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50 anni fa iniziava "Fuga di mezzanotte": un thriller memorabile con un po' d'Italia

Cinema

Giuseppe Pastore

Scritto da Oliver Stone (Oscar), con le musiche di Giorgio Moroder (Oscar), diretto da Alan Parker, il film si apriva il 6 ottobre 1970 con l'arresto a Istanbul del protagonista. Una storia vera, anche se un po' romanzata

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È uno dei film più efferati della storia del cinema, ma anche uno dei più avvincenti, dei più tesi, dei più angoscianti... Un thriller con venature horror che appassiona ed emoziona facendo leva, anche con un po' di furbizia, su un messaggio non detto ma sempre presente: potrebbe succedere anche a voi. Fuga di Mezzanotte è una delle vette del genere thriller anni Settanta e causò numerosi incidenti diplomatici tra gli USA e la Turchia, a causa di una sceneggiatura (firmata da un terribile enfant prodige come Oliver Stone, allora poco più che trentenne) che inaspriva molto la realtà del sistema carcerario turco: il “vero” Billy Hayes prese le distanze dall'immagine che il film offriva del Paese in cui era stato detenuto per cinque anni e anche lo stesso Stone, in visita in Turchia nel 2004, chiese pubblicamente scusa per una sceneggiatura troppo "romanzata" che gli aveva comunque fruttato il suo primo Oscar. Il Midnight Express del titolo originale è un treno immaginario su cui sale un detenuto in fuga nella notte: insomma, un sinonimo di evasione.

LA STORIA

Il 6 ottobre 1970 , di ritorno da Istanbul, lo studente americano Billy Hayes viene fermato all'aeroporto per detenzione di hashish. Arrestato e incarcerato, viene dapprima condannato a quattro anni e due mesi; poi, a pochi giorni dalla scarcerazione, scopre che la pena è stata allungata a 30 anni, essendogli imputato anche il reato di spaccio. Nell'ottobre 1975, progetta e realizza la sua evasione dal carcere di Imrali.

 

Nel film, scritto da Oliver Stone e diretto da Alan Parker, alcune cose sono un po' diverse: per esempio gli viene aggiunta la fidanzata Susan, co-protagonista di una scena molto famosa nella seconda parte della pellicola. In realtà Hayes era a Istanbul da solo ed era addirittura la quarta volta che tentava di portare dell'hashish fuori dalla Turchia: le prime tre volte gli era sempre andata liscia. Il suo personaggio subisce violenze che Hayes ha dichiarato di non aver mai subito, come non è neanche mai avvenuta la scena più pulp del film, in cui Billy aggredisce brutalmente la “spia” Rifki. Molto diverso anche il finale, visto che in realtà la fuga di Billy fu ancora più tortuosa: trasferito in un altro carcere su un'isola, rubò un gommone e navigò per quasi 30 chilometri nel mare in tempesta, poi viaggiò a piedi e in autobus fino a Istanbul, dove superò finalmente il confine con la Grecia.

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IL PROLOGO

La scena iniziale di Fuga di Mezzanotte è indimenticabile e per anni ha terrorizzato a lungo coloro che stavano per intraprendere un viaggio più esotico della media (per gli anni Ottanta, s'intende). Parker esaspera la tensione aggiungendo silenzio, sudore, rumori improvvisi, frasi urlate in una lingua incomprensibile, cani che abbaiano, sguardi torvi, improvvise esplosioni d'ira. Con un'ottima attenzione al dettaglio: per esempio, si fa riferimento alla notizia della morte di Janis Joplin, scomparsa due giorni prima dell'accaduto, il 4 ottobre 1970.

Il protagonista

Fuga di mezzanotte è il film più conosciuto di Brad Davis, attore dalla carriera breve (di lui ricordiamo anche un ruolo minore in Momenti di gloria) e dalla storia tragica: si ammalò di AIDS nel 1985 ma mantenne segreta la sua malattia, continuando a recitare, prima di dichiarare la propria sieropositività e diventare un attivista, prendendo posizione contro Hollywood e il governo statunitense. Morì l'8 settembre 1991 commettendo suicidio assistito, con la famiglia sempre al suo fianco.

L'ITALIANO N.1

Tra gli assi nella manica del film c'è senza dubbio la straordinaria colonna sonora del bolzanino Giorgio Moroder, già una celebrità sulla scena disco americana per aver prodotto alcuni grandi successi di Donna Summer. La sua prima colonna sonora fu un successo strepitoso, a cominciare dal brano The Chase: il 9 aprile 1979 divenne il secondo compositore italiano a vincere l'Oscar per la miglior colonna sonora (oggi sono quattro in tutto: oltre a lui, anche Nino Rota, Nicola Piovani ed Ennio Morricone).

L'italiano n.2

Reso celebre dal controverso Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini, Paolo Bonacelli fu scelto da Alan Parker che l'aveva visto e apprezzato ne L'eredità Ferramonti di Mauro Bolognini (1976). Attore teatrale e cinematografico di alto livello e di lungo corso, interpreta il sordido Rifki, destinato a fare una gran brutta fine. Bonacelli è probabilmente più noto al grande pubblico per alcuni ruoli in commedie di successo come Non ci resta che piangere (Leonardo Da Vinci) e Johnny Stecchino (dove interpreta lo “zio”).