Stories, "Neffa - Come un canerandagio". VIDEO

Spettacolo

La prima parte di un nuovo album già pubblicato e la seconda in uscita. Una data speciale al Forum di Milano. E una vita dedicata alla musica, in tutte le sue forme. Neffa si racconta al vicedirettore di Sky Tg24 Omar Schillaci nella nuova puntata del ciclo di interviste dedicate ai protagonisti dello spettacolo

È Giovanni Pellino, in arte Neffa, il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Roberto Contatti, il cantautore si racconta in “Neffa – Come un canerandagio”. In onda lunedì 2 giugno alle 21:00 su Sky TG24, sabato 7 giugno alle 12:30 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand.

Dall’hip hop all’“Universo Neffa”: il ritorno live dopo dieci anni

Approda nel mondo della musica come rapper, per poi essere pioniere dell’hip pop in Italia, ma adesso, dopo svariati successi e la pubblicazione di numerosi pezzi, Giovanni Pellino, in arte Neffa, ha deciso di tornare alle origini, con l’uscita del suo nuovo album ‘Canerandagio Parte 1’: “È stato un ritorno decisamente inconsapevole, come scintilla. Mano a mano che il progetto prendeva piede, a quel punto, c’era una parte consapevole che diceva ‘ok, direttore dei lavori Giovanni Pellino!’. Non mi è successo subito di pensare che questo sarebbe stato un grande lavoro, perché sono abituato a strani colpi di testa durante i miei percorsi musicali. Ogni tanto viene a galla una canzone che non mi aspettavo, con uno stile che non mi aspettavo, e qui ce n’era stata una inizialmente, ma man mano che il tempo passava ho scritto altri due-tre pezzi di seguito e lì ho pensato che quella costituisse una strada che mi stava scegliendo. Ho ‘temuto’ che qualcuno potesse pensare che questo ritorno sarebbe stato solamente una trovata di marketing, ma io sono tornato con l’idea di innovarmi”. Il 5 novembre arriverà a Milano con uno speciale concerto al forum di Assago, dove il cantautore porterà sicuramente il nuovo album, ma anche tanti ‘colori’: “È un percorso, dal momento che non c’è mai stato un evento così per me. Visto che io ho interrotto i concerti da dieci anni o poco più, mi sembrava simbolico tornare con una cosa di questo tipo, che raccogliesse tutto e anche molte persone, quindi ci sarà sicuramente l’album nuovo e anche la parte due che sto preparando, e che uscirà prima di allora. La data si chiama ‘Universo Neffa’, dato che non si parla solo di uno, ma ci sono tanti pianeti di me”.

Dalla provincia al rap, dal punk all’anima: la traiettoria irregolare di Neffa

Facendo un passo indietro, la storia di Neffa comincia da molto lontano e, in tal senso, è anche complicato pensare a come e dove collocare casa-Pellino da bambino, almeno in un primo momento: “Già mentre ci penso siamo in tre città diverse, dato che io dovevo nascere a Milano, perché i miei vivevano lì, ma la sorella di mia nonna era levatrice, quindi nascevamo tutti in casa e mia madre, ogni volta, andava nel suo paese natio, ovvero Scafati, in provincia

