I 50 anni di Sorrentino: i registi italiani che hanno vinto l’Oscar. FOTO
Nel 2014 La grande bellezza è stato l’ultimo film italiano ad aver conquistato la statuetta come “miglior film in lingua straniera”. Il primo a riuscirci era stato Vittorio De Sica con Sciuscià e Ladri di biciclette. Poi nel corso dei decenni questo onore è toccato ad altri grandi autori del cinema tricolore, da Fellini a Petri, fino a Benigni
A cura di Pietro Pruneddu
Dalle quattro statuette vinte da Vittorio De Sica al “Roberto” gridato da Sophia Loren per annunciare la vittoria di Benigni, dai trionfi di Fellini al successo di Paolo Sorrentino. Il cinema italiano si è ritagliato numerosi momenti indimenticabili ai premi Oscar. Ecco una carrellata dei nostri registi che con i loro film hanno conquistato i consensi dell’Academy
L'intervista del direttore di Sky Tg24 Giuseppe De Bellis a Paolo Sorrentino
A partire dal Dopoguerra agli Oscar venne introdotta una nuova categoria, quella del premio speciale per il miglior film in lingua straniera. Nella prima edizione con questa novità, nel 1948, ci fu subito un trionfo per l’Italia: la statuetta andò a Sciuscià di Vittorio De Sica (che non volò a ritirarlo a Los Angeles)
Oscar, tutti i film italiani vincitori
Girato pochi mesi dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Sciuscià uscì nei cinema italiani nella primavera del 1946. Considerato uno dei capolavori del neorealismo, racconta la storia di due piccoli lustrascarpe che lavorano nei marciapiedi di Roma prima di finire in un carcere minorile
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Due anni dopo, la giuria degli Academy Awards premiò il bis per Vittorio De Sica. Nella cerimonia del 23 marzo 1950, il premio onorario al miglior film straniero andò a Ladri di biciclette
Ladri di biciclette torna restaurato in sala. VIDEO
Uscito nel 1948 in Italia e nel 1949 negli Usa, Ladri di biciclette è un classico senza tempo del neorealismo italiano. Racconta l’indimenticabile storia dell’attacchino comunale Antonio Ricci, a cui viene rubata la bicicletta fondamentale per il suo lavoro, e del figlio Bruno
I pilastri del cinema italiano
La categoria apposita di Miglior film in lingua straniera, con tanto di cinquina in nomination, venne creata a partire dal 1957. E la prima edizione con la nuova formula vide una vittoria italiana grazie a La strada di Federico Fellini (foto: Archivio Luce)
Federico Fellini, 100 anni fa nasceva a Rimini il più grande regista del cinema italiano
La strada venne presentato alla Mostra del cinema di Venezia nel 1954, ben tre anni prima di vincere l’Oscar. La storia di Gelsomina (Giulietta Masina) e del circense Zampanò (Anthony Quinn) fu candidata anche nella categoria di Miglior sceneggiatura originale, ma vinse solo l'Oscar al miglior film straniero
A Federico Fellini dedicato un tratto del Lungotevere
Nel 1958 Fellini mise a segno un’incredibile doppietta. Grazie a Le notti di Cabiria vinse la statuetta per il miglior film in lingua straniera in due edizioni consecutive. In questa foto il premio è tra le braccia di Giulietta Masina, protagonista del film e moglie di Fellini
La storia della prostituta Cabiria, interpretata da Giulietta Masina, l’attrice moglie di Fellini, regalò al regista la sua seconda statuetta consecutiva
Fellini portò a casa il suo personale tris agli Oscar nel 1964, dove trionfò ancora una volta nella categoria del miglior film straniero con 8½, uno dei suoi capolavori
8½, secondo i critici uno dei più grandi film di tutti i tempi, è la storia del regista Guido Anselmi, alter ego di Fellini interpretato da un indimenticabile Marcello Mastroianni, alle prese con una crisi esistenziale tra fantasie e realtà, sequenze oniriche e ricordi di donne che ha amato
Nel 1965 la statuetta del miglior film straniero prese ancora una volta la via dell’Italia. Vittorio De Sica vinse il suo terzo Oscar personale firmando la commedia Ieri, oggi, domani. Il regista non amava andare alle cerimonie a Los Angeles ma aspettava il verdetto da casa
Ieri, oggi, domani è una delle vette della commedia all’italiana. Il film è composto da tre episodi ambientati in diverse città e basati su soggetti di Eduardo De Filippo, Alberto Moravia e Cesare Zavattini. Straordinari protagonisti sono Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Una scena in particolare, quello dello spogliarello della Loren, è passata alla storia
L’Oscar al miglior film straniero torna in Italia nel 1971, grazie a Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, di Elio Petri
Già vincitore del Grand Prix a Cannes, il film di Petri trionfò anche agli Oscar trascinato dalla magistrale prova attoriale di Gian Maria Volonté, che interpreta un alto dirigente di Pubblica Sicurezza a Roma che uccide la propria amante
