
Festival di Venezia 2020, un viaggio alla scoperta dei 4 film italiani in concorso
Da "PadreNostro" di Claudio Noce con Piefrancesco Favino a "Notturno" di Gianfranco Rosi, da "Miss Marx" di Susanna Nicchiareli, a "Le Sorelle Macaluso" di Emma Dante, ecco le foto delle quattro opere italiane protagoniste del concorso della 77esima Mostra del Cinema di Venezia

Le sorelle Macaluso, film diretto da Emma Dante, racconta la storia di Maria, Pinuccia, Lia, Katia e Antonella. Sono cinque sorelle di diversa età, nate a Palermo e cresciute in un appartamento, sito all'ultimo piano di un palazzo decadente della città sicula. Così come la loro casa mostra i segni del trascorrere del tempo e degli anni, allo stesso modo le cinque donne vengono mostrate in età diverse, come infanzia, maturità e vecchiaia.
Venezia 2020: Il programma della Mostra
Il film è tratto dall'omonima pièce teatrale. Le riprese si sono svolte a Palermo per tre settimane. Il cast di Le Sorelle Macauluso è composto da Alissa Maria Orlando, Susanna Piraino, Anita Pomario, Eleonora De Luca, Viola Pusatieri, Donatella Finocchiaro, Serena Barone, Simona Malato, Laura Giordani, Maria Rosaria Alati, Rosalba Bologna, Ileana Rigano
Festival di Venezia 2020; gli ospiti internazionali che vedremo.jpg?im=Resize,width=335)
Gianfranco Rosi - Leone d’Oro con Sacro Gra, Orso d’Oro e Nomination agli Oscar con Fuocoammare - torna al Festival di Venezia in Concorso con "Notturno", girato nel corso di tre anni trascorsi sui confini fra Siria, Iraq, Kurdistan, Libano.
Gianfranco Rosi racconta la vita nelle Zone di Guerra
Con questo film Rosi dà voce ad un dramma umano che trascende le divisioni geografiche e il tempo dei calendari; illumina, attraverso incontri e immagini, la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all’apocalisse omicida dell’ISIS. Storie diverse, alle quali la narrazione conferisce un’unità che va al di là dei confini. La guerra non appare direttamente: la sentiamo nei canti luttuosi delle madri, nei balbettii di bambini feriti per sempre
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"Durante tre anni di viaggio in Medio Oriente - racconta Rosi - ho incontrato le persone che vivono nelle zone di guerra. Ho voluto raccontare le storie, i personaggi, oltre il conflitto. Sono rimasto lontano dalla linea del fronte, ma sono andato laddove le persone tentano di ricucire le loro esistenze. Nei luoghi in cui ho filmato giunge l’eco della guerra, se ne sente la presenza opprimente, quel peso tanto gravoso da impedire di proiettarsi nel futuro"

"PadreNostro", il film diretto da Claudio Noce, è ambientato nel 1976 a Roma ed è tratto da una storia vera.

La trama del film: Roma, 1976. Valerio (Mattia Garaci) ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso (Pierfrancesco Favino) da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian (Francesco Gheghi), un ragazzino poco più grande di lui.

Scritto dallo stesso Noce con Enrico Audenino, il film è prodotto da Lungta Film di Andrea Calbucci e Maurizio Piazza, da PKO Cinema & Co., società di produzione dello stesso Favino, da Tendercapital Productions, società di produzione cinematografica appartenente al Gruppo Tendercapital, in collaborazione con Vision Distribution e con il sostegno della Calabria Film Commission.

Pierfrancesco Favino in una scena di "PadreNostro"

Miss Marx è diretto da Susanna Nicchiarelli e interpretato da Romola Garai, Patrick Kennedy

Brillante, colta, libera e appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx: tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e l’abolizione del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore appassionato ma dal destino tragico.

"Con la sua apparente incongruenza tra dimensione pubblica e privata – racconta la regista Susanna Nicchiarelli – la storia di Eleanor Marx apre un abisso sulla complessità dell’animo umano, sulla fragilità delle illusioni e sulla tossicità di certe relazioni sentimentali. Raccontare la vita di Eleanor vuol dire parlare di temi talmente moderni da essere ancora oggi, oltre un secolo dopo, rivoluzionari".

E a proposito della partecipazione alla Mostra di Venezia, Susanna Nicchiarelli aggiunge: "Alcuni dei momenti più belli della mia vita da appassionata di cinema e da regista sono legati alla Mostra. Ho visto dei film meravigliosi al Lido che mi hanno cambiato per sempre. E naturalmente non dimentico la felicità e la soddisfazione per l'accoglienza riservata al mio primo film, Cosmonauta, e poi al più recente Nico del 1988"