di Salerno. Una volta partorito lì, siamo tornati a Milano, ma a due anni la mia famiglia si è trasferita a Roma e quando ne avevo sette si è spostata a Bologna. Quello costituì un evento importantissimo per la mia vita, un evento, se si vuole, di distruzione, dato che io in quel momento mi sentivo uno che già non aveva tutte le radici a posto. Avevo cambiato due case, ma quando poi la mia famiglia da Roma è arrivata a Bologna, probabilmente là è stata l’ultima volta in cui il me bambino era appartenuto veramente ad un vaso. Da lì in poi mi sono sentito sempre una pianta un po’ rampicante, selvatica. Eravamo cinque figli ed io ero stato il quarto maschio, con mia mamma che scherzando diceva per strada alle comari che lei e papà avrebbero voluto una femmina, e quindi io dicevo tutte le volte, ironizzando, che mi sentivo volutissimo”. Proseguendo, se ripensa al momento in cui crede di aver incontrato e sentito il richiamo del rap, Neffa dichiara: “È successo in varie fasi della mia vita, è successo ad esempio già quando io avevo diciassette anni e sentivo pezzi come ‘Unity’ di Bambaataa con James Brown, ma successivamente un momento fulminante in cui mi sono sentito coinvolto dall’hip pop, anche se lì era più rap, è stato quando ho sentito i Public Enemy, mi interessava la connotazione rivoluzionaria a livello sociale, non tanto politica. Da lì ho costruito qualcosa che poi veramente poteva essere come un esoscheletro che stesse bene con me. Io venivo dalla dimensione del batterista punk, e questo era un messaggio fortissimo a livello sociale ma soprattutto artistico, perché nel passaggio da cover band a dimensione artistica ho acquisito la mentalità secondo cui anche senza lo studio dal valore di milioni si poteva fare molto, grazie al proprio ingegno artistico”. Successivamente, ripercorrendo tutta la lunghissima carriera musicale del cantautore, sono indubbiamente molti i pezzi di successo, con ognuno di loro che ha costituito a modo proprio una tappa importante. Tra questi, si possono ricordare ‘Aspettando il sole’, che rappresentava qualcosa di nuovo e innovativo per il periodo in cui era uscito, dato negli anni Novanta l’Italia non aveva ancora pienamente abbracciato il genere rap, oppure ‘Prima di andare via’, autentico successo radiofonico. Menzione a parte la merita anche ‘La mia signorina’, pezzo con il quale Neffa si era allontanato dal genere hip pop e che aveva rappresentato per il cantautore un vero e proprio esercizio di stile, che in qualche modo ha lasciato, a modo suo, un segno deciso nella sua carriera: “Con questo pezzo ho pensato inizialmente, impaurito, che sarei andato a complicarmi parecchio, poi mi sono sentito più divertito, sperando che si sarebbe capito che con questo brano puntavo alla ricerca del vero. Le reazioni invece sono state crude. Con questo pezzo, anche se avevo fatto quello che sentivo di fare, pensando di aver intrapreso una strada che mi aveva scelto, tanti mi hanno dato del venduto. Ho sofferto per questo e ne porto ancora i segni. Mi dispiaceva che il tutto non era stato compreso”. Tra i progetti discografici più impattanti, invece, c’è sicuramente poi quello realizzato con J-Ax e i Due di Picche, ‘Fare a meno di te’, dal quale è nato l’album ‘C’eravamo tanto odiati’: “Ci eravamo un po’ odiati, in quanto ai tempi del rap nostro, la persona pubblica e la persona privata erano fortemente sovrapposte; quindi, se tu avevi uno stile che non piaceva, tendenzialmente potevi non piacere anche tu. Ai tempi un po’c’era del testosterone, c’era un

po’ di questa rivalità, poi devo dire che alla fine negli anni tu trovi nel tuo ‘avversario’ molti più punti di contatto, cioè ti riconosci sostanzialmente come un veterano di qualcosa. Quando, dopo, ci siamo trovati come ‘cani’ nella stessa stanza e abbiamo cominciato ad ‘annusarci’, con Ale (J-Ax, ndr) è partito un rapporto di amicizia veramente grande, lui è un uomo che ammiro davvero”. In conclusione, su quale consideri il suo più grande amore musicale, il cantautore non ha dubbi: “Si tratta di ‘AmarAmmore’, sarei molto sorpreso e grato se la vita mi regalasse un amore più grande di quello, lì è stato proprio un altro momento enorme per me. Pensare a quel pezzo, tutto insieme, l’ho considerato un dono”.

Approfondimento

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STORIES: “NEFFA – COME UN CANERANDAGIO” IN ONDA LUNEDÌ 2 GIUGNO ALLE 21:00 SU SKY TG24 (CANALI 100 E 500 DI SKY E CANALE 50 DEL DTT), SABATO 7 GIUGNO ALLE 12:30 SU SKY ARTE E DISPONIBILE ON DEMAND E SU SKYTG24.IT

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