Priscilla, il film di Sofia Coppola sulla moglie di Elvis è su Sky. La recensione
CinemaTratto dalla autobiografia “Elvis and Me”, la regista americana dirige un lungometraggio che racconta la relazione amorosa tra Priscilla Ann Wagner Beaulieu e il re del Rock and Roll. Protagonisti Cailee Spaeny (premiata con la Coppa Volpi a Venezia) e Jacob Elordi. In esclusiva lunedì 26 agosto alle 21:15 su Sky Cinema Uno (e alle 21:45 anche su Sky Cinema Romance), in streaming su Now e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.
È affascinante e parimenti complesso, vivere all’ombra di un gigante. Lo sa benissimo Priscilla Ann Wagner Beaulieu che nel 1959 conobbe Elvis Presley nella base militare americana di Wiesbaden, in Germania. Successivamente sposò il re del rock’n’ roll il primo maggio del 1967, partorì Lisa Marie, nove mesi dopo e, infine, divorziò dal King nell’ottobre del 1973. E in fondo anche Sofia Coppola, con modalità e grado parentale completamente differente, ha vissuto con una figura artistica assai importante, un titano del grande schermo, ovvero suo padre Francis Ford, uno dei più importanti registi della storia del cinema. E forse per questo la talentuosa cineasta ha deciso di firmare un biopic su una delle love story più note e discusse in ambito musicale e non solo, in onda in esclusiva lunedì 26 agosto alle 21:15 su Sky Cinema Uno (e alle 21:45 anche su Sky Cinema Romance), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.
Priscilla, la trama del film
In Priscilla, Sofia Coppola gioca per sottrazione. Opta per la sineddoche, la parte per raccontare il tutto. Si parte con un florilegio glamour e stilosissimo di dettagli. Piedini accuratamente smaltati che calpestano una coloratissima moquette, ciglia lunghissime applicate con la dovuta perizia, un’epifania di bigodini, lacca spruzzata come se non ci fosse un domani, rossetto lucido sulle labbra e profumo Chanel numero 5, a impreziosire la forma, da sempre contenuto, soprattutto negli anni Sessanta. Poi il film parte con la cronaca. Priscilla Ann Wagner Beauli, nata a New York, il 24 maggio del 1945, ha 14 anni e si annoia moltissimo. Il suo padre biologico, il pilota James Wagner, è deceduto in un incidente aereo quando la ragazza aveva sei mesi. La madre, Anna Lillian Iversen (di origini norvegesi), si è sposata con Paul Beaulieu, un ufficiale della United States Air Force. La famiglia vive nella base di Wiesbaden città extracircondariale della Germania centro-occidentale. La ragazza si sente triste e sola. Ma quando Priscilla incontra a una festa Elvis Presley, l’uomo, che è già una superstar del rock’n’roll, le cose cambiano radicalmente. Nella sfera privata, il cantante si rivela come qualcuno di completamente diverso: un amore travolgente, un alleato nella solitudine e un amico vulnerabile. Attraverso lo sguardo di Priscilla, la regista illustra il lato meno noto di un iconico mito americano. Una storia iniziata tra le uniformi militari e proseguita nella famosissima tenuta da sogno a Graceland. Una storia fatta di amore, sogni e fama.
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La venticinquenne Cailee Spaeny (ottima anche in Civil War di Alex Garland e in Alien - Romulus) si cala con il giusto piglio nei panni di Priscilla. Tra sguardi, gesti e acconciature, l’attrice restituisce sullo schermo, con la dovuta grazia, tutte le fasi dell’innamoramento, della passione, della delusione, sino alla fine di un amore che entrambi i protagonisti credevano eterno. Non a caso l'attrrice, grazie a questa performance, l'attrice ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile.
Di contro per Jacob Elordi, la sfida si preannunciava assai ardua, soprattutto a causa del biopic firmato da Baz Luhrmann con cui Austin Butler si era portato a casa una nomination all’Oscar. Eppure, l’attore, ottimo nella parte di Nate Jacobs nella serie Euphoria, se la cava egregiamente nel ruolo di Elvis. In un film che ci mostra soprattutto il lato più fragile e meno carismatico del grande artista, Jacob funziona sia quando chiama l’amata con il vezzeggiativo “Cilla”, sia quando mostra la sua dipendenza da anfetamine e sonniferi. Insomma, ci si commuove davanti a questa accurata rappresentazione di una love story che non a caso termina con I Will Always Love You, cantata da Dolly Parton, si finisce per convincersi che certi amori, in fondo non finiscono mai. Almeno al cinema.