Eurovision Song Contest 2023, le pagelle della finale

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Louise Bennet/EBU

Sono 26 le canzoni che si sono sfidate in questa serata conclusiva. E dunque altrettanti i Paesi coinvolti. L'Italia è arrivata al quarto posto con Marco Mengoni che si è aggiudicato il premio come miglior composizione. Fantastico, il solo 9 in pagella alla Liverpool Arena. Sul podio Svezia, Finlandia e Israele

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Una vittoria ampiamente annunciata quella della Svezia alla 67/a edizione dell'Eurovision Song Contest (GUARDA LO SPECIALE). Come annunciato è stato il testa a testa con la Finlandia che ha sbancato al televoto, arrivando seconda con Käärijä e il brano Cha Cha Cha. Al terzo posto Israele con Noa Kirel e Unicorn. Marco Mengoni ha conquistato il quarto posto.  Qui le mie pagelle di questa attesa finale (RIVIVI LA SERATA NEL NOSTRO LIVE BLOG).

AUSTRIA -
Teya & Salena - Who The Hell Is Edgar? - VOTO 6/7
Il diavolo e l'acquasanta, Don Camillo e Peppone in versione 2.0 anche se dietro all'ironia c'è l'amarezza per una musica che dà agli artisti pochi mezzi di sostentamento.

PORTOGALLO - Mimicat - Ai Coração - VOTO 6
Come entrare in un Cabaret degli anni Venti. Non è male ma tutto questo rosso abbaglia e il cuore non arriva.

SVIZZERA - Remo Forrer - Watergun - VOTO 6+
Con coraggio affronta il tema del disarmo e della guerra e lo fa anche con profondità. Ma anche lui resta epidermico, almeno in questa finale gli è mancato il graffio.

POLONIA - Blanka - Solo -VOTO 8
Porta a Liverpool un tema ancora oggi tabù, quello dell'erotismo, nonostante Gianna Nannini lo avesse già fatto con la sua "America". Sceglie l'ironia, ci aggiunge un po' di cartoon e non esagera con la sensualità. Performance centratissima!

SERBIA - Luke Black - Samo Mi Se Spava -VOTO 6
Voce sofferente come impostazione, scenografie sulfuree. Sembra Pierrot finito per sbaglio in un film di Romero con gli zombi che escono da ogni anfratto. Questi mashup lasciamoli fare a chi ne è capace.

FRANCIA - La Zarra - Évidemment - VOTO 7
Conturbante, un po' Edith Piaf e un po' Nina Simone. Ha una gestualità attoriale che la rende ipnotica. Lo stacco finale di voce operistico!

CIPRO - Andrew Lambrou - Break A Broken Heart - VOTO 7+
Premesso che tra la cascata alle spalle e i fumi che gli escono da sotto i piedi sembra più in un centro termale che sul palco dell'Eurovision, propone un pop fresco, con degli inserti cantautorali sheeraniani.

SPAGNA - Blanca Paloma - Eaea - VOTO 7/8
Sarebbe piaciuta a Ernest Hemingway...a Pamplona sarebbe diventata la sua musa. Ha una voce fantastica e la sfrutta, minimi infatti gli aiuti musicali. Il laccio nero al braccio le dona quel tocco gladiatorio che non gusta. Per altro siamo in una Arena!

SVEZIA - Loreen - Tattoo - VOTO 8
Claustrofobica la scenografia e il look è manzoniano, sembra di essere nel Lazzaretto. Ma lei ribalta la situazione, si prende il suo spazio e in un finale commovente e catartico ha la sua resurrezione!

ALBANIA - Albina & Familja Kelmendi - Duje - VOTO 5/6
La mettono un po' sulla caciara e la cantante sembra la matrigna cattiva di Biancaneve. Buona coralità ma poca fantasia, poche emozioni.

ITALIA - Marco Mengoni - Due Vite - VOTO 9
Una lezione globale. Ha dimostrato, il nostro Marco, come si possa far vibrare i sentimenti solo con una bella canzone e col bel canto. Non c'è altro da aggiungere. Se non la standing ovation della Liverpool Arena.
 

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ESTONIA - Alika – Bridges - VOTO 8
Che brividi! Col suo vestito azzurro cielo porta il sereno sul popolo dell’Eurovision. Non ha bisogno di fuochi artificiali quando spinge con la voce.

