
Lucio Battisti moriva 25 anni fa, le frasi delle sue canzoni che hanno fatto la storia
Il 9 settembre 1998 l'addio a uno degli artisti che più hanno segnato l’evoluzione della musica leggera. Dal suo lungo sodalizio con Mogol sono nati alcuni tra i brani più conosciuti della fine del secolo scorso, da “Un’avventura” a “La canzone del sole”. Le loro frasi sono scolpite nella cultura italiana

Venticinque anni fa, il 9 settembre 1998, moriva Lucio Battisti. Era nato il 5 marzo 1943 a Poggio Bustone, tra le colline della provincia di Rieti: aveva 55 anni, oggi ne avrebbe 80. A tenere viva la memoria del cantautore sono i testi delle sue canzoni. Tramandati di generazione in generazione, restano ancora oggi una delle pagine più importanti della storia della musica leggera italiana
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UN’AVVENTURA (1969) - A segnare la carriera di Battisti è stato il sodalizio con Mogol, da cui sono nati alcuni dei versi più conosciuti del pop italiano. Tra questi ci sono quelli di Un’avventura: era il 1969 e l’Italia intera cantava “Innamorato, sempre di più. In fondo all'anima, per sempre tu. Perché non è una promessa, ma è quel che sarà. Domani e sempre, sempre vivrà”. (Nella foto Lucio Battisti con Mariolina Cannuli e Mogol)
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UN’AVVENTURA (1969)/2 - Ma è tutto il brano a essere disseminato di parole rimaste nella storia, a partire da quelle che danno il via alla canzone: “Non sarà un'avventura. Non può essere soltanto una primavera”. E ancora: “Non sarà un'avventura. Questo amore è fatto solo di poesia. Tu sei mia, tu sei mia. Fino a quando gli occhi miei avran luce per guardare gli occhi tuoi”. Con Un’avventura Battisti si presentò per la prima e unica volta al Festival di Sanremo
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ACQUA AZZURRA, ACQUA CHIARA (1969) - L’estate del 1969 fu particolarmente fortunata per Battisti, vincitore del Festivalbar con Acqua Azzura, Acqua Chiara (sempre scritta da Mogol): “Acqua azzurra, Acqua chiara. Con le mani posso finalmente bere. Nei tuoi occhi innocenti, posso ancora ritrovare il profumo di un amore puro, puro come il tuo amor”
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DIECI RAGAZZE (1969) - Lo stesso anno usciva come singolo, insieme ad Acqua Azzura, Acqua Chiara, anche Dieci Ragazze, ancora una volta partorita dalla penna di Mogol. Battisti cerca - invano - di superare la fine di un grande amore circondandosi da molte donne: “Dieci ragazze per me, posson bastare. Dieci ragazze per me, voglio dimenticare. Capelli biondi d'accarezzare e labbra rosse sulle quali morire. Dieci ragazze per me, solo per me”
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E PENSO A TE (1970) - Un anno dopo la coppia d’oro Battisti-Mogol regala al pubblico E Penso a Te: “Io lavoro e penso a te. Torno a casa e penso a te. Le telefono e intanto penso a te”. Impegnato in una frequentazione, Battisti non riesce a smettere di pensare a un’altra donna. (Nella foto Lucio Battisti e Mina)

EMOZIONI (1970) - “Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi emozioni. Tu chiamale se vuoi emozioni”. Era sempre il 1970 quando usciva Emozioni, una delle canzoni più fortunate della discografia di Battisti (anche questa a firma di Mogol)

