Niente Oscar per Io Capitano, Matteo Garrone: "Grazie a chi in Italia ha fatto il tifo"

Cinema
Laura  Alberti

Laura Alberti

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La statuetta è andata a "La zona d'interesse", lasciando l'Italia a bocca asciutta. Ma il regista di "Io Capitano" è felicissimo di essere arrivato su quel palco, con una storia che parla di migranti e che regala la speranza

Ha voluto ringraziare tutti, Matteo Garrone. Tutti quelli che, in Italia, hanno fatto il tifo per lui e per il suo film. Un film che presto arriverà anche nei villaggi più remoti del Senegal, dove tutto nella vita vera comincia.

I ringraziamenti di Matteo Garrone

Io Capitano non ha vinto. L'Oscar al Miglior film straniero è andato a La zona d'interesse (TUTTI I VINCITORI - LE PAGELLE AI LOOK) "Ringrazio tutti coloro che ci hanno supportato in Italia in questo periodo, che hanno tifato per noi, chi ha seguito il film e lo ha amato, tutte le persone che lo hanno visto nei cinema del mondo e ci hanno regalato grandi emozioni": queste le parole del regista Matteo Garrone, pronunciate al termine della cerimonia. I suoi ringraziamenti sono andati ai partner produttivi, certo, ma soprattutto alla gente. Perché Io Capitano è alla gente che parla. Lo fa ribaltando le prospettive, per una volta: da spettatore passivo di un telegiornale, l'italiano sale a bordo di quei barconi arrangiati che contengono speranza. Ma che, troppo spesso, si traducono in morte. 

Un viaggio che non finisce

Quello di Io Capitano verso gli Oscar, è stato un viaggio fantastico. Un viaggio che non si ferma certo qui. "Ad aprile andremo in Senegal, dove tutto è iniziato, e porteremo il film nei villaggi più remoti con degli schermi mobili", ha spiegato Matteo Garrone. Perché i suoi protagonisti, gli esordienti Seydou Sarr e Moustapha Fall, il loro viaggio l'hanno cominciato proprio dal Senegal. In Io Capitano lasciano Dakar, sognando l'Europa. Come un Ulisse contemporaneo, navigano metaforicamente e fisicamente attraverso l'incertezza. Mossi dalla speranza di una vita migliore. O, quantomeno, di una vita. E, in un parallelismo di quelli che talvolta la realtà regala, sono arrivati fino a Los Angeles. Realizzando un sogno che è anche quello delle loro famiglie, e di ogni migrante che - su quelle barche - sale col cuore ferito, con la vita aggrappata, e con la speranza di un destino più gentile.

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Ceccherini, la frase infelice sugli ebrei

"Sappiate che Io Capitano è il film più bello, solo che non vincerà perché vinceranno gli ebrei, quelli vincono sempre": queste le parole di Massimo Ceccherini detto poco prima della cerimonia degli Oscar 2024. Il regista e sceneggiatore toscano ha collaborato alla sceneggiatura di Io Capitano. E, ovviamente, per quel film faveva il tifo. Tuttavia, le sue dichiarazioni hanno scatenato subito polemiche e la reazione della comunità ebraica. "È gravissimo e inaccettabile che abbia rilanciato uno dei più tristi e abusati stereotipi antisemiti",  hanno detto i rappresentanti delle Comunità ebraiche di Milano e Roma. Subito sono arrivate le scuse di Ceccherini, che ha spiegato di essere stato frainteso: "Mi sono spiegato male: io intendevo il film degli ebrei, l'argomento, non è la prima volta che un film con quel tema vince. Posso chiedere scusa se qualcuno ha capito male".

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