
Roberto Benigni compie 70 anni, tutti i suoi film da attore e regista. FOTO
Figlio di contadini, l’artista è nato il 27 ottobre 1952 in provincia di Arezzo. Ha esordito al cinema come attore nel 1977 con "Berlinguer ti voglio bene" di Giuseppe Bertolucci e come regista nel 1983 con "Tu mi turbi". L’ultima pellicola che ha diretto è, per ora, "La Tigre e la neve", l’ultimo ruolo sul grande schermo Geppetto nel "Pinocchio" di Matteo Garrone. In mezzo ci sono grandi successi, come il capolavoro "La vita è bella" che gli ha regalato l’Oscar

Il 27 ottobre 2022 compie 70 anni una star mondiale del cinema italiano: Roberto Benigni. Figlio di contadini, è nato nel 1952 a Manciano La Misericordia, frazione di Castiglion Fiorentino (Arezzo). L’esordio sul grande schermo come attore è stato nel 1977 con Berlinguer ti voglio bene di Giuseppe Bertolucci. Nel 1983 il debutto come regista con Tu mi turbi. Negli anni ha incassato successi - da La vita è bella a Pinocchio - e riconoscimenti: è l’unico italiano ad aver vinto l’Oscar come miglior attore. Per celebrarlo, ecco tutti i film di e con Roberto Benigni
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Dopo il teatro, il primo film da attore di Benigni è Berlinguer ti voglio bene del 1977 (nella foto), diretto da Giuseppe Bertolucci. Interpreta Mario Cioni, un 25enne del sottoproletariato toscano con il mito di Enrico Berlinguer. La sua carriera cinematografica prosegue con ruoli di secondo piano. Nel ’79 partecipa a Letti selvaggi (episodio Una mamma) di Luigi Zampa, I giorni cantati di Paolo Pietrangeli, La luna di Bernardo Bertolucci, Chiaro di donna di Costa–Gavras. È anche il protagonista - un bizzarro maestro elementare - in Chiedo asilo di Marco Ferreri
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Risale a quegli anni il sodalizio con Renzo Arbore, che nasce in tv e prosegue al cinema. Nel 1980 esce Il Pap'occhio (nella foto), prima regia cinematografica di Arbore e film comico diventato cult ma a lungo censurato. La trama: il Papa convoca Arbore e lo incarica, insieme alla sua compagnia, di mettere in scena uno show per la tv vaticana. Ma Benigni ha deciso di tradirlo. Benigni è anche nel film di Arbore del 1983 "FF.SS." - Cioè: "...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?", viaggio goliardico nei vizi dell'Italia degli anni '80
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Ma prima, nel 1981, Benigni è nel film Il minestrone, diretto da Sergio Citti. Nel cast ci sono anche Ninetto Davoli, Franco Citti e Giorgio Gaber. Benigni interpreta il Maestro, un accattone specializzato nelle fughe - dopo aver mangiato e senza pagare - da ristoranti, trattorie e tavole calde di Roma
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Nel 1983 arriva il debutto di Roberto Benigni dietro la macchina da presa: è il regista di Tu mi turbi. Si tratta di un film in quattro episodi che s’inserisce nella più limpida tradizione del cinema comico all'italiana. Benigni è anche attore: interpreta Benigno, che nei vari episodi è un pastore, un giovane, un disoccupato e un soldato. In tutti gli episodi si parla di Dio. Tra le scene cult, quella del turno di guardia davanti al Vittoriano. Nel film c’è anche Nicoletta Braschi, che diventerà moglie di Benigni e partner in diversi film
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Nel 1984 esce un altro film cult: Non ci resta che piangere (foto). La pellicola è scritta, diretta e interpretata da Roberto Benigni e Massimo Troisi. Sono Saverio e Mario, insegnante e bidello amici di lunga data che si ritrovano a viaggiare nel tempo. Il film, successo di critica e pubblico che si piazza tra i migliori incassi della stagione, è pieno di gag e tormentoni entrati nel linguaggio comune e diventati immortali. In questi anni esce pure Tuttobenigni: diretto da Giuseppe Bertolucci, è la raccolta degli spettacoli comici tenuti da Benigni nelle piazze
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Benigni sbarca poi negli Stati Uniti e si fa dirigere dall’amico Jim Jarmush. Nel 1986 esce il film Daunbailò (Down by Law): interpreta Roberto, un turista italiano che si ritrova in carcere negli Usa e conosce Zack e Jack, interpretati da Tom Waits e John Lurie. Benigni è anche nella serie di cortometraggi Coffee and Cigarettes, che hanno come tema comune il momento del caffè e della sigaretta: girati in periodi diversi, nel 2003 esce il film - sempre diretto da Jarmusch - che li contiene

Nel 1988 Benigni è regista e attore ne Il piccolo diavolo. Recita al fianco di Walter Matthau e interpreta un diavoletto che, uscito dal corpo della parrucchiera Giuditta, è sulla terra per scoprire il mondo. La pellicola fa record d’incassi al botteghino. Segna anche l’inizio della proficua collaborazione con lo scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami

L’anno dopo, nel 1991, Benigni recita nel film a episodi Taxisti di notte (Night on Earth), diretto ancora da Jim Jarmusch. Compare nell’episodio Roma e interpreta Gino, un tassista toscano che, mentre gira per la capitale italiana spenta e desolata, racconta ai suoi clienti delle sue passioni giovanili e perverse. Mentre parla dei suoi amori non proprio ortodossi, il prete che ha a bordo ha un infarto

