Dalle pellicole di Miyazaki ai classici della Disney, un viaggio alla scoperta dei migliori film animati da gustarsi sotto l'albero
Il cinema di animazione, grazie al crescente apprezzamento di opere firmate Pixar o degli anime di Hayao Miyazaki, è ormai percepito anche dalle masse come una produzione artistica non destinata solo all'infanzia o ai più giovani: l'arte del "cartone animato" in realtà si apre a gusti svariati, attraversa le epoche e le tecniche, rilegge le fiabe ma non disdegna nemmeno altri generi come la fantascienza. La ricchezza del cartoon, si parli di opere artiginali come delle produzioni dei grandi studios, è un contributo importante non soltanto alla settima arte, ma anche al nostro equilibrio interiore: proiettandoci in un'altra realtà come nemmeno il cinema dal vero potrà mai fare, è una risorsa per l'immaginario. Sky TG 24 e Comingsoon.it, il sito del cinema, vogliono accompagnarvi in una selezione significativa di questi classici film di animazione.
Aladdin
Ci sembra doveroso ricordare "Aladdin" (1992) di John Musker & Ron Clements, uno degli apici del Rinascimento Disney anni Novanta, culla per il suo vulcanico Genio della Lampada. E' significativo celebrarlo, nell'anno in cui abbiamo perso Gigi Proietti, suo multiforme doppiatore italiano, in grado di inseguire con la voce le piroette grafiche dell'animatore Eric Goldberg. Il film fu una particolare e disinvolta rivisitazione della fiaba di Aladino e la lampada magica, con tutta la spettacolarità dello stile d'animazione della casa, aggiornato con la tecnica moderna. Se gli occhi erano puntati sull'esplosivo Genio, che in originale era doppiato da un altro compianto, Robin Williams, altri elementi non mancavano di affascinare, come per esempio le canzoni degne di un musical di Broadway, scritte su musiche di Alan Menken dal Tim Rice di Jesus Christ Superstar, ma anche dal talentuoso paroliere Howard Ashman, fondamentale per La sirenetta e La Bella e la Bestia. Colpivano l'immaginazione anche la scena della fuga dalla Caverna delle Meraviglie (con una potente soggettiva in computer grafica), il tappeto magico (fusione di animazione classica e CGI). Tradizione e sofisticato abbattimento della quarta parete si davano il cambio in questo classico epocale.
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Gigi Proietti fu il “genio” di Aladdin. Come Robin Williams
La città incantata
L’apoteosi dello straordinario percorso di Hayao Miyazaki, la cui rilevanza è stata riconosciuta anche dal Festival di Berlino, che nel 2002 ha premiato la pellicola con l’Orso d’oro, e dall’Academy, che l’ha insignita dell’Oscar per il Miglior film d’animazione nel 2003. Fra la tradizione culturale nipponica e i numerosi rimandi a opere occidentali, il Maestro mette in scena il rito di iniziazione attraverso cui la piccola Chihiro, a cui fanno da contraltare due genitori immaturi e superficiali, diviene in grado di fare affidamento solo sulle proprie risorse per cavarsela in un mondo magico e a tratti inquietante. Ad aiutarla a fronteggiare l’infida Yubaba, che la tiene sotto controllo dopo averle sottratto il nome, è Haku, ragazzino che in principio lavora per la strega stessa.
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Chi ha incastrato Roger Rabbit
"Chi ha incastrato Roger Rabbit" (1988) di Robert Zemeckis potrebbe sembrare un infiltrato in questa rassegna: è un film ibrido di riprese dal vero e animazione, però l'importanza storica, tecnica e artistica della parte animata è incalcolabile. Il regista e animatore inglese Richard Williams diede l'anima, insieme ai suoi collaboratori, per fondervi tutta la tradizione del cartoon a mano libera americano, da Disney alla Warner Bros, da Topolino a Bugs Bunny. In un momento di difficoltà, l'animazione occidentale fu rilanciata da uno spettacolo gradito davvero a tutte le fasce d'età, mentre il detective Eddie Valiant nella Hollywood del 1947 si ritrova a proteggere una gelosa star dei cartoni animati, Roger Rabbit, dall'accusa di omicidio: già distratto sul set dei suoi cartoon a causa della gelosia per la conturbante moglie Jessica Rabbit, Roger si sarebbe liberato di un rivale, nientemeno che il proprietario di Cartunia, il mondo dei personaggi animati, a un tiro di schioppo da Hollywood. Un film assurdo e scatenato, con effetti visivi straordinari e analogici curati dall'Industrial Light & Magic.
