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Gara da 500 milioni di $ tra BMG e Warner Musica per il catalogo dei Pink Floyd

Musica

Camilla Sernagiotto

©Getty

Un accordo a più zeri dei cerchi olimpici per accaparrarsi la musica della leggendaria rock band britannica è stato rivelato in queste ore dal Financial Times. Si tratterebbe del maggior accordo siglato negli ultimi anni, secondo solo alla vendita della musica di Bruce Springsteen. Ma non è detto che Roger Waters, David Gimour & Co. accettino, quindi la cifra potrebbe anche aumentare

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Tra Bmg e Warner Music ci sarebbe una gara finalizzata ad accaparrarsi l'intero catalogo dei Pink Floyd. Per ora l'offerta sarebbe quella di un accordo da 500 milioni di dollari, come è stato rivelato in queste ore dal Financial Times. Il quotidiano economico-finanziario britannico riporta le dichiarazioni di alcune fonti vicine alla situazione secondo le quali il tentativo di vendita sarebbe ancora nelle fasi iniziali. Tuttavia ciò che è certo è che la leggendaria rock band stia tentando di vendere sia i diritti d'autore sia quelli di registrazione.

La cifra a più zeri dei cerchi olimpici di cui si parla renderebbe quella per il catalogo di Roger Waters, David Gilmour e soci una delle cessioni maggiori degli ultimi anni: dopo quello relativo alla musica di Bruce Springsteen, questo sarebbe l'accordo con la cifra più elevata di tutte. E non è detto che non aumenti...


La gara tra BMG (sostenuta dal gruppo di private equity Kkr) e Warner segna una mossa che il gruppo di  Money e Shine on you crazy diamond scopiazzano dai colleghi Springsteen e Bob Dylan.

Se il processo di acquisizione del catalogo dei Pink Floyd alla suddetta cifra dovesse andare a buon fine, soltanto la cessione di quello del Boss batterebbe il record, trattandosi di 550 milioni di dollari (ossia il maggiore accordo di sempre nella storia dei diritti musicali). La cifra per i Pink Floyd potrebbe comunque salire, arrivando quindi a battere il Guinness dei primati (che per ora spetta a Springsteen).

Invece l'altra icona delle sette note americane (oltre al Boss, s'intende), Bob Dylan, ha scelto un’altra via: ha venduto alla Universal i diritti sui testi di tutte le sue canzoni per la cifra di 300 milioni di dollari, mentre i diritti della musica registrata (compresi "i diritti su multiple nuove pubblicazioni) li ha ceduti alla rivale, la Sony. Se qualcuno si stesse chiedendo come mai la Universal fosse interessata ai diritti sui testi delle canzoni, ricordiamo che a Bob Dylan nel 2016 è stato consegnato il premio Nobel per la letteratura.

Il trend di investimento nel mercato dei diritti d'autore

Negli ultimi tempi si sentono frequentemente notizie di big della musica che decidono di vendere il proprio catalogo ad altri. Le motivazioni sono legate ai tassi di interesse, che negli ultimi anni sono ai minimi storici, e al boom dell'industria musicale in streaming (che negli ultimi tempi è, invece, ai massimi storici). Sono questi due fattori ad aver portato alla tendenza di investire nel mercato dei diritti d'autore, un trend che sta caratterizzando sempre più gruppi di private equity e di investitori istituzionali.

Per sette anni consecutivi, i ricavi nel settore della musica registrata sono aumentati, crescendo del 18,5% nel 2021: lo scorso anno i ricavi del settore sono arrivati a toccare la cifra di 25,9 miliardi di dollari, secondo la Federazione Internazionale dell'Industria Fonografica.
È aumentato anche il giro d'affari derivato dagli abbonamenti a servizi di streaming come Spotify e Apple Music, sottolinea il Financial Times, il che ha contribuito ad aumentare il valore dei diritti musicali, dando inoltre una nuova vita alle canzoni meno attuali: moltissimi brani storici sono tornati in auge.