LA CANZONE DEL SOLE (1971) - Anno dopo anno, brano dopo brano, Battisti e Mogol sfornano canzoni che sarebbero poi diventate immortali. Così anche La canzone del sole, la storia di un incontro tra un bambino e una bambina che si ritrovano ormai adulti, quando tutto ormai è cambiato. “Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi le tue calzette rosse. E l’innocenza sulle gote tue, due arance ancora più rosse. E la cantina buia dove noi respiravamo piano” è l’attacco del brano
![Lucio Battisti (KIKA) - La tecnica, lo stile e le apparenze: Donatella Rettore ne ha per tutti e nellâ intervista concessa a Leggo.it ha puntato il dito contro molti colleghi, di ieri e di oggi, e personaggi noti che popolano il mondo dello star system.GUARDA ANCHE: Gli italiani che riscuotono un incredibile successo all'esteroLa cantante ha esordito parlando dellâ annosa rivalità con Loredana Bertè: â Siamo sempre state diverse. à lei che si sente una mia rivale. Per me è tutto chiuso. Anzi questâ anno a Sanremo se avesse vinto sarei stata pure contenta. Eravamo amiche. Poi mi ha chiamato in causa. Io dissi che evidentemente era invidiosa del mio primo posto in classifica. Da lì in poi mi ha detto di tutto, al punto che fui costretta a dirle â Io con te non parlo piùâ . In tribunale tutto chiuso perché i giudici non potevano perdere tempo con due cretineâ .GUARDA LA GALLERY[galleria]La Rettore fa le pulci anche ad Alessandra Amoroso: â Dovrebbe ricominciare a studiare, canta troppo di naso. Dai 15 ai 60 anni abbiamo tutti bisogno di chi ci guida: quattro orecchie funzionano meglio di due. La voce nasale proprio no. Deve essere bella, suadente. Ce lâ hanno insegnato Mina, Milva, Iva Zanicchiâ .Come molti colleghi della sua generazione, dopo un avvio fulminante in patria, è dovuta emigrare allâ estero per continuare il suo percorso artistico: â In Italia non mi volevano, dicevano che ero una buzzicona. Gli italiani guardano le apparenze. Me lo disse anche Lucio Battisti quando lo incontrai allâ estero. Era il 1978 e lui da anni non andava più nella tv italiana. Gli chiesi perché? E lui: â Mi guardano il foulard, come porto i capelli, se ho la pancia. Non faccio più neanche i concertiâ . Ha fatto pure il disco dal titolo Lâ Apparenzaâ .GUARDA ANCHE: Mia Martini, il ricordo piu' dolce di Biagio AntonacciLa 65enne artista di Castelfranco Veneto se la prende poi anche con Fabio Fazio: â A Quelli che il calcio mi invitava sempre come tifosa dell'Hellas Verona, a Che Tempo che Fa invece non mi ha mai chiamato. Neanche col disco nuovo, e io ci sarei andata gratis. Sono arrabbiata con lui. Evidentemente mi considera un'artista solo se si parla di calcio. Tutte le settimane ero lì e ho fatto anche la sigla del Processo del Lunedì, voluta dal grande Aldo Biscardiâ .Â](https://static.sky.it/images/skytg24/it/spettacolo/musica/approfondimenti/lucio-battisti-canzoni-frasi/10_lucio_battisti_kika.jpg.transform/gallery-horizontal-mobile/5de66b4696b1d5ec4cfb0a00a87c481f76f37478/img.jpg)
IL MIO CANTO LIBERO (1972) - “In un mondo che non ci vuole più, il mio canto libero sei tu. E l'immensità si apre intorno a noi, al di là del limite degli occhi tuoi”. Il mio canto libero racconta di un amore passionale che sfida la freddezza del mondo esterno. Il testo è sempre di Mogol

LA COLLINA DEI CILIEGI (1973) - Nel 1973 esce La collina dei ciliegi, dove Battisti cerca di convincere la donna di cui è innamorato a lasciarsi andare alla forza dell’amore, superando i pregiudizi degli altri: “E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante, cancella col coraggio quella supplica dagli occhi. Troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante. E quasi sempre dietro la collina è il Sole”

ANCORA TU (1976) - Qualche anno dopo, nel 1976, da Battisti e dal suo autore di fiducia Mogol nasce Ancora tu: è la storia di un amore difficile che continua a riaccendersi: “Ancora tu. Non mi sorprende lo sai. Ancora tu. Ma non dovevamo vederci più”, canta Battisti in apertura. E infatti rivela all’amata: “Sei ancora tu, purtroppo l'unica. Ancora tu, l'incorreggibile. Ma lasciarti non è possibile”

UNA DONNA PER AMICO (1978) - “Può darsi ch'io non sappia cosa dico scegliendo te, una donna, per amico. Ma il mio mestiere è vivere la vita, che sia di tutti i giorni o sconosciuta. Ti amo, forte e debole compagna, che qualche volte impara e a volte insegna”. Un altro grande successo dell’accoppiata Battisti è Una donna per amico, 1978. Racconta dell’amicizia tra un uomo e una donna e delle confidenze reciproche che i due si scambiano sulle rispettive frequentazioni. Con un po’ di gelosia in mezzo

CON IL NASTRO ROSA (1980) - Nel 1980 si chiude la fortunatissima relazione musicale tra Battisti e Mogol. Proprio sul finire, i due fanno uscire un’altra canzone che resterà scolpita nella storia, Con il nastro rosa. È qui che Battisti canta “Chissà, chissà chi sei. Chissà che sarai. Chissà che sarà di noi. Lo scopriremo solo vivendo”
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