Discoverland, Pier Cortese e Roberto Angelini: «Con Niccolò Fabi un viaggio tra amici»
Musica Foto di Giada CampoliIl progetto artistico nato nel 2011 da un'idea di Cortese intreccia parole, esperimenti sonori e, ora, un album di inediti, Ero. Dentro vibrano i sorrisi, i colori e le contraddizioni dell'India, ma anche la saggezza dell'età matura, la legge del Karma e l'amore. Il 3 dicembre una festa a Roma concluderà il tour che ha riempito i teatri, con una promessa di nuova musica
Dalle sedute rosse del Teatro Faraggiana di Novara, spettatori invisibili assistono alle prove di Discoverland, il progetto artistico che intreccia le parole e i suoni dei cantautori Pier Cortese e Roberto “Bob” Angelini. Sul palco ancora in penombra, l’amico Niccolò Fabi misura in tocchi di tastiera l’esplosione di vita che, appena poche ore più tardi, investirà una platea gremita di applausi e sorrisi. Mentre il soundcheck prosegue, dietro quinte di plettri, volumi e casse Cortese racconta "l’idea primordiale di Discoverland", nata nel 2011 nei camerini di un festival. Affascinato dagli esperimenti sonori e dalle nuove tecnologie, il cantautore aveva mescolato due melodie agli antipodi, Via con me di Paolo Conte e gli artici Sigur Rós, una fusione che aveva subito incantato Angelini. "Siamo saliti sul palco e l’abbiamo suonata senza provare. Da allora abbiamo distrutto altre bellissime canzoni", scherza l’altra metà del progetto. Grazie alla scoperta di nuove prospettive, il duo ha fatto incontrare anche Ben Harper e Fabrizio De André, Björk e i Kings of Convenience e molti altri. Tanti piccoli pianeti si sono quindi fusi in singole galassie costellate da chitarre acustiche, musica elettronica, lapsteel, looper e voci. "Abbiamo manipolato con cura e amore i brani di altri cantautori per recuperare l’enorme patrimonio artistico che ha lasciato in noi un segno emotivo e culturale", prosegue Cortese. "Piano piano, però, la decostruzione delle canzoni si è trasformata in un gioco che avevamo già fatto". Così, dopo i dischi Discoverland e Drugstore, "il passaggio agli inediti è stato naturale". Nel settembre 2024, il duo ha pubblicato l’album Ero (FioriRari/Santeria), che si è rivelato una sorpresa per tutti. "All’inizio non ero d’accordo. Io scrivevo le canzoni a casa nel buio, lui me lo immaginavo con l’IPad", scherza Angelini. "Mi dicevo: 'Ma che cosa c’entriamo?'. Invece ci siamo incontrati prima per una jam session in campagna con Leo Pari, Andrea “Fish” Pesce e mio figlio Gabriele, e poi in studio, dove si è unito Niccolò come autore, musicista e cantante. Ci siamo ritrovati a scrivere insieme, una cosa che io non avevo mai fatto. È stato divertente, anche perché se molli un attimo, accetti a carte scoperte di mettere in discussione il tuo lavoro". Una condivisione di strumenti e di anime che lui, Cortese e Fabi avevano già collaudato, non solo nel 2013 nella tournée Ecco, ma anche nel 2019 nell’album Tradizione e Tradimento di Niccolò, che avevano assorbito il sound di Discoverland. Spiega Cortese: "Ci prendiamo cura reciproca delle nostre canzoni, in maniera simbiotica".
I BRANI, DAL VIAGGIO IN INDIA ALLA SAGGEZZA DELL'ETÀ MATURA
Nell’album Ero, otto brani onirici, psichedelici, elettronici e acustici vibrano in armonia. "Ogni canzone rappresenta la tappa di un percorso", spiega Angelini. "La prima, Attimo dopo attimo, è un mantra che entra in testa e prende atto dell’unicità della vita, che ha un inizio e una fine. La seconda, Canto, racconta un ritmo ancestrale che riecheggia già nella pancia. La terza, Ero, è dedicata alla reincarnazione". Le tre semplici lettere, specifica Cortese, racchiudono "ciò che eravamo, ciò che siamo e ciò che probabilmente saremo". Il pretesto di un concerto di Fabi a Mumbai e il successivo viaggio in India dei tre amici ha poi ispirato Gange, un’immersione nelle tradizioni e nella spiritualità di una cultura diversa. "La sorgente del nostro suono e della nostra scrittura è quello che viviamo. Lì abbiamo aperto lo spirito e il cuore", prosegue. "L’India è stata un’esperienza forte per tutti noi, sia fisicamente, sia psicologicamente", aggiunge Angelini. "Ogni centimetro è popolato da persone e colori. All’inizio tu, occidentale, osservi e giudichi quella realtà. Dopo poco, ti rendi conto che i bambini giocano tutti insieme, magari con un pezzo di spazzatura, ma con grandi sorrisi. Le mamme invece lavano i panni, magari per terra, ma parlano e ridono con altre amiche. Forse il problema siamo noi, soli e tristi con la nostra tecnologia, e non loro, così vivaci uno sopra