Berlinguer, la risposta di Andrea Segre a Nanni Moretti sul film: "Fantastico provocatore"

Cinema
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“Secondo me se Andrea Segre e Elio Germano avessero avuto vent’anni nel 1973, avrebbero odiato il compromesso storico”, aveva detto pochi giorni fa Moretti

“Credo che Moretti sia un fantastico provocatore intellettuale”. In un’intervista al Corriere del Veneto, Andrea Segre, regista di Berlinguer – La grande ambizione, ha risposto alle parole di Nanni Moretti, che pochi giorni fa in occasione della proiezione del film nel suo cinema Sacher non aveva rinunciato ad una battuta: “Secondo me se Andrea Segre ed Elio Germano avessero avuto vent’anni nel 1973, avrebbero odiato il compromesso storico”. Germano, che interpreta il protagonista Enrico Berlinguer, il segretario del partito comunista negli anni Settanta che aveva scelto di allontanarsi dalla dipendenza dall’Unione Sovietica e di cercare il compromesso storico con il leader della Democrazia Cristiana Aldo Moro, aveva risposto direttamente in sala: “A noi fa piacere che questo film possa produrre discussione. Non lo abbiamo inteso come un incensamento o una mitizzazione di nessuno. Il film è stato fatto con la nostra grande ambizione di poter interrogare il presente, interrogarci ed entrare in critica con la vita che facciamo. In questo senso, da quel punto di vista, è un film extraparlamentare”. Oltre al vincitore del premio come Miglior attore alla Festa del Cinema di Roma, anche Segre ha replicato. “Non gli interessa davvero dire se io e Germano saremmo stati berlingueriani, ma con questa battuta dice due cose: che questo non è un film ideologico, perché è fatto senza l’adesione al berlinguerismo, chissà, magari non saremmo neanche stati d’accordo con Berlinguer, e allora? E l’altra cosa che dice è che noi non c’eravamo ed è questo nostro sguardo diverso che ha messo in moto un collegamento tra generazioni. È bello che siamo noi e non un 70enne a raccontare una cosa che non abbiamo vissuto. Nanni è un geniale provocatore ma se ci fermiamo a discutere su questo non abbiamo capito niente”.

"CAPIRE LA STORIA"

In un’intervista a Repubblica, Andrea Segre ha riconosciuto che “è vero. Io ed Elio non c’eravamo. Ma questo ci consente di guardare con distanza a quel periodo e a fare un passo in più: capire cosa ci dice adesso quella storia”. Secondo il regista, oggi “si è rotta la relazione tra la comunità e la società politica”, e al Corriere del Veneto ha specificato che, con il film, “abbiamo detto che siamo in un mondo di diseguaglianze ancora di più di quando c’era Berlinguer. E il mercato ha un peso ancora più forte che in passato”.

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