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Marracash, al via da Assago il Persone Tour. Un grande show dopo una lunga attesa

Musica

Gabriele Lippi

Ph. Credit Andrea Bianchera

La tournée nei palazzetti, attesa oltre due anni e rinviata per il Covid, è partita dal Mediolanum Forum. Con un live di altissimo livello, come la musica di Marracash

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Oltre due anni di attesa, una pandemia e due album, la guerra, la campagna elettorale in agosto. È successo di tutto prima che Marracash potesse mantenere la promessa fatta ai suoi fan di portare live il frutto della sua maturazione artistica e personale, i brani di due dischi acclamatissimi dalla critica e amatissimi dal pubblico come Persona e Noi, Loro, Gli Altri. Ma l’attesa è certamente valsa la pena, perché la tappa uno che ha aperto ad Assago il Persone Tour 2022 la sera del 13 settembre 2022 è stato uno show memorabile, il primo di sei sold out da 67 mila biglietti venduti, degno della caratura altissima del primo rapper in grado di conquistare il Premio Tenco.

In simbiosi col pubblico

Marra gioca in casa e lo si capisce subito. Non è tanto una questione di decibel, altissimi quelli del pubblico del Mediolanum Forum, quanto di empatia, di energia che scorre in entrambe le direzioni, a doppio senso di marcia, dal palco verso il parterre e gli spalti e dal parterre e gli spalti verso il palco. C’è una comunità di intenti e di vissuto tra l’artista e il suo pubblico, una fratellanza istintiva e reciproca. Lo si capisce su canzoni come Noi e Appartengo – Il sangue, Laurea ad honorem, Love. Lo si capisce quando durante il dj set si sentono il beat e le parole di Popolare, magnifica gemma grezza estratta da Roccia Music, ai tempi della Dogo Gang, prima delle major, prima del successo commerciale di Badabum Cha Cha.

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Due ore e 35 brani

È una delle pochissime concessioni nostalgiche che Marracash fa al suo show, omaggiando chi lo segue dagli inizi, perché il concerto racchiude in sé le tracklist quasi intere degli ultimi due dischi. Sarebbero 27 i punti in scaletta, ma se consideriamo i medley è un viaggio lungo due ore abbondanti all’interno di 35 brani che esplorano la parte più impegnata di Marra con brani come Cosplayer, Quelli che non pensano - Il cervello (con tanto di omaggio a Quelli che Benpensano di Frankie Hi NRG, di cui il pezzo contiene un campione), Giorni stupidi, e quella più intimista con capolavori come Dubbi, Io, Crudelia. Senza dimenticarsi mai le origini, l’animo rap, il senso di sfida contro tutto e contro tutti che è tipico di un ragazzo cresciuto nella periferia milanese, orgoglioso delle sue radici popolari e legatissimo al suo quartiere, la Barona.

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Sul palco con la band e un tenore

È rap al cubo, quello di Marra, che si esibisce accompagnato da una band con cinque musicisti (Jacopo Volpe alla batteria, Claudio Guarcello alle tastiere, Eugenio Cattini alla chitarra, Roberto Dragonetti al basso, Paolo Parpaglione al sassofono) e porta con sé sul palco Vassily Solodkyy, tenore di origine ucraine che esegue dal vivo le parti liriche di Pagliaccio. La band sullo sfondo, lui davanti, a rivendicare lo spazio dell’mc, ringrazia più volte Milano, si emoziona prima di Crazy Love, quando invita il pubblico a dedicare quel brano a qualcuno che per loro è molto importante. Duetta dal vivo con Elisa in Neon – Le ali e in Niente canzoni d’amore e con Massimo Pericolo in Appartengo – Il sangue, lo fa virtualmente con Blanco per Nemesi e Madame per Madame – L’anima.

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Effetti speciali e sonoro perfetto

Non mancano gli effetti speciali in un concerto in cui ogni componente risulta perfetta sotto l’aspetto sonoro come sotto quello visivo, frutto del grande lavoro di 70 persone. Marracash canta su un’asse sospesa a mezz’aria, torna a terra, cambia persino palco andando in coda alla folla del parterre per offrirsi a un contatto ravvicinato con gli ultimi, quelli che mai avrebbero pensato di poterlo vedere da così vicino. La chiusura vede salire sul palco Gué Pequeno, amico di sempre e sodale di lunga data, insieme cantano Brivido e ∞ LOVE. E la voglia di stare sul palco è tale che Gué fa saltare persino la solita finta uscita di scena che precede ogni bis: “Ce ne andiamo?”, gli dice Marra, “Col c…”, risponde lui.

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Ph. credit Andrea Bianchera

Marracash, l’intervista dopo il concerto

Marra, oltre due anni di attesa per un grande show.
Grazie, trovo che sia ambizioso un concerto che rispetta un po’ i dischi.

A un certo punto sembrava che un palco non fosse sufficiente e sei salito su un altro in coda al pubblico in piedi. Anche un po’ una rivincita per chi non si aspettava di certo di poterti vedere così da vicino.
Vero vero, gli ultimi saranno i primi. C’è un po’ quella filosofia dietro e anche la volontà di offrire una cosa che sia uno show, ma a volte ti capita di vedere show che sono troppo show ma in cui manca l’artista, la musica. Io volevo unire entrambe le cose.

È stato un live lungo e impegnativo.
Ho fatto una preparazione prima di questo tour con una serietà e una abnegazione che non avevo mai fatto prima, ho smesso di fumare sigarette. Ho fatto due tour di seguito, è stato uno sbattone ma sono contento.

Per la scaletta hai fatto una scelta molto netta: portando quasi tutti i pezzi degli ultimi due dischi, salvo qualche eccezione.
Questo è il Persone Tour, questi due dischi si meritavano un tour. Non volevo fare un tour sulla carriera, per quello ci sarà tempo, spero. Visto che non sono ancora al livello che devo grattare tutto il repertorio…

Cosa ha capito il tuo pubblico di questi dischi. Cosa ha capito chi magari ha più di 40 anni e ha detto: cavolo, Marracash ha qualcosa di importante da dire.
Secondo me è arrivata tantissimo la componente emotiva, il lato più introspettivo, anche della crisi e del fallimento personale, condivisa e universale. L’aspetto un po’ più ribelle antisistema fa più fatica a emergere. Ma è arrivato il concetto di divisione, è sempre più evidente, sta arrivando a tutti. E un altro grande tema è sintetizzato nella frase "non vuoi problemi, però ce ne saranno”.

Su “il sonno della ragione vota Lega” c’è stato un boato. Ti fa ben sperare?
No, non mi fa ben sperare, a parte il fatto che non so cosa ci sia di buono da sperare, è un po’ come passare dalla padella alla brace…

E infatti il 30% non sa per chi votare.
E li capisco. Sono stato precursore anche in questo (ride).

Nelle immagini video hai inserito anche la Meloni
Ora è facile sparare a zero contro la Meloni. Io non credo mai che queste cose funzionino, penso che si ottenga sempre il risultato contrario. Anni fa fu proprio la campagna degli artisti a rendere popolare Salvini. Non credo alla diffamazione per tirare giù chi non mi piace, non funziona mai. Però è emblematico che proprio una donna si faccia portavoce di idee così conservatrici in totale controtendenza con le battaglie del movimento femminista.
Coi 67 mila che verranno al Forum in 6 date ci riempivi San Siro...
Vedremo. Lo stadio è bello quando puoi permetterti di fare più stadi, non solo uno. Altrimenti è solo fare il gradasso.

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