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I migliori film di Robert Zemeckis
Akira
Se dobbiamo scegliere un solo anime, uscendo dal seminato dello Studio Ghibli, non possiamo che abbracciare "Akira" di Katsuhiro Otomo. Si tratta di un'epica cyberpunk basata sul manga dello stesso Otomo, pubblicato tra il 1982 e il 1990. Questo mastodontico lungometraggio fu prodotto nel 1988, rimanendo per molto tempo il film di animazione giapponese più costoso mai realizzato, portato a termine dalla celebre Tokyo Movie Shinsha, uno dei più antichi studi nipponici. Ambientato nella Neo-Tokyo dell'allora futuro 2019 (un evidente omaggio a Blade Runner), segue una delle tante band di motociclisti che popolano una soffocante realtà distopica: il giovane protagonista Kaneda si trova presto a essere separato dall'amico Tetsuo, sottoposto a misteriose sperimentazioni dopo un incidente. Visivamente ricchissimo e spettacolare, Akira alterna dinamismo e grottesco in uno spettacolo ambizioso, forse per qualcuno troppo contorto, ma indubbiamente epocale. E' arrivato nel nostro paese solo nel 1992.
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Fantasia
Uno dei maggiori capolavori di casa Disney, un’opera così all’avanguardia da andare incontro, all’epoca, a un sonoro flop iniziale, in grado di portare la società sull’orlo del fallimento: tra musica classica e riferimenti colti la pellicola non venne immediatamente apprezzata dal grande pubblico e le difficoltà legate al secondo conflitto mondiale fecero il resto. Nel corso dei decenni, però, "Fantasia" si trasformò non solo in un long seller, ma anche in un vero e proprio cult. La casa di produzione di Walt Disney mette qui a frutto tutta l’esperienza accumulata con le più brevi e semplici Silly Symphonies e con l’accostamento fra musica e immagine in movimento per mettere in piedi un ambizioso film a episodi che ha il critico e compositore Deems Taylor come maestro di cerimonia e che affida a Leopold Stokowski e alla sua orchestra il compito di musicare i diversi segmenti.
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Inside Out
Una delle opere più “adulte” di casa Pixar, che ebbe il coraggio di ambientare il lungometraggio all’interno della testa di un’adolescente, Riley, scegliendo come protagoniste le sue emozioni: Gioia, Rabbia, Disgusto, Paura e la tanto vituperata Tristezza, l’unica del gruppo che sembra essere inutile. Quando la famiglia di Riley decide di trasferirsi dal Minnesota a San Francisco, città che si rivela in principio ostile per una ragazza di provincia come lei, la psiche della giovane va in tilt. Paura sembra prendere il sopravvento, ma Gioia non ci sta: le due emozioni litigano e vengono sbalestrate fuori dal quartier generale insieme ai ricordi primigeni di Riley. La strana coppia dovrà così fare squadra per rimettere ogni cosa a suo posto. Inside Out, diretto dall’esperto Pete Docter, è stato premiato con l’Oscar e il Golden Globe per il Miglior film d’animazione nel 2016.
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Toy Story
Tra tutte le meraviglie che la Pixar ci ha regalato in 25 anni d'attività, non c'è niente di male nell'evidenziare l'inizio del mito: quel "Toy Story" che nel 1995 sconvolse il mondo del cinema, dimostrando che un film animato interamente realizzato in computer grafica era non solo possibile, ma creava sullo schermo un'alchimia speciale di forme, luci e colori che nessuno aveva mai visto. Una vera rivoluzione nel film di John Lasseter, ma anche una storia molto potente. Nel giocattolo cowboy Woody, timoroso di essere rimpiazzato dal rivale astronauta Buzz Lightyear, c'erano principi esistenziali forti: la necessità di adattarsi ai cambiamenti del tempo, la consapevolezza che i propri limiti possono essere superati con il gioco di squadra e l'empatìa.
