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Il successo di Mahmood, in tour in Europa: "Nel 2018 nessuno voleva le mie canzoni"

Musica

Laura Alberti

Foto tratta dal profilo Instagram @mahmood

Diciassette date, molte delle quali sold-out, dal Lussemburgo a Napoli, passando per il Forum d'Assago e per il Palazzo dello Sport di Roma: Mahmood è tra gli artisti del momento. E, il merito, è (anche) di una gavetta piena di no 

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Ne ha fatta di strada, Alessandro Mahmood. Il ragazzino vittima dei bulli, cresciuto in fretta per non soccombere alla strada, è diventato grande. Ed è pronto a prendersi l'Europa. Lo scorso 4 aprile, ha preso il via dal Lussemburgo il suo nuovo tour. Diciassette date, quasi tutte sold-out, a dimostrare che il talento è diventato affermazione.

Mahmood alla conquista dell'Europa

Chimica. È questa la parola d'ordine del tour di Mahmood. Concerti in cui non c'è solo la sua voce. C'è anche, e soprattutto, lui. Lui che flirta col pubblico, lui che guarda negli occhi, lui che si muove sinuoso. Accompagnato da un gruppo di fedelissimi (Francesco Fugazza alla chitarra, Marcello Grilli alla tastiera e Elia Pastori alla batteria, Arya Del Gado e Debora Cesti ai cori), Mahmood canta, balla, si emoziona e si diverte. Trovando con la sua gente una connessione profonda. Perché, questa volta, è come se le persone lo stessero aspettando. Gli italiani che vivono all'estero, e sanno a memoria le sue canzoni. Ma anche i locals, che hanno imparato a conoscerlo sul web. E che, ai suoi concerti, vanno per quell'incredibile mix di toni intimisti e ritmi funk. Per ascoltare le canzoni di Nei letti degli altri, per ballare sulle note di Tuta Gold. Per vedere quanto in alto è in arrivato, quel ragazzo partito dalla periferia, due volte vincitore di Sanremo (tre contando Sanremo Giovani), secondo all'Eurovision, e con Dischi di platino a riempirgli le pareti.

La gavetta

Non è sempre stato facile, per Mahmmod. Oggi si esibisce al Paradise di Amsterdam, casa di mostri sacri come Amy Winehouse e i Rolling Stones. Ieri ha incassato tanti, tantissimi no. Ed è forse proprio questo, che l'ha portato così in alto. Perché, se esplodi a 19 anni, rischi di scoppiare. Di farti travolgere da un successo che non sai gestire. La gavetta, al contrario, ti salva. E ti fa da scuola. Lo sa bene lui che, nel 2018, ha dovuto combattere per far restare i suoi musicisti, scoraggiati dai troppi no. Eppure, Mahmood non si è arreso. Non l'ha fatto davanti ai rifiuti, non l'ha fatto davanti agli insulti. Fino a quando i no sono diventati sì, i brani brutti sono diventati belli. E, poi, si sono trasformati in successi. Che ora risuonano ovunque, firmando la sua consacrazione.

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