Gomorra 4, trama e recensione dell’episodio 11

Serie TV

Fabrizio Basso

Mickey e Patrizia a muso duro

La quarta stagione di Gomorra volge verso l'epilogo. Ma tutto è intricato. Non si sa chi sta con chi. Chi contro chi. In fin dei conti Gomorra è una bella metafora della vita: c'è chi la maschera la porta sul set o a carnevale e chi la porta tutta sempre, lungo tutta la propria esistenza. Leggi la recensione dell'undicesimo episodio della quarta stagione di Gomorra - La serie. PERICOLO SPOILER, OVVIAMENTE, PER CHI NON HA ANCORA VISTO L'EPISODIO.

(@BassoFabrizio)

 

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ATTENZIONE: PERICOLO SPOILER

PER CHI NON HA ANCORA VISTO L'EPISODIO

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Gomorra 4, episodio 11: la trama

I Levante, una questione di famiglia

Mickey attraversa la notte per tornare dalla sua famiglia, e l’ultimo tratto di strada inquieta, tante sono le persone armate lungo il viale di accesso: dopo il tentativo di assassinare Don Gerlando a casa sua ora c’è paura. La villa è un fortino protetto da una task force disposta a tutto. Michelangelo trova il padre prostrato ma non domo: la preoccupazione non è per quello che è successo, che Sangue Blu volesse annientare i Levante, ma chi c’è dietro, perché Don Gerlando, Saro e Ciccio non credono che Enzo possa avere organizzato l’attacco da solo visto che è in difficoltà. I toni sono accessi e li placa solo il capofamiglia dicendo: “Dobbiamo essere certi che non abbiamo altri nemici, quindi Michelà a Secondigliano stà attento per te e per la tua famiglia. Siamo una famiglia, e come tale ci dobbiamo comportare”.

Patrizia e Sangue Blu a muso duro

La rabbia di Patrizia è per Sangue Blu: “Ti ho messo i Levante su un piatto d’argento, e sono ancora qui”. Enzo dice che hanno un angelo custode speciale, ma Patrizia insinua che forse lui non è all’altezza, e comunque deve andarsene dalla casa che gli ha messo a disposizione a Secondigliano, perché non può farsi trovare nel suo territorio. Patrizia vuole la vendetta quanto Sangue Blu, ma “deve arrivare il momento”. Tornata a casa trova il marito Michelangelo che le accenna l’incontro avuto con la sua famiglia e la ammonisce: “Dobbiamo stare attenti, Patrì”. Lei, nella replica, è durissima: “Finché sono vivi non siamo tranquilli”. Lui è sgomento, lei gli ricorda per chi stanno facendo tutto questo e lo invita a stare tranquillo.

Mickey sempre più distante dalla famiglia, Patrizia non molla

Ora Patrizia è in macchina con Michelangelo e il suo autista. Ed è proprio Mickey a notare che una auto li segue, sembra ipnotizzato dallo specchietto retrovisore. Chiede di accelerare, e in quel momento capisce che sono (in)seguiti. I pedinatori se ne accorgono, capiscono di essere stati sgamati e mutano direzione. Lui vuole tornare a casa, lei vuole finire il giro. Patrizia chiede al conducente di scendere e poi aggredisce verbalmente il consorte: “Non ti permettere più di contraddirmi davanti ad altri, non posso permettere di farmi vedere debole, né dentro casa né fuori casa”. Lui ribatte che pensava di avere una donna a fianco “e invece ho solo il boss di Secondigliano”. Lei scende dall’auto, lui anche, per fumare una sigaretta…e riappare la macchina che li seguiva. Nella notte Michelangelo torna dalla sua famiglia e aggredisce il patriarca perché li ha fatti pedinare: replica Don Gerlando che hanno appena subito tre attentati e che devono capire chi c’è dietro. “Nella casa mia ci guardo io, ti devi fidare di me”, dice Mickey…e il capofamiglia ribatte: “Noi ci fidiamo tutti quanti di te”.

Patrizia si rilassa in piscina. Una piscina solo per lei e i suoi protettori, almeno una decina di ragazzi a guardia del boss di Secondigliano. Arriva Michelangelo, c’è un incontro da fare per la consegna della roba, ognuno vuole andare da solo, poi insieme, infine lui le rivela che ha un conto a Lugano con due milioni: “Perché non ce ne andiamo?”. Ma lei non se ne va: “Il mio posto è qua”. Non la spaventa neanche il fatto che la vogliano uccidere, come dice Mickey.


