
Dopo l’infarto che l’aveva colto il 2 aprile, il ricovero e l’intervento, ora l'attore e regista sta bene e pochi giorni dopo è salito sul palco del cinema romano per intervistare i tre cantautori, che hanno presentato il documentario sulla loro storia Un passo alla volta
Nanni Moretti sta bene. Dopo l’infarto che l’aveva colto il 2 aprile, il ricovero e l’intervento, martedì 8 aprile l’attore e regista, in jeans scuri e maglione color ruggine, è salito sul palco del Cinema Sacher, a Roma, per intervistare Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzé, che insieme al regista Francesco Cordio hanno presentato il documentario sulla loro storia, Un passo alla volta. Già lo scorso ottobre Moretti si era affidato all’ospedale dopo un malore, mentre il 6 aprile, dopo le recenti dimissioni, si era collegato da casa con il Festival Custodi di Sogni – I Tesori della Cineteca Nazionale per parlare del restauro di Ecce Bombo.
NICCOLÒ FABI: "LE PERSONE APPREZZANO IL NOSTRO SENSO DELLO STARE INSIEME"
Il documentario Un passo alla volta, che è stato in sala fino al 9 aprile, racconta tre voci, un’amicizia e un viaggio lungo trent’anni dal piccolo palco di un locale romano al concerto del Circo Massimo nel luglio 2024, che è avvenuto dieci anni dopo l’esperienza in tre de Il Padrone della Festa, passando per i tour, le prove, i concerti e l’amore per la musica. Moretti ha domandato ai cantautori protagonisti che cosa le persone apprezzino di loro. “Soprattutto il senso dello stare insieme, senza la smania di essere per forza al centro”, ha risposto Fabi. “Siccome se ne parla molto nel film, diteci qualcosa su “Il Locale”, che non c’è più”, ha proseguito Moretti, citando il luogo dove il viaggio dei tre aveva avuto inizio. “Si chiama in realtà “Locale”. È stato il piccolo localino che stava al vicolo del Fico. Era un punto di ritrovo”, ha spiegato Gazzé. “In un periodo in cui a Roma regnavano le cover, Locale era fico”. Silvestri ha aggiunto: “I tempi erano diversi, ci sono momenti storici in cui capita che si ritrovino insieme le persone giuste e l’elenco delle persone che sono uscite da quel posto facendo il loro mestiere a livelli alti è infinito”. Moretti ha concluso con la sua consueta ironia sulla convivialità romana: “Io non ne posso più, ogni tanto suona il citofono: “Nanni, ti ho fatto una sorpresa”. Dolce Roma, va detto”.