Siccità, l'apocalisse secondo Virzì. La recensione del film in prima tv su Sky Cinema

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Paolo Nizza

Paolo Nizza

VIncitrice del premio Pasinetti alla Mostra di Venezia e ambientata in una Roma disptopica, un'opera ironica che riflette sul rapporto tra uomo e natura, con un un cast composto da Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi e Sara Serraiocco. In onda stasera alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su NOW e disponibile on demand

Roma muore di sete e pure di sonno. Paolo Virzì firma la sua sardonica comedie humaine, all’ombra di San Pietro. "Siccità", presentato fuori concorso alla 79. Mostra del cinema di Venezia, è un film nato quando le strade della città eterna erano deserte a causa della pandemia. Mentre le acque del Tevere sono un lontanissimo ricordo, la metropoli brulica di esseri umani disperati, rabbiosi, vanitosi, spaventati, meschini. Sulle note della canzone di Mina “Mi sei scoppiato dentro al cuore”, si consuma un’Apocalisse tra blatte e virus. Ma la speranza è sempre l’ultima a morire.  E L'Hashtag #romacelafarà, fa presagire che  forse il peggio è passato. Ma trattandosi di un regista come Virzì, viene in mente pure la celebre battuta di Ennio Flaiano "Coraggio, il meglio è passato", citata da Ettore Scola in La Terrazza

Sceneggiato da Paolo Virzì, insieme a Francesca Archibugi, Paolo Giordan e Francesco Piccolo, Siccità ha segnato il ritorno del regista livornese al Lido.  La prima volta fu nel 1997 con il film Ovosodo, che vinse il Gran premio. Nel 2017 presentò il concorso  Ella & John - The leisure seeker. Infine, nel 2019 partecipò in qualità di giurato, nell’edizione che assegnò il Leone d’oro al Joker di Todd Phillips. Certo, i tempi sono cambiati, ma l’umanità immaginata da Virzì continua a essere rappresentata senza pietismi o moralismi d’accatto. Medici, attori, infermieri, autisti, avvocati, politici faccendieri, detenuti, politici, studenti, secondini fanno del loro meglio o del loro peggio in una Roma prosciugata. Non piove da tre anni e pure i rapporti umani paiono inariditi da questa emergenza idrica. Il pianeta blu rischia di trasformarsi nel Pianeta Arrakis di Dune, con gli scarafaggi al posto dei vermi a minacciare il genere umano. Ma continuiamo a scambiarci foto delle parti intime con il cellulare oppure a postare improbabili tutorial per acchiappare una manciata di “Like” o catturare qualche follower in più. Così tra uno striscione populista che recita: "Né rossi, nè neri, ma solo liberi pensieri, la gente pare davvero impazzita, mentre l'odio cresce coome la sete, in una citta in cui ci si lava con l'acqua tonica.

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Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi, Sara Serraiocco. L’aggettivo corale è davvero azzeccato se si parla del cast di Siccità. E Paolo Virzì, magnifico nel dirigere gli attori riesce a caratterizzare  i tanti protagonisti della pellicola, peraltro con qualche omaggo ai grandi maestri della commmedia all'Italiiana, che il cineasta livornese conosce a menadito. Basti pensare all'esperto che per parlare dell'emergenza ambientale in televisione, alla seconda partecipazione al programma, insiste per un trucco  e parrucco più accurati, Pare di assistere alla versione laica di Il testamento di Francesco con Vittorio Gassman sacerdote in fissa con il maquilage, tratto da I Mostri, capolavoro a episodi firmato da DIno RIsi

D’altronde la storia rimanda agli Short Cuts di Raymond Carver, in un crescendo rossiniano di rapporti che si incastrano, vicende che si intrecciano, gradi di separazione che si svelano. Sicché i personaggi come le tessere di un mosaico alla fine danno vita a un affresco caratterizzato da un’ironia nerissima, ma non privo di un desiderio di consolazione e di amore. Disidrati e (s)connessi, i protagonisti del film non sono né buoni, né cattivi, ma semplicemente umani che sperano di non restare a bocca asciutta. Perché come scriveva Chateaubriand “Le Foreste a precedere le civiltà, i Deserti a seguire.” E di  fronte a quella scena iniziale con il biondo Tevere, ormai,  evaporato, trasfiguratosi in sepolcro per un antica statua romana proveniente dalla Donus Aurea, vengono i brivdii,  mentre una voce fuori campo accenna al  "fortissimo odore di putrefazione".

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Certamente non è casuale che il soggetto di Siccità sia stato concepito da Virzi, insieme a  Francesco Piccolo, Paolo Giordano e Francesca Archibugi, nel corso della Pandemia datata 2020. Ma la riflessione potente e acuta del cineasta va oltre il locdown e l'epidemia del coronavirus. La pellicola è una sorta di pamphlet cinematografico sul un futuro neanche troppo immaginario., E in questo suonano perturbanti le parole pronunciate dall'espertone dall'accento del nord est,, placidamente a mollo in piscina con il cocktail in mano a fianco della sempre abbacinante Monica Bellucci: "Quando i ghiacchi dell'artico avranno finito di fondersi, l'acqua riavrà lo spazio che le spetta. Siamo il pianeta blu, non rosso, né giallo, ma blu. Però non bisogna mica averne paura. Le civilte gloriose e durature sono fiorite sull'acqua. Io non sono preoccupato del cambiamento, ma della trasformazione. Insomma è l'acqua il nostro elemento naturale. proveniamo dal liquido amniotico e aspettiamo di tornarci. Sulla terraferma siamo solo in prestito." Nell' attesa peròà, vale ancora la pena di trasformare lo scontro in incontro, magari davanti a una belle pizza appena sformata

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