La Polizia riceve una soffiata, Patrizia finisce in carcere

Arriva la notte, e, attraverso il sistema fognario, c’è chi prepara una bella esplosione. Intanto Michelangelo è nella sala degli uccellini del padre, l’ornitologia è la grande passione di Don Gerlando. Quest’ultimo dice al figlio che c’è un problema a Bologna e che deve andare: lui è restio, dice di poterlo risolvere da Napoli, ma Gerlando è irremovibile: “Ai figli si perdona tutto, perché sono figli”. Intanto tutto è pronto per fare saltare in aria Patrizia, sono i Levante ad avere in mano il telecomando. Michelangelo, in viaggio per Bologna, non risponde alla telefonata della moglie. Si prepara ad andare al deposito, Patrizia: il carico è arrivato, e per ciccio e Saro Levante, che spiano dal palazzo dirimpetto, “manca solo essa”. Quando "essa" giunge, il dito è sul telecomando, ma c’è un imprevisto: la Polizia è stata informata dell’arrivo della droga e fa irruzione. Patrizia e i suoi finiscono in manette.

Patrizia in carcere si fa rispettare, i dubbi di Genny e Azzurra

Fernando raggiunge al porto di Napoli Genny e gli comunica che hanno arrestato Patrizia: lui trasecola. Intanto per Patrizia c’è la prima notte in carcere e per Genny un confronto duro con la moglie Azzurra, che è preoccupata, vuole sapere come quanto accaduto inciderà sul loro futuro. Lui la tranquillizza, le dice che Patrizia è incensurata e che con un buon avvocato se la caverà con poco. Ma c’è di mezzo un quintale di cocaina, soprattutto Azzurra ha paura che Patrizia parli e che quindi crolli tutto il loro mondo. Gennaro è apparentemente tranquillo: “Anche in carcere resta il boss di Secondigliano”. Concetto che viene confermato dalla sua compagna di cella: “Donna Patrizia, per me spartire la cella con voi è un privilegio e un onore, prendetevi quel letto che è più comodo”. Patrizia le chiede una sigaretta, l'altra non vuole dargliela perché è incinta, ma lei replica: “La rabbia fa più male”.

Il primo incontro che Patrizia ha in carcere è la visita del magistrato Walter Ruggieri. Il silenzio tra i due pare non dovere terminare mai. Finche Ruggieri dice, con un tono di voce bassissimo: “Del carico ci ha detto tutto suo marito, ha detto che è più tranquillo a sapervi in carcere che fuori, era davvero preoccupato per voi. Soprattutto perché nel luogo del sequestro hanno trovato cariche di esplosivo per fare saltare un palazzo intero. Si possono trovare una nuova casa e una nuova vita in cambio di collaborazione. Il carcere non è il posto ideale per fare crescere una creatura”. Lei non parla. E’ impietrita. Torna in cella, sorseggia un caffè e dice che “ho bisogno di una amica di cui mi posso fidare” e guarda negli occhi la compagna di cella.

In parlatorio trova il marito, che le dice che non aveva altra scelta per proteggere la sua famiglia, e lei, algida: “Di quale famiglia parli?”. Lui la invita a collaborare e lei replica che non è un'infame e di non farsi più vedere. Mickey si congeda dicendo: “Puoi pure odiarmi, ma sei viva”. Si ritrovano Fernando e Genny, sanno che Patrizia non ha parlato, e Savastano è deciso a non abbandonarla: “E’ giunto il momento di farle sapere che non è sola”. Ma qualcosa di strano accade in galera: nascosti nella minestra arrivano dei taglierini nelle mani di alcune detenute. Dietro ci sono i Levante.

Intanto Genny e Azzurra si domandano se Patrizia parlerà, lui è fiducioso, lei è aggressiva “non posso permettere a quella di distruggere tutto il lavoro che abbiamo fatto fino a ora. Deve morire”. Genny ribatte che per tranquillizzarla le hanno fatto sapere che "dentro ci stanno persone amiche". Patrizia rientra in cella, è seguita dalle due detenute armate di coltello, ma quando queste pensano di giustiziarla la trovano protetta da altre prigioniere: è lei che si fa giustizia, la sua vendetta è violenta. In quel momento, a furia di calci, ha un dolore al ventre, e temendo per la vita della creatura che porta in grembo viene scortata in ospedale.

Gomorra 4, episodio 11: la recensione

Ora sì che non sai proprio di chi fidarti. Lo stesso Gennaro Savastano, che pur essendo uscito dal giro ha sempre le idee molto chiare, ora comincia ad avere dei sospetti. E non serve Azzurra a rassicurarlo. Ambigua anche la figura di Michelangelo: ha una appartenenza, ma anche un amore da protegge, e una creatura in arrivo. Sa che i Levante, la sua famiglia, odiano patrizia, vogliono la sua vita per prendersi Secondigliano e scalare poi il potere di Napoli intera. Intanto Patrizia conosce il carcere: lei che è apparsa in punta di piedi ora si ritrova un impero e un potere immenso da gestire. E, lo dimostra il suo comportamento in carcere, dove tirare fuori una ferocia che nessuno si aspettava. Segno che è rispettata. Davvero non si sa chi sta con chi, o forse sì, ma si finge di non saperlo.



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