…

 

Grant è bravissimo nel rendere la lenta, inesorabile trasformazione di Jonathan, e arrivati alla fine di The Undoing non si può fare a meno di chiedersi quale sia la vera versione del suo personaggio: il marito innamorato e il padre amorevole, oppure il sociopatico violento ed egocentrico che addirittura arriva a instillare dubbi sulla possibile colpevolezza del figlio? Forse è proprio vero che la verità sta nel mezzo, forse Jonathan è entrambe le cose, o forse è stato solo molto bravo a farcelo credere. Ciò che è certo è che l’attore inglese passa da una maschera all’altra in maniera così incredibile da risultare terribilmente inquietante. Pollicioni in alto per il buon Hugh, che in questi sei episodi ci ha senza dubbio regalato una delle sue interpretazioni migliori.

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Se la cavano egregiamente anche i giovani Noah Jupe (Henry Fraser) e Edan Alexander (Miguel Alves), ma anche gli altri comprimari, come si suol dire, portano eccellentemente a casa il risultato, specialmente Lily Rabe (attrice molto amata da Ryan Murphy), che interpreta Sylvia Steinetz, l'amica e "complice" di Grace; Ismael Cruz Córdova, che interpreta lo sfortunato Fernando Alves; la "nostra" Matilda de Angelis, che interpreta la povera Elena Alves; Noma Dumezweni, che interpretata l’avvocata tutta d’un pezzo Haley Fitzgerald; e Sofie Gråbøl, già apprezzata nella versione originale (quella danese) di The Killing e in Fortitude, che interpreta il sostituto procuratore (l’equivalente statunitense, ovviamente) Catherine Stamper. Tolti Kidman e Grant, a spiccare su tutti, però, è lui, Mr. Donald Sutherland, un vero e proprio colosso di Hollywood, un’aggiunta assai gustosa a un cast già ricco e in grande forma. Il suo Franklin (il padre di Grace) è semplicemente fantastico: arrogante e calcolatore un momento prima, nostalgico e compassionevole un momento dopo, ma sempre granitico nelle sue certezze e nella sua visione del mondo.

Un whodunit che si trasforma in un thriller psicologico

E’ stato lui (cioè Jonathan) o non è stato lui? Chi ha visto The Undoing non ha potuto fare a meno di porsi questa domanda almeno una decina di volte. Un po’ perché, come già scritto sopra, non è possibile che quel faccione simpatico di Hugh Grant possa interpretare un assassino sociopatico. E invece… Negli episodi iniziali, anche dopo il ritrovamento del martello e anche dopo la confessione d’amore a Elena fatta in diretta tv abbiamo tutti concesso a Mr. Fraser il beneficio del dubbio: e se fosse veramente stato incastrato da qualcuno? In realtà, come spesso accade anche nella vita reale per questioni meno tragiche e complesse, la risposta più semplice e scontata è quasi sempre quella giusta, è infatti così è stato. A metà tra il whodunit e il thriller psicologico, la miniserie scritta da David E. Kelley e diretta da Susanne Bier tutto sommato è quanto di più classico ci possa essere, eppure riesce a stupire fino all’ultimo, fino al dispiegarsi del piano di Grace per inchiodare il marito e fino a quel finale action completamente diverso da quanto visto prima.

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Una storia incalzante e una messa in scena sobria ma potente

The undoing è tratta dal romanzo You Should Have Known (in italiano Una famiglia felice) di Jean Hanff Korelitz, uscito nel 2014, dunque anche in questo caso, come per la prima stagione di Big Little Lies (impossibile non pensare all’altro recente titolo di casa HBO in cui compare Nicole Kidman), ci troviamo di fronte a un adattamento. Senza nulla togliere né al libro né alla serie, non possiamo certo dire di trovarci di fronte a qualcosa di innovativo, quantomeno per quanto riguarda il tipo di storia e le tipologie di personaggi, ma trattandosi di un racconto “di genere” ciò non rappresenta un problema, anzi: da una parte lo spettatore per certi versi sa già cosa aspettarsi (a grandi linee, quantomeno), mentre dall’altro sa anche che, quasi sicuramente, succederà qualcosa di imprevedibile, qualcosa che farà prendere alla storia una direzione inaspettata. La sceneggiatura di David E. Kelley (Ally McBeal, Boston Public, Boston Legal) funziona egregiamente, e, colpo di scena dopo colpo di scena, grazie al supporto di un ottimo cast porta a un finale decisamente azzeccato.

 

Notevole invece, nonostante la sobrietà, la regia di Susanne Bier (già apprezzata nella miniserie The Night Manager e nei film Bird Box, Serena, Things We Lost in The Fire), il suo soffermarsi quasi con insistenza sui volti di Kidman e di Grant, scene in cui è impossibile non fissarsi sui dettagli e sulle (micro)espressioni dei due protagonisti. Splendido anche il modo in cui la regista sceglie di mostrare una Manhattan a dir poco rarefatta, che c’è ma non c’è, proprio come le pozzanghere in cui si riflettono i grattacieli, come a suggerire agli spettatori che ciò che si vede in superficie non è altro che un riflesso, perché la vera essenza di un luogo, ma anche, soprattutto, di una persona, è ben altra.

 

In definitiva: The Undoing è realizzata così bene da funzionare alla grande dal primo all’ultimo minuto, al punto da riuscire nell’impresa di tenere incollati allo schermo gli spettatori dall'inizio alla fine. E non ci sembra poco in un’epoca in cui l’offerta di serie tv è nettamente superiore al tempo che si ha a disposizione per vederle! Riceverà qualche nomination ai prossimi Golden Globe e ai prossimi Emmy Awards? Secondo noi sì!

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