Mariupol, il documentario che racconta com'era la città prima della guerra in Ucraina

Cinema

Camilla Sernagiotto

È uscito sul sito di ARTE il documentario che mostra come si presentava la città martoriata dalla guerra in Ucraina prima dell'invasione della Russia. Una città che doveva la sua ricchezza alle acciaierie e alle miniere di carbone, ormai totalmente distrutte dallo scontro bellico in corso. Il film è stato diretto da Mantas Kvedaravicius, regista lituano che è stato ucciso all'inizio di aprile mentre tentava di lasciare Mariupol assediata dall'esercito russo

È uscito sul sito di ARTE il documentario Mariupol, un ritratto di rara bellezza che racconta in maniera poetica com'era la città ucraina pre guerra, prima che venisse martoriata dalle forze armate russe. Questo film documentaristico ci mostra come si presentava Mariupol prima dell'invasione della Russia, quando ancora era una città fiorente che doveva la sua ricchezza alle acciaierie e alle miniere di carbone, oggi ormai totalmente distrutte dallo scontro bellico in corso.

Questa pellicola è stata realizzata sette anni or sono, nel 2016, diretta dal regista lituano Mantas Kvedaravicius, che è stato ucciso all'inizio di aprile mentre tentava di lasciare la città di Mariupol assediata dall'esercito russo.

Mariupol è stato presentato in Italia durante la settimana internazionale della critica. Anche nel 2019 il regista lituano aveva presenziato alla Mostra del Cinema di Venezia, presentando in anteprima il suo film Parthenon, ambientato ad Atene.

Il suo documentario su Mariupol ha oggi un valore inestimabile, perché purtroppo questa città non potrà mai più essere vista come era prima dell'invasione della Russia, prima di questa guerra che l’ha rasa al suolo.
Grazie all'opera di Kvedaravicius, anche chi non ha mai avuto la fortuna di visitare Mariupol prima di tale scempio potrà vedere come si presentava fino a qualche tempo fa, prima che i bombardamenti di questi mesi la trasformassero nella «Aleppo Europea».

Potete guardare l'intero documentario Mariupol del compianto Mantas Kvedaravicius nel video che trovate in fondo a questo articolo.

Mariupol, una città devastata

Nei primi due mesi di conflitto bellico su suolo ucraino, i bombardamenti sulla città portuale di Mariupol non si sono mai arrestati poiché questo è un obiettivo strategico di fondamentale importanza per Mosca, dal momento che aprire qui un varco permetterebbe ai russi di collegare la Crimea al Donbass. In realtà queste ore vedono per la prima volta funzionare il cessate il fuoco, come il presidente Zelensky ha sottolineato nel suo messaggio quotidiano.  

"Per la prima volta dall'inizio della guerra il corridoio umanitario a Mariupol ha funzionato", ha detto il presidente dell'Ucraina. "Ci sono già stati due giorni di cessate il fuoco nell'aria e sono stati evacuati un centinaio di civili, donne e bambini in fuga dalle ostilità dallo stabilimento di Azovstal. Date tutte le complessità del processo, i primi sfollati arriveranno a Zaporizhzhia già in mattinata, il nostro team li incontrerà lì. Spero che siano soddisfatte le condizioni per proseguire il rilascio".

La devastazione di Mariupol comunque rimane, nel senso che le settimane di bombardamenti che hanno messo a ferro e fuoco la città rischiano di raderla totalmente al suolo.

Un tempo Mariupol era bella, proprio come dimostra il documentario di Kvedaravicius, un preziosissimo documento di ciò che questa guerra ha portato via al popolo ucraino, tra le tante persone, cose e città che lo scontro ha portato e sta tuttora portando via.

"È la Aleppo europea", ha dichiarato Josep Borrell, l’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri. "La città è stata resa al suolo, con migliaia di civili uccisi".
E tra i civili uccisi c’era anche l’occhio che ha diretto il documentario Mariupol, l’autore lituano Mantas Kvedaravicius che nel 2016 aveva voluto raccontare al mondo le ricchezze della città.

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Il regista Mantas Kvedaravicius

Mantas Kvedaravičius era un regista lituano di 45 anni, ucciso il 2 aprile scorso mentre cercava di lasciare Mariupol.
L’automobile a bordo della quale si trovava è stata colpita da un razzo. Kvedaravičius è stato trasportato in ospedale ma purtroppo non c'è stato nulla da fare.
Questo autore lituano era molto apprezzato grazie ad alcuni documentari pluripremiati, presentati nei principali festival europei.
Ricordiamo, oltre a Mariupol, anche Barzakh (2011) sulla Cecenia.
Mantas Kvedaravičius si occupava da tempo delle tensioni tra Russia e Ucraina. Le sue opere si focalizzavano sulla vita dei cittadini ucraini sotto la minaccia sempre presente del conflitto con i vicini russi, con focus sulle battaglie nel Donbass del 2014 e sulla scissione tra separatisti filorussi da un lato e nazionalisti ucraini dall’altro.
“Mantas Kvedaravičius aveva posto la sua attenzione di regista sulle giornate apparentemente normali che la popolazione cercava di condurre nonostante il clima teso e consapevole che qualcosa poteva accadere da un momento all’altro”, scrive la giornalista Margherita Bordino su Art Tribune dando a inizio del mese scorso la notizia della scomparsa del regista. “Mantas Kvedaravičius era tornato nella città di Mariupol per continuare a documentare il conflitto. Purtroppo, questa volta è morto ‘con la telecamera in mano’, per una testimonianza che voleva condividere con il mondo intero”, aggiunge Art Tribune.
A dare la notizia della morte del collega è stato il regista russo-lettone Vitaly Mansky, organizzatore del festival di documentari Artdocfest di Mosca.

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Non solo regista ma anche antropologo

Mantas Kvedaravičius era anche un antropologo, laureatosi presso l'Università di Vilnius. Aveva conseguito un master in antropologia culturale in Inghilterra e stava per terminare la sua tesi di dottorato all'Università di Cambridge.

Su Twitter l’Ambasciatrice della Lituania presso gli Usa Audra Plepyte ha scritto: “Mantas Kvedaravičius è stato ucciso a Mariupol dove stava documentando le atrocità di guerra delle truppe russe. Aveva fatto documentari premiati sulla Cecenia, Mariupol e altri”.

Di seguito potete guardare il documentario Mariupol, disponibile sul sito di ARTE.

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