I Miserabili diventerà una trilogia, parola di Ladj Ly, regista del film

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Paolo Nizza

Dal 18 maggio arriva su Sky Primafila Premiere, il capolavoro che ha vinto il Premio della Giuria a Cannes e che ha trionfato ai Cesar. Abbiamo incontrato l’autore del film che ci ha parlato delle Banlieue,  dell’emergenza Coronavirus e annuncia che I Miserabili avrà due sequel

“Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”.  Inizia con questa frase di Victor Hugo, I Miserabili, uno dei film più attesi della stagione cinematografica, che a causa dell’emergenza coronavirus   (AGGIORNAMENTI - SPECIALE - LA MAPPA) arriverà su Sky Primafila Premiere da lunedì 18 maggio. La pellicola è il primo lungometraggio di Ladj Ly, talentuoso cineasta che si è formato attraverso il documentario, Un cantore delle periferie parigine, che senza fronzoli o manierismi ha raccontato la dura realtà delle Banlieue. E con I Miserabili, utilizzando gli stilemi del genere action-thriller è tornato a raccontarsi quel mondo con sincerità e coraggio, senza generalizzazioni e manicheismi.

 

Cosi quando viene chiesto al Ladj Ly, come mai il suo film non prende una posizione netta a favore di nessuno il regista risponde cosi: “Io vengo dalle Banlieue e dal documentario e quindi mi interessava raccontare la periferia parigini nel modo più fedele possibile, senza schierarmi.” E proprio perché è cresciuto in quell’ambito difficile e problematico e molto preoccupato degli effetti che avrà l’emergenza coronavirus su quella realtà. “Si rischia la catastrofe, la situazione rischia di degenerare soprattutto nella zona di Saint Denis, uno dei comuni più colpiti in Francia. Sono mesi che la gente è confinata. Le persone non ne possono più. Già si tratta di quartieri molto poveri e tanti non faticano ad arrivare alla fine del mese. Per questo sono state messe a punto alcune iniziative di sostegno. Io personalmente mi sono impegnato a sostenere con aiuti economici i più sfortunati appartenenti alla Banlieue Santé.”

 

Si torna quindi a parlare di rabbia giovani e delle reazioni da parte delle forze dell’ordine. E su questo punto il regista ha un’opinione molto precisa. “Personalmente ho più paura della polizia. Si comportano come se avessero carta bianca. La situazione sta peggiorando e i politici sono i primi responsabili perché come i cattivi coltivatori, citati da Hugo, hanno abbandonato le periferie al loro destino. La Francia è una potenza mondiale, ma abbiamo ancora problemi nel reperire mascherine per tutti. Quando, invece, ci sono Paesi come il Marocco che hanno gestito benissimo l’emergenza. Si torna a parlare del film I Miserabili, che, secondo Ly ha mostrato a molti spettatori che Le Cité non sono popolate esclusivamente da criminali, ma anche persone normali e oneste.

 

Ma come diceva Eduardo a volte da un male nasce un bene. E Ladjj vuole lanciare un messaggio di speranza. “A causa dell’emergenza coronavirus le persone sono tornate ad aiutarsi tra loro, E questa crisi potrebbe essere l’occasione per cambiare davvero le cose. Il vursu Covid 19 colpisce indifferente te, chiunque poveri o ricchi, sicché potrebbe segnare la fine di un’era e l’inizio di un mondo più equo e giusto. Anche se spesso l’umanità ha dimostrato di essere e c’è il rischio che tutto questo venga dimenticato dai più.”

 

Dopo il successo internazionale   di I miserabili (che ricordiamo è stato candidato all’Oscar come miglior pellicola straniera e ha vinto Il Premio della Giuria al Festival di Cannes, il Premio Miglior Rivelazione agli European Film Awards e ha trionfato ai César ottenendo numerosi riconoscimenti tra cui Miglior Film) il regista è stato subissato da offerte, soprattutto dagli Stati Uniti. Ecco come ha risposto.  “Ho rifiutato, mi hanno proposto serie televisive, addirittura un cinecomic della Marvel. Mi voglio concentrare sul sequel di I Miserabile e poi sul terzo film, visto che si tratta di una trilogia. Il secondo lungometraggio più politico e sarà ambientato in una epoca precedente, durante le rivolte del 2005.”

 

Infine Ly mostra una certa preoccupazione per la crisi che sta affrontando l’industria cinematografica: “Mi dispiace si sia stato annullato il Festival di Cannes che  è un’importantissima vetrina mondiale. Non voglio neanche pensare a cosa succederà nei prossimi anni, ma per i film d’autore prevedo un futuro molto difficile e complicato

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