La giuria assolve Cardi B dall’accusa di aggressione a una guardia di sicurezza
Musica ©GettyDopo meno di un’ora di camera di consiglio, la giuria di Los Angeles ha assolto la rapper statunitense, al secolo Belcalis Marlenis Almánzar, dalle accuse di aver aggredito una guardia di sicurezza, ponendo fine a un processo civile che ha catturato l’attenzione pubblica per i toni accesi e i dettagli insoliti emersi in aula. La musicista era imputata per presunto graffio al volto con un’unghia finta e sputi rivolti contro una donna addetta alla sorveglianza
Cardi B è stata assolta dalle accuse di aggressione a Los Angeles, notizia che pone fine a un processo anche mediatico.
Dopo meno di un’ora di camera di consiglio, la giuria di Los Angeles ha assolto la rapper statunitense, al secolo Belcalis Marlenis Almánzar, dalle accuse di aver aggredito una guardia di sicurezza, ponendo fine a un processo civile che ha catturato l’attenzione pubblica per i toni accesi e i dettagli insoliti emersi in aula. La musicista era imputata per presunto graffio al volto con un’unghia finta e sputi rivolti contro una donna addetta alla sorveglianza.
A portarla davanti ai giudici era stata Emani Ellis, la suddetta donna preposta alla sorveglianza di un edificio la quale ha accusato Cardi B sostenendo di essere stata ferita al viso con un’unghia lunga circa sette centimetri e mezzo e di aver subito uno sputo nel corso di un alterco con l’artista americana, avvenuto nel 2018 all’esterno dello studio di un ginecologo. La guardia di sicurezza l’aveva citata in giudizio per 24 milioni di dollari a seguito di un presunto attacco con un’unghia finta.
L’accusa da parte di Emani Ellis
Ellis affermava che il colpo le avesse lasciato una cicatrice, tanto da rendere necessaria una successiva operazione estetica, e descriveva quell’episodio come profondamente umiliante e traumatico.
Emani Ellis aveva chiesto un risarcimento che comprendesse le spese mediche, i danni morali e materiali, la perdita di salario e ulteriori somme a titolo punitivo.
“Cardi B ha dichiarato in aula che la causa intentata contro di lei ammontava a 24 milioni di dollari e che, a suo avviso, Emani Ellis cercava soltanto un risarcimento economico. L’avvocato di Ellis, nelle arringhe finali, ha invece sottolineato che spettava alla giuria stabilire la cifra da riconoscere alla propria assistita”, ha riportato nelle scorse ore il giornalista Regan Morris sul sito della BBC.
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Il verdetto e le reazioni
Le accuse rivolte a Cardi B comprendevano aggressione, percosse, inflizione intenzionale di sofferenza emotiva, negligenza e sequestro di persona. Tutte cadute grazie al verdetto favorevole alla rapper.
Uscendo dal tribunale di Alhambra (città situata nella regione della valle di San Gabriel nella contea di Los Angeles, a poco più di dodici chilometri dalla Downtown di Los Angeles), Cardi B ha ringraziato avvocati, stampa e sostenitori, ribadendo la propria innocenza: “Lasciamo perdere tutto questo. Ma avverto: non sono quella celebrità che pensi di citare in giudizio e che poi si accontenta di patteggiare. Soprattutto quando sono totalmente innocente. So di avere una certa reputazione, ma giuro su Dio che sono innocente”, ha dichiarato la musicista.
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La lite legata alla gravidanza
L’episodio contestato da Emani Ellis risale a quando Cardi B era incinta di quattro mesi della sua prima figlia. In quella circostanza, lo studio medico aveva deciso di chiudere la struttura ai pazienti per garantirle privacy, dato che la gravidanza non era ancora di dominio pubblico.
Secondo la versione dell’artista, Ellis, all’epoca in servizio come guardia di sicurezza dell’edificio, l’avrebbe seguita fino al quinto piano, avrebbe pronunciato il suo nome durante una telefonata e tentato di riprenderla, circostanze che avrebbero fatto temere alla rapper la rivelazione della gravidanza. Il tutto sarebbe degenerato soltanto in una “discussione verbale”, mai sfociata in violenza fisica.
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Testimonianze e ricostruzioni in aula
La stessa Cardi B ha negato più volte di aver sfiorato Ellis, pur ammettendo che il confronto si era fatto teso, al punto da ritrovarsi “petto contro petto”.
In aula ha ripetuto: “Non poteva farsi graffiare da me perché non la stavo toccando”.
Molti momenti della sua deposizione hanno fatto il giro dei social, come quando ha descritto Ellis come “security-heavy” (traducibile come “sicurezza elevata”, ma in realtà riferito al peso notevole dell’accusatrice). Interrogata sul presunto insulto riferito al peso, la rapper ha chiarito: “No. La stavo chiamando pu****a”.
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Le unghie acriliche protagoniste del processo
Uno spazio inatteso del processo è stato dedicato alle unghie acriliche tempestare di strass che indossava allora.
Alla domanda se fosse in grado di graffiare qualcuno con quelle unghie, la risposta è stata: “Ma non l'ho fatto perché avevo un bambino dentro di me”.
Quando l’avvocato della controparte le ha chiesto se si considerasse “disabile”, Cardi B ha ribattuto con ironia: “In quel momento, da incinta, ero molto disabile. Vuoi che ti dica le cose che non potevo fare?”, scatenando l’ilarità dei presenti.
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I testimoni oculari
Le deposizioni del ginecologo David Finke, che stava visitando la rapper quel giorno, e della receptionist dell’ufficio, Tierra Malcolm, hanno in larga parte confermato la versione di Cardi B, sostenendo di non aver mai assistito a un contatto fisico tra le due donne.
Tierra Malcolm, invitata a descrivere la lite, ha esitato prima di usare un linguaggio colorito, ma il giudice Ian C Fusselman ha smorzato la tensione con una battuta: “Abbiamo già sentito di tutto, quindi va bene”, provocando ancora una volta risate in aula, come riportato nelle scorse ore dai media americani.
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