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Lupin III - Il castello di Cagliostro
"Lupin III - Il castello di Cagliostro" (1979) è famoso per essere l'esordio alla regia di Hayao Miyazaki, qualche anno prima che cofondasse con Isao Takahata lo Studio Ghibli. In effetti l'anime è il punto d'incontro tra lo spirito avventuroso romantico e umoristico del personaggio di Monkey Punch, amatissimo nelle serie tv da un'intera generazione, e una sua reinterpretazione più controllata e delicata, meno aggressiva, tipica della sensibilità di Miyazaki. In ogni caso, questo Lupin in giacca verde, che con Jigen, Goemon e Fujiko cerca di salvare la gentile erede al trono Clarisse da un'ingiustizia, è indimenticabile.
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La bella addormentata nel bosco
Pare che "La bella addormentata nel bosco" nel 1959 sia stato il secondo più grande incasso della stagione americana, appena dietro a Ben Hur. Un accostamento non azzardato, perché il film fortemente voluto da Walt Disney è forse l'apice della cura maniacale del dettaglio e della magniloquenza degli studi Disney sotto la gestione del loro leggendario fondatore: un adattamento della famosa fiaba realizzato senza badare a spese, con sontuosi e dettagliati fondali d'ispirazione vagamente fiamminga, che possono distrarre dal design sicuro dei personaggi. Tra di loro, svetta la Malefica disegnata da Marc Davis, tanto iconica che Angelina Jolie, quando ha accettato di interpretarla nella rivisitazione dal vero del 2014, "Maleficent", non ha azzardato alcuna modifica al look della sua controparte disegnata. Le musiche sono tratte dal balletto di Čajkovskij.
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Nightmare Before Christmas
La stop-motion è una tecnica antichissima nella storia dell'animazione: consiste nel riprendere, fotogramma per fotogramma, pupazzi snodabili in set reali, in miniatura. Uno dei massimi esponenti di quest'artigianalità affascinante è "Nightmare Before Christmas" (1994) di Henry Selick, basato su un libro illustrato di Tim Burton, che conosceva Selick dai tempi trascorsi insieme alla Disney negli anni Ottanta. Ha echi del Grinch del dr. Seuss la storia di Jack Skellington, re del mondo di Halloween, stanco degli orrori e desideroso di sostituirsi a Babbo Natale: ma il mondo ha bisogno del lato oscuro come della gioia, e Jack lo capirà dopo qualche guaio. Una fiaba nera, tenera e visivamente irresistibile, con un grande Renato Zero doppiatore del protagonista, responsabile anche delle canzoni nella versione italiana.
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West and Soda
Non poteva mancare un'opera italiana: il primo lungometraggio animato di Bruno Bozzetto, "West and Soda" (1965), è ancora oggi uno degli esempi più divertenti, creativi e personali che la nostra animazione abbia partorito in mezzo secolo. Avviato in piena epoca del Carosello, nel tempo libero di Bozzetto e dei suoi collaboratori, era allo stesso tempo una parodia e un omaggio al genere western, per Bruno nell'infanzia equivalente alle fiabe che Walt Disney adattava. Se non fosse stato per i tempi di lavorazione protratti (anche per la cura riposta) sarebbe arrivato in sala contemporaneamente con Per un pugno di dollari (1964), l'inizio dello spaghetti western italiano. Esilarante la storia, dove la dolce Clementina non vuole cedere il suo podere al faccendiere Cattivissimo, assistito dagli sgherri Ursus e Smilzo. L'aiuterà il crepuscolare pistolero Johnny.
Zootropolis
Nella nuova era dei classici Disney ormai in CGI, Zootropolis aggiorna la tradizione degli animali antropomorfi della casa di Topolino, e con "Zootropolis" (2016) si vola molto in alto: la favola, nella pura tradizione di Esopo, parla di animali per parlare di noi e della società contemporanea, attraversata da tensioni sociali, spaventata dalle difficoltà di integrazione, prigioniera delle discriminazioni e degli stereotipi. Una lettura più complessa che però non impedisce un'altra lettura più immediata del film di Byron Howard & Rich Moore, che raccontano con tanto umorismo la collaborazione difficile tra la coniglietta poliziotta neofita Judy e una volpe poco di buono e traffichina, Nick.