Perchè Punkrocker dei Teddy Bears sta facendo successo in Superman

Musica
Giuditta Avellina

Giuditta Avellina

La versione di Punkrocker eseguita dai Teddybears con Iggy Pop chiude il nuovo Superman di James Gunn, trasformando un brano underground del 2006 in un manifesto emotivo. Un inno alla forza della gentilezza come nuova forma di ribellione.

Nessun fragore metallico, nessun ritmo esausto. Solo le voci rauche di Iggy Pop e il beat danzereccio dei Teddybears che risuonano nei titoli di coda: Punkrocker è il colpo di scena finale dell’ultimo Superman. Un brano che ridefinisce il punk non come ribellione violenta ma come gentilezza radicale — la stessa che il nuovo film celebra come superpotere sottilmente rivoluzionario.

Il brano e l’iconica collaborazione

Originariamente pubblicata nel 2006 sul disco Soft Machine, la versione presente in Superman restituisce all’interno dei titoli di coda l’energia cruda di Iggy Pop, storico pioniere del punk. Il tono è punk-electro: roca, senza fronzoli, immediata. Nel finale di Superman, il personaggio si definisce "punk rock" non per il caos, ma per la sua compatibilità con la gentilezza. È un twist emozionale: “essere punk oggi significa resistere con empatia e fiducia”, suggerisce James Gunn, perfettamente accompagnato dal brano che sottolinea questa nuova narrativa eroica. Punkrocker dei Teddybears nella versione con Iggy Pop racconta di un protagonista che guida senza mani, ride di chi finge profondità e si dice persino annoiato dall’essere “dio”: immagini provocatorie che riflettono la noia verso l’omologazione e la celebrità, e il desiderio di vivere fuori dagli schemi. Il ritornello – “I’m a punk rocker, yes I am” – ripetuto con tono disilluso ma fiero, diventa un manifesto di libertà e autenticità. Inserita da James Gunn nei titoli di coda del nuovo Superman, la canzone assume un significato ancora più potente: nel film, Lois definisce Clark “punk rock” per la sua ingenuità idealista, e Superman stesso risponde che forse essere gentili e fiduciosi è la forma più radicale di ribellione. Così, la voce roca di Iggy Pop chiude il film dando corpo a un’idea di eroismo alternativa, umana, e profondamente punk.

Iggy Pop reagisce

A 78 anni, Iggy Pop sorride: “Superman è il miglior amico che potresti avere”.  Ha sempre apprezzato il brano (“ho sempre pensato che avesse anima”) e oggi lo vede come un inno di ottimismo più che di ribellione distruttiva. Il risultato? Boom di numeri e un successo travolgente dall'underground alla cultura mainstream. Se negli anni Settanta il punk faceva a pezzi le convenzioni con caos e protesta, oggi è un inno alla gentilezza: radicato nell’empatia, repulsivo al cinismo. Il brano diventa così un "ritorno dall’inferno": da hit radiofonica minore a chanson onirica di speranza. Provocatorio, sì, ma soprattutto provocatorio per gentilezza. In un film che trasforma l’eroismo in atto di cura, Punkrocker non è un add-on, ma l’epilogo atteso. Un brano che celebra la forza della sensibilità, e che oggi, a modo suo, è diventato il nuovo anthem, il nuovo inno di un rinnovato Superman.

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