l’altro". Tuttavia, il testo del brano non nasconde le contraddizioni del luogo. "A Varanasi abbiamo vissuto un’esperienza molto forte. Abbiamo visto corpi bruciare, e tutt’intorno c’erano cani e odore di morte". Per Cortese, "in ogni viaggio bisogna fare un compromesso con la diversità, e più aumenta la lontananza, più aumenta il compromesso". Così, alla giusta distanza, tra orizzonti in apparenza distanti possono sorgere connessioni. Anche in un negozio di musica di Mumbai. "Bob ha cercato di suonare a suo modo tutti gli strumenti che, in realtà, avevano una loro tradizione, come il sitar. Gli indiani sono impazziti, erano tutti divertiti". Il fiume orientale sfocia poi negli ossimori che sostengono Terza età, sbocciata "da una melodia che avrebbe potuto prendere una deriva d’amore e che invece, grazie al primo verso “Non ci sento più ora che so ascoltare”, racconta ora l’età matura", spiega Angelini. Infatti, "quando si acquisisce la saggezza, il declino fisico ostacola la capacità di agire". Allora, finché il vigore lo consente, occorre seguire i consigli di Karmatango, che descrive con ironia la legge universale del Karma e la consapevolezza che le scelte definiscono il modo di vivere, anche nei piccoli moti di gentilezza verso sé stessi e verso gli altri: “Regalati un fiore quando nessuno ti vede”, e “Lava la ferita della rabbia col sorriso sulle labbra”. Quasi alla fine del viaggio, si ode ancora il canto di Siren, un’odissea di domande sulla vita. La risposta arriva, forse, da Al di là. È l’amore.
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LA FESTA A ROMA E LA NUOVA MUSICA
Gli accordi di una chitarra si affacciano timidi dallo stomaco del teatro e anticipano lo spettacolo, penultima tappa del tour iniziato il 3 ottobre a Milano. "Lì eravamo un po’ tesi!", confida Angelini. "Ci pensavamo dieci volte prima di premere un pedale. Poi ci siamo rilassati". Cortese prosegue: "È molto romantico ripensare alla prima data, perché ha svelato alla nostra curiosità il possibile volto dei futuri concerti. Noi siamo tre amici che si divertono. Proprio per questo volevamo lasciare un segno. Una notte, io e Bob abbiamo immaginato ogni gesto e suono che avremmo compiuto sul palco". Trasferire dal vivo un disco creato in studio ha affascinato Angelini, non solo perché "siamo in tre", ma anche perché "non ci piace l’idea di tenere sul palco un computer, che crea una distanza e riduce la fiducia tra il musicista e l’ascoltatore. Lo spettacolo deve garantire un tocco di magia, tra illusionismo delle note e scompiglio delle voci". Il 3 dicembre, il trio si esibirà a Roma in una tappa speciale, "perché è l’ultima! Io sono a pezzi!", scherza Cortese. "Non sarà una data normale, ma sarà la nostra festa. Siamo tre romani e abbiamo un sacco di amici", prosegue Angelini, che accoglierà sul palco anche il figlio Gabriele, quasi per un simbolico passaggio di testimone. Dopo gli ultimi inchini, sarà invece tempo di nuovi progetti. "Discoverland ci ha dato una motivazione in più", confida Cortese, che all’inizio dell’avventura non avrebbe mai immaginato un simile slancio del pubblico. "La gente ha avuto fiducia in noi, tre musicisti che collaborano da tanti anni. Niccolò è stato un acceleratore di garanzia, perché lui l’ha messa su di noi, e viceversa. Le persone che hanno riempito i teatri hanno percepito che siamo amici, che ci divertiamo e magari che suoniamo anche discretamente", spiega con fare scanzonato Angelini. "L’esperimento nel quale Niccolò sta al centro, e noi dietro, ha sempre funzionato. Invece, la novità di avanzare in prima fila con la nostra proposta non era scontata. Ora cercheremo di ripagare con un'altra idea la fiducia che abbiamo ricevuto. Non sarà con Niccolò, perché il bello è anche quello", conclude Cortese. Poche ore dopo Fabi, che ha lasciato spazio, ma non la mano, ai compagni di viaggio, li ringrazierà davanti alla platea insieme "alle persone e alle cose che nella vita mi hanno regalato un movimento" e intonerà il suo brano Amori con le ali. "Siamo tutti sul filo di una nostalgia preventiva. È stata un’avventura straordinaria, chissà se ripetibile. Uscire dai panni del cantautore e vedere la musica è di grande insegnamento per me", aggiungerà negli ultimi attimi del concerto, dove non mancherà un omaggio a Ivan Graziani con Monna Lisa. La serata si concluderà con la dedica di Angelini alla cara zia che, proprio quel giorno, ha scelto di andarsene. "Mi è stata vicina all’inizio. Aveva paura che finissi sotto un ponte, ma mi ha dato fiducia. Zia, guarda dove sto!".