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Emis Killa: “Preferisco vendere meno dischi ma avere un pubblico fedele”

Musica

Fabrizio Basso

Esce venerdì 19 maggio Effetto Notte pubblicato per Epic Records Italy/Sony Music Italy. E un album complesso, profondo e, come dice il titolo,, cinematografico. L'INTERVISTA

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Emis Killa fa il suo ritorno nella scena rap italiana con un album che si distanzia dai progetti alla ricerca di una hit da classifica. Come accade per la realizzazione di un film, l’artista ha voluto prendersi del tempo per guardarsi dentro e dare uno sguardo alla sua vita nel passato e nel presente. Sono frequenti e profondi i cenni autobiografici all’interno dell’album, in cui Emis Killa ha voluto fotografare la sua anima e trasferirla in musica. Effetto Notte è un album che ha richiesto del tempo per essere prodotto e che richiede altrettanto tempo per essere compreso e vissuto. Ciononostante, in Effetto Notte non c’è nessuna forzatura, si tratta un disco scritto di pancia ed è per questo che si discosta anche dai classici concept album. I riferimenti ai film, menzionati insieme al titolo di ciascun pezzo, sono giunti a posteriori, a conclusione della fase di scrittura, e in linea con il mood dei racconti. La scelta stessa del titolo dell’album, omaggio al capolavoro meta-cinematografico del regista François Truffaut, esprime appieno il concetto cardine del nuovo progetto di Emis Killa, un racconto del travaglio creativo della composizione di un album.

Emiliano il tuo “Effetto Notte” è un disco sincero, critico, profondo. E’ anche simbolo di una rinascita umana e artistica. Concordi?
Spero di smettere di dovermi confermare ogni anno, c’è tanta competizione, tanti giovani con roba bella e bisogna lavorare per esserci. Ho fatto un album che mi piace, non è semplice, è pieno di contenuto e mi auguro che la gente abbia voglia, essendo ormai abituata a cose virali, di ascoltarlo perché non va in quella direzione. Spero che la gente mi venga incontro.
Si percepisce, a monte, un lavoro lungo e di costruzione costante.
Ho registrato circa 47 provini e molti li ho scartati per definire l’identità dell’album, insomma ho limato certi spigoli. Comunque, un paio di singoli forti ci sono. Sono felice del risultato anche se ho ricevuto mail per l’assenza di alcune collaborazioni: alcuni non potevano, con altri non abbiamo quagliato in teoria avrei altri due dischi nel pc ma qui oggi c’è il meglio, è un album che mi ha sciupato, che ha attraversato momenti di rabbia e nervosismo.
In cosa ti senti cresciuto?
Il 2016 è l’anno in cui è uscita tutta la nuova scena. Io e i miei coetanei ci siamo trovati di fronte a un bivio, c’era una bolla cui molti sono andati dietro e, sono caduti nel tranello. Io ci ho pensato perché spesso se fai musica di qualità per la gente non diventi interessante. Nel 2014 ero fin troppo visibile, vivevo una situazione strana, era un periodo nel quale mi sentivo sottovalutato, ero il teen idol ma io non ero lì per quello. Mi ci è voluto tempo per riposizionarmi e fare crescere i fan veri che si sforzano di capire quello che fai.
E’ proprio cambiato il tuo approccio alla musica.
Nella musica c’è chi fa streaming, va in radio e qualcuno di loro fa anche buoni live anche se è raro. Poi c’è chi ha il pubblico fedele. Nel primo caso è facile sentirsi traditi. Preferisco vendere meno dischi ma avere un pubblico mio, voglio essere il top player di qualcuno.
Come racconti questo tuo nuovo approccio?
Ho fatto musica appositamente settoriale e con questo disco voglio riposizionarmi. Voglio fare quello che mi piace. Ho visto farlo anche da altri colleghi, molti vengono riconosciuti in ritardo nel loro valore. Poi aggiungo che nel nostro lavoro non esistono regole, siamo in balia del pubblico. Spero che quello che ho seminato negli anni sia ripagato. Da piccolo alcuni artisti che ascoltavo per me erano sfigati, crescendo ho imparato ad apprezzarli. Ho molta stima di me stesso.

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Andresti in gara al Festival di Sanremo?
Ci si deve andare col pezzo giusto, come ho sempre detto ti rispondo che non si sa mai. Lazza è andato lì non con un pezzo hip hop, ma era comunque un pezzo bello e giusto per lui. Mi chiedo se sono in grado e mio agio con un tipo di musica diverso. Poi c’è questa storia del pezzo per Sanremo…io lo faccio perché mi piace se poi piace a Sanremo va bene. Io quando ho provato a fare hit estive ho fatto musica brutta. Lazza per me è stato il vincitore morale, è stato l’uomo giusto al momento giusto.
Che pensi del mondo del Rap?
Il Rap è un mondo che ostenta molto ma non mi preoccupa perché la differenza la fa il personaggio. Mi preoccupa che siccome molti artisti fanno certificazioni facili passi il messaggio che sia facile fare rap, mi preoccupa che basti giocare abbastanza bene e finire in serie a, non è così, è un percorso lungo. Per me non è stato scontato fare un forum sold out se penso che suonavo sul bancone di una birreria. Non è semplice avere un seguito accanito di persone che ti capisce.
Il messaggio finale?
Fate una cosa perché vi piace può sembrare una banalità finché non lo provi nella tua pelle.
Ogni brano è abbinato a un film e il titolo è “Effetto Notte” come il film di Truffaut.
Tutte le tracce del disco hanno sottotitoli di titoli di film e mi serviva un titolo portante e tra tutti i film che parlano di film questo è quello che più mi piaceva. Per un periodo ho pensato di chiamarlo Notturno. Su tutti i pezzi ci ho perso notti anche solo per cambiare una parola.
Che pensi dell’Italia?
Ce ne sarebbero di cose da dire ma ricordiamoci anche che n America ti sparano per strada. Potrei dirti che non mi piacciono i ciclisti che non stanno in fila e si mettono uno a fianco all’altro. Il nostro è un paese complicato perché lo sono gli italiani. Gli anni Novanta sono stati belli per l’Italia, si è inventata tanta roba, il lavoro saltava fuori. Comunque sono fiero di essere italiano. Amo viaggiare ma dopo una settimana mi mancano il traffico e chi si manda a cag**e in auto. C’è il calore ma anche il tono scocciato del tassista o del barista puzzano di vero. Ma sempre viva l’Italia! Non capisco di politica, mi inc***o per la musica, per il calcio e ci mancherebbe lo facessi anche per la politica. Per altro non ne capisco nulla però ti dico che non ho molta fiducia nella politica.
Il messaggio finale?
Fate una cosa perché vi piace può sembrare una banalità finché non lo provi nella tua pelle.

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