Mister Paura presenta Profondo Rosso

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Paolo Nizza

Paolo Nizza

Terzo appuntamento con la rubrica dedicata al cinema del brivido. Questa volta rendiamo omaggio al capolavoro di Dario Argento, in onda su Premium Cinema Energy venerdì 12 giugno

La colonna sonora firmata dai Goblin e da  Giorgio Gaslini. il cast formato da eccellenti attori, la fotografia di Luigi Kuveiller, gli effetti speciali di Germanio Natali e Carlo Rambaldi. E ancora le soggettive dell’assassino, i dettagli ripresi da una speciale macchina da presa chiamata “Snorkel “in grado di ingrandire gli oggetti. Sono infiniti i motivi per cui Profondo Rosso nel tempo è diventato qualcosa di più di un semplice film. E ogni spettatore conserva un proprio ricordo di questa pellicola epocale. Così grazie allo straordinario lavoro di Simone Del Vecchio  e Maurizio Grillo, siamo riusciti a trasfigurare il mio modesto divano di casa in un portale per viaggiare attraverso le immagini e le parole del capolavoro firmato da Dario Argento.

La puntata di Mister Paura (In onda questa sera alle 21 su Sky Cinema Uno, all’interno della rubrica 100x100CINEMA) si chiude sulla voce di Emanuela Battista che canta la perturbante nenia che precede gli omicidi del malevolo assassino.  E tra Fantasmi e leggende dell’età moderna, il mito di Profondo Rosso continua a spaventarci e ad affascinarci.

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PROFONDO ROSSO, IL CAPOLAVORO DI DARIO ARGENTO

“Hinno” è un’espressione di Tahiti o del Madagascar. Significa alla salute, perché bisogna celebrare in tutte le lingue del mondo Profondo Rosso, un capolavoro nato 45 anni fa.

Un film ambientato in una città che non esiste, tra Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna.

Un lungometraggio che in fase di produzione si intitolava “Chipsiomega”, per poi passare a “La Tigre dai denti a Sciabola”, per poi approdare al titolo definitivo

Un’opera che ci osserva e al tempo stesso ci costringe a guardare con gli occhi dell’assassino.

In Profondo rosso Il quadro della situazione è sfuggente.  Un’ epifania di passamanerie, bambole, guanti neri e specchi che farebbero bene a pensare prima di riflettere.

Magari seduti al banco del Blu Bar, insieme ai Nottambuli di Hopper.

Il film è un’impressione di morte suggellata dall’epocale colonna sonora dei Goblin.

Un’opera jazz, niente affatto per bene, una finestra sul male, sulla follia, sul dolore.

E come diceva Baudelaire: “Chi guarda stando fuori da una finestra aperta non vede mai tante cose quanto colui che guarda una finestra chiusa.”

Dario Argento racconta che aveva un’idea in testa, simile a sassolino trasportato da un fiume. E il sasso nel tempo è diventato una biglia di vetro.  Un gioco da bambini che schiude le porte dell’incubo.

Il pupazzo meccanico che precede l’omicidio di Glauco Mauri in origine avrebbe dovuto essere un Pinocchio di legno.

Perché la memoria inganna, i traumi ci fanno perdere la testa. L’ossessione di una nenia infantile ci fa precipitare in un vortice di paura. E le note del maestro Gaslini ci cullano verso un rosso sempre più profondo.

 

 

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