Mostra del Cinema di Venezia, Pupi Avati: "Una marcia per Gaza non può cambiare le cose"
CinemaIl cineasta riconosce "l'orrore" che si sta vivendo in Palestina ma rimane scettico sulla manifestazione del 30 agosto: "Non credo proprio che Netanyahu soprassieda rispetto a ciò che sta facendo perché c'è un corteo durante un Festival cinematografico"
Oltre 5 mila persone hanno marciato a Venezia, durante la Mostra del Cinema (LA DIRETTA), per gridare il loro sostegno a Gaza e la loro contrarietà all’invasione della Striscia da parte di Israele. Tra loro anche tanti personaggi dello spettacolo, dalla conduttrice della cerimonia d’apertura della mostra Emanuela Fanelli all’attore Michele Riondino. Non Pupi Avati, però, che ha espresso il suo scetticismo e la sua contrarietà all’iniziativa.
"Io da sempre un cane sciolto"
"Ma davvero pensiamo che una marcia a Venezia durante la Mostra del Cinema possa cambiare le cose?”, ha detto il regista in un'intervista al Corriere della Sera aggiungendo che, in questo modo, si è tolta "una ulteriore occasione per parlare di film". Avati ha spiegato la sua posizione personale: "Sono sempre stato un cane sciolto, per partecipare a manifestazioni collettive bisogna essere persone che hanno una visione delle cose più omologata. Io, in ogni circostanza, ho sempre cercato di avanzare una mia visione, poi non ce l'ho fatta e sono sempre rimasto alternativo, tutta la vita, politicamente e cinematograficamente. Questo è un prezzo che uno paga per la propria indipendenza. Ma non significa che non abbia un'opinione su quello che sta accadendo".
"Stiamo vivendo un orrore"
Nessuna volontà di sminuire ciò che sta avvenendo a Gaza, dove i morti palestinesi, in gran misura donne e bambini, hanno da tempo superato le 60 mila unità e continuano ad aumentare, così come le persone che patiscono la carestia: "Stiamo vivendo un orrore - ha detto Avati - ma sono disincantato sul fatto che sia sufficiente fare una marcia a Venezia perché le cose cambino. Il cinema italiano soffre un momento di grande debolezza, in generale. Non credo proprio che Netanyahu soprassieda rispetto a ciò che sta facendo perché c'è un corteo durante un Festival cinematografico”. Commentando la richiesta di revoca dell’invito a Venezia per Gal Gadot e Gerard Butler proposta da Venice4Palestine, Avati ha detto: “Impedire a due attori di partecipare è un'operazione che non aiuta la costruzione di rapporti di pace".