
Julianne Moore compie 60 anni: da Still Alice a Game Change, i migliori film dell’attrice
La star statunitense, nata il 3 dicembre 1960, debutta sul grande schermo nel 1990 con il film “I delitti del gatto nero”, mentre ottiene successo a livello internazionale con “Nine Months - Imprevisti d’amore" e “Il mondo perduto - Jurassic Park”. Poi, tante pellicole acclamate dalla critica, da “Boogie Nights” a “The Hours”. Tra i premi, il Golden Globe per “Game Change”, in cui veste i panni di Sarah Palin, e l’Oscar per la magistrale interpretazione in “Still Alice” nel 2014. LE FOTO

Il 3 dicembre 2020 Julianne Moore compie 60 anni. L’attrice statunitense, nata nel 1960, ha debuttato sul grande schermo nel 1990 con il film “I delitti del gatto nero”, mentre ha ottenuto il successo a livello internazionale con “Nine Months - Imprevisti d’amore" e “Il mondo perduto - Jurassic Park”. Poi, tante pellicole acclamate dalla critica, da “Boogie Nights” a “The Hours”. E, a coronare una straordinaria carriera, il Golden Globe per “Game Change”, in cui veste i panni di Sarah Palin, e l’Oscar per la magistrale interpretazione in “Still Alice” nel 2014
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Dopo l’esordio nel mondo del teatro e la partecipazione nella soap opera "Così gira il mondo", per cui vince un Emmy Award nel 1988, l’attrice debutta sul grande schermo nel 1990 con il film “I delitti del gatto nero”: suddivisa in quattro cortometraggi, la pellicola mette in scena storie dell’orrore, tratte da racconti popolari (foto WebPhoto)
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In seguito a diversi riconoscimenti per le sue interpretazioni in film indipendenti, ottiene la fama internazionale con alcune pellicole di Hollywood, prima fra tutte “Nine Months - Imprevisti d’amore” (1995): al suo fianco Hugh Grant, al suo primo ruolo in un film statunitense (foto WebPhoto)
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Segue il grandissimo successo de “Il mondo perduto - Jurassic Park”, nel 1997. Il blockbuster diretto da Steven Spielberg, sequel del primo capitolo della saga, la vede protagonista nel ruolo della paleontologa Sarah Harding (foto WebPhoto)
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Nel 1998 ottiene la sua prima candidatura all'Oscar come miglior attrice non protagonista per “Boogie Nights - L'altra Hollywood”, diretto da Paul Thomas Anderson. La pellicola, in cui recita con Mark Wahlberg, racconta l'ascesa e poi il declino di un giovane attore pornografico nella California tra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta (foto WebPhoto)

Nello stesso anno è la miliardaria e femminista Maude Lebowski nel cult movie dei fratelli Coen "Il grande Lebowski" (foto WebPhoto)

Nel 1999 recita assieme a Ralph Fiennes in "Fine di una storia": per la regia di Neil Jordan, il film è basato sull'omonimo romanzo di Graham Greene, e vale all'attrice statunitense una candidatura all'Oscar come miglior attrice protagonista (foto WebPhoto)

Nello stesso anno torna a essere diretta da Paul Thomas Anderson in "Magnolia", premiato con l'Orso d'oro al Festival di Berlino 2000 (foto WebPhoto)

Nel 2001 accetta di recitare in “Hannibal”, ereditando il ruolo dell'agente dell'FBI Clarice Starling che fu di Jodie Foster ne “Il silenzio degli innocenti” (foto WebPhoto)

Nel 2002 viene diretta nuovamente da Todd Haynes in “Lontano dal paradiso". Omosessualità, razzismo e femminismo sono le tematiche al centro della pellicola, ambientata nell'America degli anni '50. Per la sua interpretazione, Julianne Moore riceve la Coppa Volpi al Festival di Venezia e viene candidata all'Oscar come miglior attrice protagonista (foto WebPhoto)

Un'altra candidatura all'Oscar, stavolta come miglior attrice non protagonista, arriva nel 2003 grazie a "The Hours", film di Stephen Daldry in cui recita al fianco di Nicole Kidman e Meryl Streep (foto WebPhoto)

Nel 2007 è protagonista del controverso film di Tom Kalin “Savage Grace” (foto WebPhoto)

Nel 2008 Julian Moore recita nel film di Fernando Meirelles “Blindness - Cecità”, presentato al Festival di Cannes e al Toronto Film Festival (foto WebPhoto)

Nel 2009 prende parte all'esordio alla regia dello stilista Tom Ford con "A Single Man" (foto WebPhoto)

L’anno successivo è Jules in “I ragazzi stanno bene”. Nel film, diretto da Lisa Cholodenko, è madre di due ragazze concepite tramite inseminazione artificiale insieme alla compagna Nic, interpretata da Annette Bening (foto WebPhoto)

Nel 2011 è la volta di “Crazy, Stupid, Love”, con Steve Carell (foto WebPhoto)

Nel 2012 la sua interpretazione della politica statunitense Sarah Palin nel pluripremiato film per la tv "Game Change" le fa ottenere un Premio Golden Globe, un Premio Emmy, un Critics' Choice Television Award e uno Screen Actors Guild Award (foto WebPhoto)

Nel 2013 entra ufficialmente nel cast del terzo capitolo del film “Hunger Games”, nei panni della Presidentessa Alma Coin (foto WebPhoto)

Nel 2014 è protagonista di “Maps to the Stars”, film diretto da David Cronenberg per cui si aggiudica il Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes (foto WebPhoto)

Sempre nel 2014 arriva finalmente la consacrazione con l'Oscar come miglior attrice per il ruolo di una donna a cui viene diagnosticato l’Alzheimer nel film “Still Alice”. L’interpretazione le vale anche il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico, il BAFTA alla migliore attrice protagonista e lo Screen Actors Guild Award (foto WebPhoto)

Tra le pellicole più recenti in cui recita, “Suburbicon”, diretta nel 2017 da George Clooney. L’attrice affianca Matt Damon nel film che affronta il problema del razzismo negli anni Cinquanta (foto WebPhoto)