Anche l’anno dopo, nel 1972, l’Oscar per il miglior film straniero fu assegnato a un film italiano: si tratta de Il giardino dei Finzi Contini, quarta statuetta personale per Vittorio De Sica, che ancora una volta non andò a ritirare il premio di persona
Il quarto e ultimo Oscar di De Sica arrivò grazie alla trasposizione cinematografica del romanzo di Giorgio Bassani. Vincitore anche dell'Orso d'oro a Berlino, è la storia di una famiglia ebrea di Ferrara durante il fascismo
Nel 1975 Federico Fellini conquistò il suo quarto Oscar per il miglior film straniero con Amarcord. Per questo film ottenne anche la sua quarta candidatura come miglior regista (le altre per La Dolce vita, 8½, Satyricon), riconoscimento che non riuscì mai a vincere. A queste vanno aggiunte altre 8 nomination senza vittoria per la miglior sceneggiatura
Amarcord è uno dei film più celebri di Fellini, diventato anche un neologismo italiano per indicare una “rievocazione nostalgica”. La Rimini onirica degli anni ’30 è una grande metafora autobiografica della giovinezza del regista
Per una vittoria italiana agli Oscar bisogna aspettare fino al 1988. L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci è un vero trionfo e porta a casa 9 statuette su altrettante candidature: miglior film, miglior regia, miglior fotografia, miglior costumi, miglior sceneggiatura non originale, miglior montaggio, miglior sonoro e migliore colonna sonora (a Ryuichi Sakamoto e David Byrne)
Quella di Bertolucci è stata finora la prima e unica volta che un italiano ha vinto nella categoria di miglior regia. Il kolossal (produzione internazionale Italia-Cina-Regno Unito) è la biografia su schermo dell'imperatore cinese Pu Yi ed è stato un successo di botteghino su scala globale
L’Italia torna ad esultare nel 1990 grazie a Nuovo Cinema Paradiso, che regala a Giuseppe Tornatore la statuetta per il miglior film in lingua straniera. Non capitava a un film italiano da 15 anni
Il film è la storia di Salvatore, un regista originario della Sicilia che vive a Roma. Torna nel suo paesino d’origine dopo 30 anni di assenza per il funerale del protezionista Alfredo, suo mentore d’infanzia e colui che lo fece innamorare del cinema. Indimenticabile il finale, con la sequenza di baci censurati
Un altro Oscar per l’Italia è arrivato nel 1992 con Mediterraneo di Gabriele Salvatores (foto della premiazione: YouTube)
Si tratta della storia di un gruppo di militari italiani che durante la Seconda guerra mondiale, nel 1941, vengono abbandonati in una disabitata isoletta dell'Egeo. Dopo il rientro a casa dovranno fare i conti con i ricordi e il fascino di quell’esperienza
Nel 1993 Federico Fellini porta a casa un’altra statuetta, l’ultima della sua straordinaria carriera. L’Academy gli tributa l’Honorary Award, il premio alla carriera appunto, “in riconoscimento dei suoi meriti cinematografici che hanno entusiasmato e intrattenuto il pubblico mondiale”. Saranno Sophia Loren e Marcello Mastroianni a premiarlo a Los Angeles
Due anni dopo, nel 1995, un altro Oscar alla carriera viene assegnato a un regista italiano: questa volta si tratta di Michelangelo Antonioni, premiato “in riconoscimento del suo posto tra i massimi maestri dell'estetica visiva e stilistica nel cinema”
Il 1999 è l’anno del trionfo di Roberto Benigni. Il suo La vita è bella vince l’Oscar come miglior film straniero, il premio come miglior attore protagonista e quello per la colonna sonora di Nicola Piovani. Rimane negli annali la grandiosa esultanza di Benigni che dopo l’annuncio di Sophia Loren arriva sul palco camminando sugli schienali delle poltrone
Il film, uno dei maggiori successi italiani di pubblico di tutti i tempi, è la storia di Guido Orefice, un uomo ebreo deportato con la sua famiglia in un campo di concentramento nazista, che riesce con una serie di stratagemmi fantasiosi a proteggere il figlio dagli orrori dell’Olocausto
Bisogna attendere altri 15 anni per rivedere un film italiano trionfare come miglior opera in lingua straniera. Nel 2014 Paolo Sorrentino si aggiudica la statuetta con La grande bellezza e sul palco tiene un discorso di ringraziamento diventato subito un cult: elencando le sue fonti di ispirazione cita Fellini, Scorsese, i Talking Heads e Maradona
La grande bellezza è un grande omaggio a Roma, Città eterna raccontata nel vagare per feste e posti incantati del protagonista Jep Gambardella (interpretato da Toni Servillo)
L’ultima vittoria italiana agli Oscar è il premio alla carriera tributato dall’Academy a Lina Wertmüller nel 2020, “per il suo provocatorio scostamento dalle norme politiche e sociali trasmesso con coraggio attraverso la sua arma preferita: l'obiettivo della macchina da presa”