
La scuola cattolica, il film sul Massacro del Circeo: cosa c’è da sapere
Il 7 ottobre esce nelle sale la trasposizione cinematografica dell’opera di Edoardo Albinati, che racconta l’efferato crimine avvenuto tra il 29 e 30 settembre del 1975. A dirigere la pellicola è Stefano Mordini. Gli attori Valentina Cervi, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni sono affiancati da giovanissimi interpreti come Benedetta Porcaroli, Federica Torchetto, Giulio Pranno e Luca Vergoni

Uno dei film più attesi dell'autunno è La scuola cattolica, diretto dal regista Stefano Mordini, che porta sul grande schermo il libro omonimo di Edoardo Albinati (1294 pagine e vincitore del Premio Strega), compagno di scuola dei tre autori del massacro del Circeo, avvenuto tra il 29 e 30 settembre del 1975. Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira in una villa di proprietà della famiglia di quest'ultimo rapirono e stuprarono Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. La prima morì a causa delle percosse e delle violenze subite, la seconda si salvò fingendosi morta
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La pellicola di Stefano Mordini è stata presentata fuori concorso alla Mostra di Venezia 2021 e arriva nelle sale dal 7 ottobre. Il film è stato vietato ai minori di 18 anni, ha annunciato la produzione, sottolineando che "la censura viene operata su un film che racconta una storia vera, una storia di omicidio e di stupro" e "ripercorre i fatti che hanno segnato la storia dell'ordinamento giuridico italiano"
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Il contesto, ambientato negli anni '70, è quello di un quartiere residenziale di Roma, dove sorge una scuola cattolica maschile in cui vengono educati i ragazzi della borghesia. Le famiglie sentono che in quel contesto i loro figli possono crescere protetti dai tumulti che stanno attraversando la società e che quella rigida educazione potrà spalancare loro le porte di un futuro luminoso
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Nella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1975 qualcosa si rompe e quella fortezza di valori inattaccabili crolla sotto il peso di uno dei più efferati crimini dell’epoca, che verrà poi ribattezzato il massacro del Circeo. I responsabili sono infatti ex studenti di quella scuola frequentata anche dallo scrittore, che prova a raccontare cosa ha scatenato tanta cieca violenza in quelle menti esaltate da idee politiche distorte e un’irrefrenabile smania di supremazia

Il cast è formato da alcune “colonne” del cinema italiano come Valentina Cervi, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni e interpreti emergenti come Benedetta Porcaroli (che interpreta Donatella Colasanti), Giulio Pranno (che è Andrea Ghira), Federica Torchetto (che veste i panni di Rosaria Lopez), Luca Vergoni (che interpreta Angelo Izzo), Francesco Cavallo (che è Gianni Guido)

“Era una storia necessaria in questo momento storico, in cui quest’idea della sopraffazione del più debole, per affermarsi all’interno di un gruppo, che più violenti si è affermati, inseriti, soprattutto oggi in cui c’è una sorta di violenza nella realtà virtuale in cui ormai quasi tutto è concesso, la stessa impunità che c’era in quegli anni. Diciamo che era necessario raccontare questa storia, sono felice di aver potuto partecipare nella veste di Donatella Colasanti, che è stato un simbolo molto importante di quegli anni”, racconta la Porcaroli in una intervista

“Non sono stato bene in quel frangente”, ha spiegato in una intervista Stefano Mordini, manifestando tutta la difficoltà di girare alcune delle scene più emotivamente forti

Il regista ha lavorato per sottrazione: “Abbiamo eliminato i riferimenti al fascismo e alla droga perché per noi era importante prendere quel racconto e identificarlo in quello del maschio che usava e vedeva la donna come un oggetto. In quegli anni il delitto del Circeo generò un dibattito. Lo stesso Pasolini sottolineò che quella violenza non era solo appannaggio della borghesia ma anche nella borgata. Volevamo portare attenzione al tema dell’impunità. Portare quella storia all’oggi e far diventare quella responsabilità di tutti”

In macchina verso la villa il regista fa cantare i ragazzi sui versi del brano La collina dei ciliegi di Lucio Battisti: “E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante”. “La canzone dice tutto”, sottolinea Mordini, “Identifica il periodo, è struggente per quelle immagini. Il testo sembra un sintesi di quello che avremmo voluto non succedesse. Paradossalmente, nonostante l’aria di leggerezza che sembra suggerire, è un momento molto duro del film”

“Il film è costituito di cellule narrative che non hanno una vera necessità di aprirsi e chiudersi. Era doveroso nei confronti di Donatella e Rosaria usare il tempo in modo parallelo per dare loro giustizia e mostrare che è accaduto tutto in un attimo e che il germe di quel male già c'era”, spiega il regista