FINLANDIA - Käärijä - Cha Cha Cha - VOTO 5
Una sorta di figura mitologica, un po’ Hulk, un po’ Quasimodo, un po’ un pittbull da combattimento. La versione simil metal del cha cha cha è anacronistica e lui è caricaturale. Peccato perché la voce ha sfumature interessanti.

REPUBBLICA CECA - Vesna - My Sister's Crown – VOTO 5/6
Geishe a una festa paesana con coreografie alla Kataklò e insertini rap. Poi sono belle, sono armoniche…ma un po’ poco per questo palco nonostante un messaggio potente a favore della vita. La sensazione è che abbiamo sentito la pressione.

Australia | Voyager – Promise – VOTO 5
Un deja-vù degli anni Sessanta/Settanta. Che gli abbiano detto che erano invitati a una manifestazione celebrativa di Woodstock? La macchina sul palco anche no.

BELGIO - Gustaph - Because Of You – VOTO 6+
Un cowboy in rosa. Un po’ come la Pantera Rosa. Ha un sorriso che conquista, la voce anche ma la performance non è stata catalizzante. Anche se, va riconosciuto, l’Arena la ha cantata tutta con lui.

ARMENIA | Brunette - Future Lover – VOTO 7/8
Sognante. All’inizio sembra di entrare in una favola poi il pop si fa più aggressivo e lei da fatina diventa felina. Il finale fucsia-caleidoscopico sembra la tavolozza di un macchiaiolo.

MOLDAVIA - Pasha Parfeni - Soarele şi Luna - VOTO 5+
Druidi siciliani. Il loro mantra sembra dire sciuri sciuri poi di certo è una affinità fonetica. Poco originali. Quel più del voto è legato alla performance curata ed evocativa.

UCRAINA - Tvorki - Heart of Steel - VOTO 7-

Il cuore d'acciaio è quello del loro paese che combatte per difendere i suoi confini. I colori nazionali dominano sul palco, tra immagini di montagne e uomini del futuro. Una giusta dose d'elettronica per accrescere la speranza.

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NORVEGIA - Alessandra - Queen of Kings – VOTO 6+
Mi era piaciuta di più durante le semifinali. In finale c’è stato un incipit da gita degli scout che poi è diventato soundtrack di un matrimonio contadino di cento anni fa. Mi spiace perché avevo riposto molta fiducia in lei.

GERMANIA - Lord of the Lost - Blood & Glitter – VOTO 6
Per un attimo ho pensato di essere risucchiato nella nuova stagione di Vikings, col ritorno dal Valhalla di Lochi. Invece era una parentesi metal con rimandi a un mondo pagano di una volta. Un pezzo onesto, nulla più.

LITUANIA - Monika Linkytė – Stay – VOTO 8
Volontaria in Nepal per insegnare musica ai bambini, all’Eurovision incanta. Sceglie l’arancione, colore non facile da indossare (e su di lei è una seconda pelle) e chiude il brano con una sfumatura Gospel: scelta rischiosa perché c'è il pericolo di scivolare nello scontato e invece lei lo pilota diritto al cuore.

ISRAELE - Noa Kirel – Unicorn – VOTO 8
La vera popstar della serata. Padrona del palco e della situazione, intrigante e arrogante (nel senso buono), prende per il corno il suo…unicorno e lo doma. Come fa con la folla presente alla Liverpool Arena in un finale ballerino degno di Broadway. Se per lei l’unicorno è unicità…Noa è “unicissima”.

SLOVENIA - Joker Out - Carpe Diem – VOTO 5/6
Simpatici, divertenti forse un po’ troppo protagonisti e quindi disomogenei. Trasmettono la sensazione di un gruppo dove ognuno corre da solo. Sia chiaro non lo fanno male ma essere band è altro. Probabilmente lo sono ma in finale il solo momento corale è stato l’abbraccio, con inchino, finale.

CROAZIA - Let 3 - Mama ŠČ! - VOTO 7
Musica, spettacolo e l'insegnamento della storia. Si travestono da dittatori e nella loro allegra confusione accendono i pensieri e ci ricordano che non bisogna dimenticare mai. Divertenti!

REGNO UNITO - Mae Muller - I Wrote A Song VOTO 7/8
Si presenta nella penombra come un Bond Girl e poi con lo sguardo, con le giuste trasparenze e con la canzone che conquista l'Arena. Non è di certo un brano di grande originalità, ma Mae sa renderlo unico e speciale.

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