Roger Waters non vuole che Facebook usi le canzoni dei Pink Floyd

Musica

Camilla Sernagiotto

©Getty

Il cofondatore, bassista e cantante del celebre gruppo musicale inglese avrebbe detto di no a una richiesta di Mark Zuckerberg per usare il brano “Another Brick In the Wall Part 2” in un film che promuoverebbe Instagram. Il membro storico della leggendaria band ha rivelato durante un incontro del The People’s Forum che la cifra che gli sarebbe stata offerta era "gigantesca" ma lui ha rifiutato. Senza mezzi termini...

Roger Waters ha detto di no a Mark Zuckerberg, rifiutando una generosissima offerta di denaro a fronte del permesso di utilizzare la canzone Another Brick In the Wall Part 2 dei Pink Floyd in un film che promuoverebbe Instagram.

A rivelarlo è stato lo stesso cofondatore, bassista e cantante del celebre gruppo musicale inglese, che durante un incontro del movimento sociale ed educativo The People’s Forum ha mostrato al pubblico un foglio stampato. Ha spiegato che si tratterebbe di una lettera del CEO di Facebook Inc. in cui gli viene chiesto di poter usare il suddetto brano per un'operazione di promozione di Instagram (anche il social network fotografico è di proprietà di Facebook Inc, dal 2012).

La cosa che gli farebbe onore è che la richiesta di Zuckerberg sarebbe stata corredata da una succulenta valigetta piena zeppa di soldi, metaforicamente: "Si tratta di una missiva da Mark Zuckerberg a me.. Con un’offerta di una gigantesca, gigantesca quantità di soldi", queste le parole di Roger Waters mentre sventola il foglio di carta davanti ai presenti, come potete vedere nel seguente video che testimonia quanto accaduto.

La risposta senza mezzi termini di Waters

"E la mia risposta è: 'va*******o! Non ci penso proprio!'", ha chiosato Waters servendosi di un "francesismo" che non lascia spazio a fraintendimenti...

Il motivo per cui l'artista avrebbe tirato in ballo la proposta che gli è stata avanzata? L'ha spiegato lui stesso.

"Ve ne parlo soltanto perché si tratta di una manovra insidiosa con cui vogliono prendere il controllo di tutto. Quindi quelli di noi che hanno un qualche potere... E io ne ho almeno un po', almeno a livello di controllo delle pubblicazioni delle mie canzoni... Dunque non ho intenzione di essere parte di questa stron*ata, Zuckerberg!", ha aggiunto Roger Waters per spiegare in primis la sua posizione in secondo luogo la sua scelta di parlarne proprio in quella circostanza.

The People’s Forum è un movimento sociale il cui scopo è quello di dare voce alle classi che sono marginalizzate e la riunione a cui il musicista è stato invitato ha portato a discutere circa la causa di WikiLeaks e del suo fondatore, Julian Assange, tuttora in stato di arresto.

Questo dibattito sarebbe stato il terreno fertile, secondo Roger Waters, per parlare anche del suo categorico no a Facebook.

Ma perché il cantante non si è limitato a declinare l'invito di Zuckerberg, dicendo un semplice "no, grazie", ma si è invece incredibilmente sdegnato? Il fatto che Facebook Inc. abbia sottolineato come il brano dei Pink Floyd sia ancora assolutamente attuale e necessario per la società di oggi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

"Eppure lo vogliono usare per garantire a Facebook e Instagram di diventare ancora più grandi e potenti di quanto non siano già, fine di poter andare avanti con il censurarsi tutti quanti!", ha concluso Roger Waters.

Roger Waters, formerly of Pink Floyd, performs on stage at the Wall concert, Berlin, Germany, 21st July 1990. (Photo by Michael Putland/Getty Images)

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