Intervistato dal Corriere della Sera, il cantautore ha raccontato il trauma della perdita del genitore, l'affetto eterno per l'ex-moglie e la passione per il palco: "Tengo alla musica più che a me stesso"
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“Appena nato, quando sentivo musica, smettevo di piangere”. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera Morgan, all’anagrafe Marco Castoldi, ha raccontato l’amore per le note nato ancor prima di leggere il pentagramma. Invaghito di Elvis, Little Richard e Bob Marley, suonati con la chitarra sul muretto della chiesa, e sedotto da Depeche Mode, Brian Ferry, Simple Minds, Dire Straits, Vasco, Venditti, Battisti e Gaber nelle notti di pianobar, causa della bocciatura al liceo, Morgan ha fondato la prima band con gli amici del palazzo a soli sedici anni, nei pigri giorni senza scuola durante la grande nevicata del 1985. Da allora sono nati i Lizard Mixture, gli Smocking Cocks, i Golden Age e i Bluvertigo, ma anche l’incontro con David Bowie dopo un concerto, l’amicizia con Franco Battiato che “mi scrisse anche un pezzo per Sanremo, che però non piacque a me. Così se l’è tenuto Franco”, le vittorie come giudice di X Factor, la scoperta del talento di Marco Mengoni e l’incidente diplomatico con Bugo sul palco di Sanremo 2020. Tra gli artisti più amati resta Luigi Tenco, “perché è la modernità, l’assenza di retorica, l’asciuttezza. Tutti, da Paoli a De André, da Dalla a Mina, sapevano che era il numero uno”. Ad aprile, Morgan tornerà in televisione con Pino Strabioli nelle quattro serate musicali di StraMorgan, con “musicisti giovani e grandi ospiti” che mostreranno che “la musica leggera non evapora; è una cosa che fa volare”.
IL ricordo DEL PADRE
I ricordi di Morgan scorrono indietro fino all’immagine del papà falegname, “che ride felice nei vecchi filmini Super 8. Nella vita vera, mio papà non lo vedevo ridere mai. Era sempre molto serio, buio”. Da lui però è arrivato il regalo più grande: “Era un uomo intelligente, sensibile, a suo modo raffinato, colto. Mi trasmise la passione per la musica. Era un cavaliere, di quelli che aprono le porte alle signore. Un po’ vanitoso: aveva molte cravatte, che custodisco come cimeli: da lui ho imparato una cosa che non sa fare nessuno, annodarmi il papillon. Era affettuoso e dolce, ma poteva diventare molto duro”. Una mattina, quando il quindicenne Morgan si dirigeva verso la scuola in sella alla bicicletta con la sorella Roberta, “papà si avvicinò alla finestra e ci fece ciao con la mano. Non era sua abitudine, e la cosa mi colpì”. L’inaspettato saluto è stato l’ultimo gesto condiviso dall'uomo con i figli. “Era incapace di calcolo, di furbizia. Non sapeva gestire gli affari. Si indebitò. Ma non ebbe il coraggio di rivelarci la sua difficoltà, di dirci: ragazzi, io non ce la faccio. Così si è tolto la vita”. Ancora oggi, il dolore attraversa Morgan: “È una storia che mi ha molto segnato. Ma dovevamo fare i conti con la vita che continuava”.
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LE DONNE DELLA SUA VITA
L’amore per le donne ha poi riempito la vita di Morgan, a partire da quello per Asia Argento, la madre della figlia Anna Lou incontrata al Bellaria Film Festival e compagna di vita per sette anni finché “lei mi ha lasciato. Io non ho mai smesso di amarla, perché quando un uomo ama è per sempre”. Una volta accettato “il terribile dolore della separazione, un inferno che assomiglia molto alla morte”, Morgan ha avuto altre relazioni e altre due figlie, Lara, 10 anni, e Maria Eco, 3 anni, e ora con Alessandra, madre della bambina più piccola, condivide la quotidianità . “È la mia Dori Ghezzi, la mia Claudia Mori: la mia forza”. Tra le donne ammirate da Morgan c’è anche, seppur in veste non sentimentale, Giorgia Meloni: “Non si è montata la testa, è rimasta lei: la madre di sua figlia, l’amica dei suoi amici. Una stakanovista. “Certo che ci tieni”, le ho scritto. E lei: “Tengo all’Italia più che a me stessa”. Un concetto applicabile anche allo stesso Morgan: “La mia droga è il palco. Ho sbagliato tante cose, ma mai un concerto. Anche quando avevo solo tre spettatori, li ho sempre mandati via contenti. Pure io tengo alla musica più che a me stesso”.