
Un vero spirito libero, capace di scrivere meravigliosi testi a cavallo tra beat generation, pop e rock. Augusto Daolio, leader e voce dei Nomadi, avrebbe compiuto il 18 febbraio 78 anni. La sua prematura scomparsa nel 1992 a causa di una malattia, ha lasciato nella storia della musica italiana moderna un grande vuoto che si sente ancora oggi

Scomparso prematuramente, a soli 45 anni a causa di un repentino cancro che lo colpiì nel 1992, il cantautore e storica voce dei Nomadi, Augusto Daolio avrebbe compiuto oggi, 18 febbraio, 78 anni. Ecco la fotostoria che ricorda i momenti più belli della sua carriera, passata tra musica, colleghi e vita privata
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Definito “Il vagabondo della musica italiana”, parafrasando Io vagabondo (Che non sono altro) dei Nomadi, Augusto Daolio è nato il 18 febbraio del 1947 a Novellara (Reggio Emilia)
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È conosciuto non solo per essere stato uno tra i più grandi cantautori italiani, nonché co-fondatore insieme a Beppe Carletti, del collettivo musicale Nomadi, ma anche un talentuoso artista poliedrico. Capace di dedicarsi non solo alla musica, ma ad altre forme d’arte come la pittura e la scultura, sue grandi passioni. I suoi quadri vennero anche esposti nel 1991 a Novellara, oggi in mostra all’Associazione Augusto Per La Vita, fondata dalla compagna Rosanna Fantuzzi e dedicata alla ricerca di una cura contro il cancro
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Augusto Daolio si appassionò alla musica da adolescente, in quell’epoca definita come Beat Generation. Insieme all’amico Beppe Carletti, fondò il suo primo gruppo detto “I Monelli”, che ebbe un discreto successo locale. Ma che, soprattutto, lo portò alle soglie del 1963 a pensare molto più in grande e dare vita a quelli che poi sarebbero stati i Nomadi, destinati a segnare con le loro canzoni la vera tradizione della musica italiana del ‘900
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La formazione originaria dei Nomadi nel 1968: Augusto Daolio (voce), Beppe Carletti (tastiere), Gianni Coron (bassista), Gabriele Copellini (batterista), Franco Midili (chitarrista)
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Capace di dedicarsi a testi per la musica leggera e per il pop, Augusto Daolio era in realtà un vero maestro in questo campo, dedicandosi spesso anche alla scrittura di brani impegnati, politici e ricchi di messaggi
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Nella band dei Nomadi, Augusto Daolio scelse di prestare la sua voce diventandone il cantante nonché la sua penna per la scrittura di molti testi
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Nato come uno dei primi gruppi italiani rappresentanti della Beat Generation in un’epoca ricca di rivoluzione e innovazione, i Nomadi furono in realtà un gruppo estremamente versatile, in grado con le loro composizioni, di passare efficacemente da brani di natura pop pensati per il grande pubblico a vere e proprie “chicche” del rock italiano, senza dimenticare le vaghe incursioni nel prog e nel folk
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Tra le canzoni più famose di Augusto Daolio e dei Nomadi, Io vagabondo (Che non sono altro) successo del 1972, Dio è morto (se Dio muore, è per tre giorni poi risorge), ma anche Ti voglio, Ho difeso il mio amore, Un pugno di sabbia e Un giorno insieme. Non possono mancare Crescerai, Tutto a posto, Canzone per un’amica, Io voglio vivere, Sangue al cuore e Dove si va

Con i Nomadi, Augusto Daolio compose la bellezza di 19 album, a partire dal debutto nel 1967 con Per quando noi non ci saremo all’ultimo disco del 1992, Ma noi no

Sono molti i colleghi e conoscenti che hanno da sempre descritto Augusto Daolio come un vero spirito libero, aperto all’innovazione in tutti i campi, senza però perdere quella semplicità, umiltà e gli occhi da bambino che lo hanno da sempre contraddistinto. Molto carismatico, furono però i suoi pezzi dallo stampo più malinconico a raccogliere il successo del pubblico

Augusto Daolio che oggi, 18 febbraio 2022, avrebbe compiuto 75 anni, è scomparso alla prematura età di 45 anni il 7 ottobre 1992 a causa di un cancro ai polmoni

Nonostante non abbia mai avuto figli, Augusto Daolio ha amato per ben 23 anni, dalla sua giovinezza alla prematura scomparsa, un’unica donna, Rosanna Rosy Fantuzzi