Sanremo alla MoViola, gli ascolti da bonus facciata e questa bici di diamante di Amadeus

Musica

Alessio Viola

Il Festival ha unito tutti, artisti e pubblico, in un grande appuntamento collettivo. La novità è che stavolta volevamo proprio esserci.

50%, 60%, stasera finalissima, sarà 80%? 110%? Ormai i numeri di questo Festival (LO SPECIALE - LA SCALETTA DELLA FINALE - I TESTI)  sono da bonus facciata. Sempre più indietro gli anni dei confronti, serata più vista dal 2005, dal ’97, dal ’95. E’ la bici di diamanti di Amadeus questo Festivalone tornato Nazionale (IL LIVE - LE PAGELLE DELLA FINALE). Ora è tosta, perché glielo chiederanno il quarto, eccome. Lui arriverà a postare anche foto con gli scatoloni per dire che non lo rifarà (bissare questo successo mette i Brividi cit. Mahmood e Blanco) ma poi vabbè, la storia la sappiamo quindi chissà. (LA CONFERENZA STAMPA DELLA FINALE - IL DIETRO LE QUINTE)

 

Volevamo proprio esserci

 

Sangio, Blanco, Aka, Rkomi, Lauro, Mahmood, Elisa, Emma, Morandi, Ranieri, Zanicchi, se non ti fermi ai nomi e guardi gli anni è una foto di famiglia con nonni, genitori, figli e nipoti vari. Ci sono sneakers, torsi nudi, smoking, tinte dei capelli, melodia e autotune, flessioni e scale fatte piano piano, tutti in salotto per la festa. E c’è questa cosa che al pranzo di famiglia stavolta, clamorosamente, ci volevamo proprio andare. Ci andava di stare là, di ritrovarsi. Il salto è stato quello. Succede con il calcio, con il presidente della Repubblica, con la musica e da quando la tv è sempre più esperienza intima su cell o pc, ci andava di avere quel momento collettivo che non è tanto il noi, ma il noi nello stesso momento. Citando la Vanoni, è il bello dell’appuntamento. Non è un caso che nei confronti degli ascolti tv si arriva ad anni in cui non c’era neanche lo starTac.

Cosa resterà

 

Mahomood e Blanco, Elisa, Morandi, Irama, Sangiovanni. Probabile che stasera si tratterà solo di mettere in ordine questi cinque. Col televoto che spingerà in alto alcuni, sala stampa altri ecc. Ma ormai non c’è quasi bisogno di un vincitore della partita quando ha vinto proprio la partita. Di questo Festival resterà Ama, Fiorello, Jova, l’amicizia (peccato non averli visti ieri sera tutti e tre insieme), Zalone, Drusilla, Blanca e Blanco, Amadeus diventato lo Zaia del Festival. In strada davanti all’Ariston è tornato anche qualche sosia, con la mascherina sì, ma il termometro della normalità della festa di paese (minuscolo e maiuscolo insieme) che è Sanremo sono anche loro. Di questo Festival resteranno pure gli artisti in bolla (Rettore dice che questa cosa ha fatto sì che tra i cantanti, stando più insieme tra di loro e meno impegnati ai tour de force in giro nella bolgia, si sia creata una bellissima e inedita complicità), i gazebo per i tamponi, le file per i tamponi e la voglia di liberarsene davvero presto. E’ questa che ha condizionato proprio tutto. Torneremo ad abbracciarci, si diceva. E dove se non davanti a Sanremo?

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