Nello stesso anno Benigni è regista e attore in un altro film cult, Johnny Stecchino. Interpreta Dante, un autista di scuolabus per ragazzi disabili. Una sera viene quasi investito da Maria. La donna inizia a cambiare il look di Dante: gli disegna un neo, gli mette uno stuzzicadenti in bocca, lo veste in modo elegante. Lo chiama Johnny. E Johnny (Stecchino) si chiama anche suo marito, un boss mafioso a cui Dante somiglia. Seguono una serie di equivoci. Celeberrima una delle frasi del film, quel “Nun me somigghia pe' niente” detto dal pentito Johnny al suo sosia

Nel 1993 Benigni recita in Il figlio della pantera rosa (Son of the Pink Panther). Si tratta dell’ultimo capitolo della saga originale della Pantera Rosa, diretto da Blake Edwards. Gli viene affidata la parte di Jacques Gambrelli, il figlio dell'ispettore Clouseau (l'indimenticabile Peter Sellers)

Nel 1994 Benigni torna dietro la macchina da presa per dirigere Il mostro. Anche questa sceneggiatura è scritta dall’artista in collaborazione con Vincenzo Cerami. È un successo: la pellicola è campione d’incassi e si piazza al primo posto della stagione cinematografica. La trama: in una zona della periferia romana si verificano da anni degli omicidi che si pensa siano opera dello stesso killer, i sospetti - a causa di una serie di equivoci - ricadono sul 40enne disoccupato Loris (interpretato da Benigni)
![Giorgio Cantarini, La vita è bella, Nicoletta Braschi, Roberto Benigni (KIKA) - ROMA - Buon compleanno a La Vita è Bella: il film di Roberto Benigni, commovente affresco della persecuzione ebraica e delle deportazioni seguite alle leggi razziali durante il ventennio fascista, festeggia oggi i vent'anni dal Premio Oscar, consegnato tra l'altro a Benigni da una emozionata Sophia Loren.LEGGI ANCHE: Oscar: gli italiani che hanno trionfato agli Academy AwardsLa pellicola è diventata un vero e proprio manifesto, che ha contribuito a riportare il cinema italiano sui palchi delle cerimonie di premiazione non solo per le pellicole in lingua originale ma anche come destinatario di premi più importanti: Benigni è il primo attore non anglofono ad aver ricevuto l'Oscar al miglior attore in un film in lingua straniera.LE CURIOSITà SUL FILM[galleria]La vita è bella, basato sui ricordi di Rubino Salmonì. sopravvissuto al campo di sterminio, è entrato di diritto nel novero dei film più rappresentativi per quanto riguarda la storia dell'Olocausto ebraico. Si è detto e scritto tanto sul film ma... sei proprio sicuro di sapere tutto a riguardo? Ecco 10 curiosità su La Vita è Bella che forse non conoscevi...LEGGI ANCHE: Il Giorno della Memoria: 10 film per non dimenticare[video mp4=https://www.kikapress.com/kikavideo/mp4/kikavideo_194802.mp4 id=194802]](https://static.sky.it/images/skytg24/it/spettacolo/cinema/approfondimenti/roberto-benigni-film/14-benigni-la-vita-e-bella-kika.jpg.transform/gallery-horizontal-mobile/3043efd708b7cbdf473321335a1e3cb76f81f011/img.jpg)
L’apice del successo per Benigni arriva nel 1997, quando esce il film capolavoro La vita è bella. L’artista è regista e anche attore: interpreta Guido Orefice, un toscano di origini ebraiche innamorato della maestra elementare Dora e di loro figlio Giosuè. Quando durante la II guerra mondiale le deportazioni distruggono i loro sogni, Guido s’inventa un gioco per rendere la vita di Giosuè nel lager più sopportabile. Candidato a 7 premi Oscar, il film ne vince 3: miglior attore protagonista, miglior film in lingua straniera, miglior colonna sonora a Nicola Piovani

Nel 2002 esce Pinocchio: Benigni firma la regia, la sceneggiatura (con Vincenzo Cerami) e la produzione. Interpreta anche il burattino. Sceglie di rimanere fedele al romanzo di Carlo Collodi e le differenze tra la pellicola e il libro sono poche. Costato 45 milioni di euro, è il film più costoso della storia del cinema italiano. La critica è divisa, con una parte che parla di mancanza di sentimento nella recitazione dei personaggi

Nel 2005 esce l’ottavo - e per ora ultimo - film scritto e diretto da Benigni: La Tigre e la neve. L’artista interpreta Attilio Di Giovanni, insegnante di poesia all’università. È innamorato di Vittoria (Nicoletta Braschi). La donna sta scrivendo un libro su Fuad, poeta persiano, e va a Baghdad per incontrarlo. Rimane ferita in un bombardamento e Attilio, quando lo scopre, la raggiunge in Iraq

Per ritrovare Benigni al cinema bisogna aspettare il 2012, quando arriva nelle sale To Rome with Love. Il film è diretto da Woody Allen. Benigni interpreta Leopoldo, un romano che vive una vita monotona con la moglie e i due figli. Fino a quando una mattina si sveglia e, inspiegabilmente, scopre di essere diventato una celebrità (nella foto, Benigni e Allen sul set a Roma)

L’ultima apparizione al cinema di Roberto Benigni, per ora, è nel ruolo di Geppetto nel film Pinocchio, diretto da Matteo Garrone e uscito nel 2019. La pellicola è basata sul romanzo per ragazzi Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi. “Un grande personaggio, una grande favola, un grande regista: fare Geppetto diretto da Matteo Garrone è una delle forme della felicità”, ha detto Benigni in un’intervista. “Girare finalmente Pinocchio e dirigere Roberto Benigni sono due sogni che si avverano in un solo film”, ha replicato Garrone
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