
E' la squadra che ha vinto più scudetti nella storia del nostro campionato ed è anche una delle più citate dal nostro cinema: da Walter Chiari a Diego Abatantuono, ecco le scene più famose

Iniziamo da "L'inafferrabile 12" (Mario Mattoli, 1950), uno dei primi film ambientati nel mondo del calcio. Al centro della scena c'è uno scatenato Walter Chiari nel doppio ruolo di due gemelli: uno dei due è il portiere titolare della Juventus e per questo alcune scene furono girate al Campo Sportivo Gianpiero Combi in via Filadelfia, allora centro d'allenamento della società bianconera. Nella parte di loro stessi compaiono Giampiero Boniperti, Carlo Parola, John Hansen e Alberto Piccinini, centrocampista e padre del futuro telecronista Sandro.

"Il presidente del Borgorosso FC" (Luigi Filippo D'Amico, 1970). Film pioniere di tutte le commedie italiane "calcistiche. Alberto Sordi eredita dal padre la squadra di calcio di un paesino della Romagna dalla maglia bianconera. Colto dalla febbre del tifo, Sordi non esita a indebitarsi per portare a Borgorosso l'ex juventino Omar Sivori (nel ruolo di sé stesso), a costo del pignoramento di tutte le sue proprietà. All'epoca 34enne, Sivori aveva già abbandonato il calcio da due stagioni, ma rimane l'esempio più famoso di calciatore-attore nel cinema italiano.
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"Eccezzziunale... veramente" (Carlo Vanzina, 1982). Abatantuono si fa in tre nel film che lo lancia nel firmamento della comicità italiana. Se il personaggio più indimenticabile è il milanista Donato Cavallo ("Viuuulenza!"), lascia il segno anche il camionista juventino Felice La Pezza detto "Tirzan", che si fa portavoce dell'emozione di milioni di juventini quando si ritrova a San Siro per un Milan-Juve in tribuna d'onore accanto al grande "Cianne Agnello" - ovvero, l'Avvocato...
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"Al bar dello sport" (Francesco Massaro, 1983). Commediola anni Ottanta sulla passione per il calcio e per il Totocalcio, sale delle domeniche degli italiani: in un modesto bar alla periferia di Torino il muto Parola (Jerry Calà) consiglia a Lino Banfi di giocare un clamoroso 2 in schedina su Juventus-Catania. E il Catania vince all'ultimo minuto, in una scena oggettivamente esilarante, con gol decisivo del bomber di provincia Aldo Cantarutti, facendo ricco Banfi e procurandogli una Mole (ehm) di guai.
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Vacanze in America (Carlo Vanzina, 1984). Da "Dove lo passerà il Capodanno Toninho Cerezo?" alla trasferta a Roma di Massimo Boldi in "Fratelli d'Italia", il cinema italiano anni Ottanta pullula di riferimenti calcistici. In questa commedia vanziniana ambientata negli States un gruppo di romanisti (capitanati da Claudio Amendola) incontra un gruppo di juventini nella Death Valley, e scatta la partita. Arbitra il prete Don Buro (Christian De Sica), imparzialissimo in quanto laziale: "Ve odio a tutti e due".
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"L'allenatore nel pallone" (Sergio Massaro, 1984). Famosissima farsa sul pallone italiano all'apice del suo splendore, a metà degli anni Ottanta. Decennio a lungo dominato dalla Juventus e perciò, tra una battuta su Cabrini e una su Trapattoni, c'è spazio anche per l'Avvocato Agnelli al calciomercato (anche qui come in "Eccezzziunale veramente" non se ne mostra il viso, tutt'al più l'orologio sul polsino della camicia) e per un incontro ravvicinato con Monsieur Platini (o meglio la sua controfigura) in una surreale partita nella nebbia del Comunale di Torino.

"Santa Maradona" (Marco Ponti, 2001). Una delle migliori commedie italiane dei primi anni Duemila, ambientata a Torino, attorno alle vicende di quattro studenti universitari in cerca del proprio posto nel mondo. Anche se nessuno di loro dichiara particolari fedi calcistiche, li ritroviamo a un certo punto sugli spalti del vetusto stadio Delle Alpi a guardare un improbabile Juventus-Atalanta di campionato.
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