Mostra del Cinema di Venezia, Verdone sull'appello contro Gadot e Butler: "Messo in mezzo"
CinemaIl cineasta romano, intervistato dal Corriere della Sera, torna sulla sua firma alla petizione pro Pal: "Inizialmente non chiedeva l'esclusione dei due attori. Sono contrario". E anche Ozpetek si unisce al collega
Carlo Verdone prende le distanze dalla petizione per l’esclusione dalla Mostra del Cinema di Venezia (LA DIRETTA) di Gerard Butler e Gal Gadot, le star di Hollywood filo-israeliane. Una petizione che Verdone ha firmato ma, spiega, era diversa ed è successivamente stata modificata. “Diciamo la verità, mi hanno messo in mezzo”, ha detto l’attore e regista in un’intervista al Corriere della Sera.
"Hanno cambiato la petizione"
Verdone ha spiegato che inizialmente la petizione non menzionava Gadot e Butler e non chiedeva la revoca del loro invito a Venezia. “Mi ha chiamato Silvia Scola, la figlia di Ettore Scola - ha aggiunto - chiedendomi se volevo firmare un appello contro quello che sta accadendo a Gaza, che va condannato in tutti i modi, nell'ambito della Mostra, manifestando a una platea ampia la sensibilità del cinema, che non è chiuso nell'indifferenza. E ho firmato”.
Solo dopo, ha detto Verdone, la petizione ha preso la forma di una richiesta di esclusione dei due colleghi stranieri: “In un secondo momento i promotori pro Palestina hanno aggiunto i nomi di quei due attori”. Ed è su questo punto che Verdone dissente: “Non sono d'accordo nell'escludere gli artisti. Anche all'inizio della guerra in Ucraina ricordo il boicottaggio verso i tennisti russi. Ma cosa c'entravano loro? Sono sportivi, non militari né politici, giocano a tennis".
"Un festival è tavolo di confronto"
Il cineasta romano ha aggiunto: "Gli attori non possono diventare il tribunale dell'Inquisizione. Un festival è un tavolo di confronto, di tolleranza e di libertà. Questo invece significa censurare. Poi certo non si possono chiudere gli occhi su ciò che sta accadendo a Gaza. So che anche Toni Servillo, anche lui tra i firmatari, si è ravveduto".
Ozpetek: "L'arte e gli artisti non vanno censurati"
Anche Ferzan Ozpetek si defila dalla petizione di Venice4Palestine, e le motivazioni sono le stesse di Verdone: "Quando ho firmato l'appello non c'era questa richiesta sull'esclusione di alcuni artisti. Non mi appartiene, non sono d'accordo", ha detto il regista di origine turca oggi al Lido per partecipare ai De Longhi Talks in corso all'Excelsior. Rispondendo a qualche domanda, Ozpetek è intervenuto così sulla polemica legata a Venice4Palestine, che prima si era rivolta alla Biennale con una lettera aperta/appello - con oltre 1000 adesioni fra artisti, attivisti, giornalisti (tra le quali anche quella di Ozpetek) - per chiedere uno spazio alla Mostra per parlare di quanto sta accadendo a Gaza, poi in una ulteriore nota solo a nome del gruppo (senza firme di adesione) aveva anche chiesto l'esclusione dal festival di Gal Gadot e Gerard Butler e di "qualunque artista e celebrità che sostenga pubblicamente e attivamente il genocidio". Ozpetek ha aggiunto: "C'è in atto qualcosa di molto forte a Gaza, e penso che dopo tutto questo, nessuno di noi sarà mai più felice del tutto, non godremo mai più veramente delle cose, questa sofferenza ci rimarrà sempre dentro. Ma questo non deve portare a censurare l'arte, che è una forma d'espressione, o gli artisti. Basti pensare a Leni Riefenstahl che era un genio nonostante quello che mostrava… l'arte non va censurata".