Il giro d'affari risulta parecchio elevato, con un totale di oltre 3 miliardi di dollari (questa è la cifra che i gruppi Blackstone, KKR e Apollo hanno investito per acquisire diritti d'autore).

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Due tipi di diritti per ciascuna canzone

Il quotidiano finanziario britannico spiega che ciascuna canzone è caratterizzata da due tipi di diritti: c'è un diritto per il songwriting e uno per la registrazione (o master copy).

Molti dei casi di cessione del catalogo di cui stiamo sentendo parlare in questi mesi si riferiscono solamente a una delle due tipologie di diritti ma nel caso dei Pink Floyd si parla di entrambe.
Per questo motivo il catalogo di una delle band più vendute della storia diventa molto appetibile sul mercato, come la gara tra BMG e Warner Music attesta. Questo catalogo è uno degli asset più preziosi che ci siano in circolazione attualmente (e forse non solo attualmente, dato che sarà dura per qualsiasi altro gruppo competere con la potenza dei Pink Floyd, potenza non solo musicale ma anche economica).

Parliamo di un pacchetto che comprende dei cult assoluti, come gli album The Dark Side of the Moon e The Wall… Si capisce perché il mercato stia letteralmente impazzendo. 

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I casi dei cataloghi di Bowie e Sting

Tra gli ultimi casi di cataloghi musicali ceduti, c'è quello dell'intero repertorio di David Bowie (da Space oddity al disco postumo Toy), venduto quest'anno dai suoi eredi a Warner Chappell per oltre 250 milioni di dollari.

Anche un altro celeberrimo musicista britannico, ossia Sting, ha ceduto alla Universal tutte le sue opere, sia quelle da solista sia quelle con i Police, vendendo quindi da Roxanne a Every Breath You Take e Shape Of My Heart.

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I numeri di vendita dei Pink Floyd

I Pink Floyd sono tra le band che più dischi hanno venduto nella storia, con 75 milioni di album soltanto negli Stati Uniti, secondo i dati riportati dalla Recording Industry Association of America. Si tratta quindi di vendite maggiori a quelle di Bruce Springsteen, che nella sua terra (l’America) ha venduto "solo" 65,5 milioni di dischi. Diciamo "solo" rispetto ai Pink Floyd: il gruppo britannico ha venduto più di lui in USA, nonostante lui giocasse in casa.

Ergo, la band inglese si rivela più appetibile del Boss. Ma allora come mai Springsteen ha ricevuto 50 milioni di dollari in più dei Pink Floyd per vendere il suo catalogo? Il ricavato maggiore deriva dal fatto che il catalogo del Boss è stato ceduto nel dicembre 2021, in un clima economico diverso da quello attuale. Oggi i tassi di interesse sono aumentati, per non parlare del rallentamento dell'economia globale causato dalla guerra in Ucraina.

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I Pink Floyd

La band britannica è nata nel 1965 e ha dato alle stampe il primo disco due anni più tardi. The Piper at the Gates of Dawn uscì nel 1967, quando al tempo a guidare il gruppo era il cantante Syd Barrett.

Dopo 14 album in studio che hanno scritto e riscritto la storia del rock (e della musica moderna in generale), l'ultimo capitolo della saga dei Pink Floyd risale al 2014, quando il gruppo ha pubblicato il disco finale The Endless River.

Nel mezzo c'è stato di tutto e di più: The Dark Side Of The Moon, Wish You Were Here e The Wall sono tre dischi che viene la pelle d'oca soltanto a nominare, così come le canzoni Money, Shine On You Crazy Diamond e Comfortably Numb.

Parliamo della band psichedelica più popolare degli anni ’70, non solo in patria (Regno Unito) ma a qualsiasi latitudine.

Di recente il chitarrista e cantante David Gilmour e il batterista Nick Mason sono tornati insieme per incidere la canzone Hey Hey Rise up, brano pubblicato a sostegno del popolo ucraino.

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