5 è il numero perfetto: Un affascinante noir napoletano che va oltre l'esercizio di stile

Cinema sky cinema

Akim Zejjari

In prima tv su Sky Ciinema Due, sabato 18 aprile alle 21:15 arriva l'opera prima delfumettista Igort che debutta alla regia con l’adattamento del suo famoso graphic novel. Protagonisti un trio perfetto: Toni Servillo, Valeria Golino e Carlo Buccirosso

Prendete un fumetto cult, un autore internazionale e un’impavida casa di produzione (Propaganda Italia) e il risultato è un sorprendente film “UFO” che è stato presentato in concorso alle scorse Giornate degli Autori (Venezia 76) e che ha raccolto ben 9 nomination, tra cui quella del miglior esordio, ai David di Donatello. Si tratta di 5 è il numero perfetto. Non male per l’opera prima di un artista che non ha mai smesso di mettersi in gioco…

La cultura è un flusso che viaggia senza frontiere… sono Europeo, nato nel vecchio continente e cresciuto a suon di cinema e cultura americana dopodiché sono stato molto influenzato dall’Asia dove ho lavorato per parecchi anni. Credo che la mia esperienza personale abbia arricchito il mio lavoro e per questo, mi auguro che il film possa contribuire ad aprire un po’ gli orizzonti di un cinema Italiano che non osa molto”

Per raccontare la storia di Peppino Cicero, un sicario della camorra in pensione costretto, dopo l'omicidio del figlio, a tornare in azione, Igort si discosta dai modelli cinematografici e televisivi recenti e ci immerge in un noir napoletano denso come un caffè. Qui niente “cinema verità” ma pura reinvenzione attraverso la lente del fumetto.

“Ho cominciato a lavorare su questa storia all’inizio degli anni 90 quando lavoravo a Tokyo per la casa editrice Kodansha, dopo un po’ la distanza dal mio paese mi ha dato voglia di raccontare l’Italia. Mi sono ispirato al cinema moderno che secondo me è un’invenzione tutta Italiana. Penso per esempio a Michelangelo Antonioni che per Deserto Rosso fece addirittura dipingere gli alberi e le mele, o a Federico Fellini e al trionfo dell’artificio nei suoi film. Sono maestri che hanno radicalmente cambiato il linguaggio cinematografico e che hanno influenzato generazioni di registi, soprattutto in Asia. Prendiamo Sergio Leone che ha reinventato il genere Western… John Woo mi ha confessato che senza Leone, non avrebbe mai realizzato i film che ha fatto. Il cinema è un gioco di specchi, di influenze artistiche che continuano a rimbalzare da un continente all’altro.

Da Dick Tracy ai noir di Howard Hawks, passando per l’espressionismo di Fritz Lang o l’hard boiled di Hong Kong, 5 è il numero perfetto seduce non solo per le sue suggestioni cinematografiche, letterarie e fumettistiche ma anche per il suo protagonista: un Toni Servillo cavalier errante, ancora una volta impeccabile nella sua maschera “chandleriana”.

"Peppino Cicero è un personaggio iconico ed è per questo che ho pensato subito a Toni Servillo, anche quando non lo dovevo dirigerlo io il film, ma Johnny To! Quando ho incontrato Servillo è stato lui ad insistere perché prendessi le redini del film. Mi diceva: sei tu ad avere la visione, l’hai scritto, disegnato, immaginato! Da lì è nato un sodalizio molto forte tra di noi e negli anni, malgrado le varie proposte di casting, tra cui un assurdo Takeshi Kitano, ci siamo aspettati a vicenda. Peppino Cicero non poteva esistere senza Toni Servillo, lo ha incarnato facendone un personaggio struggente, malinconico. È un film sulla redenzione, sulle seconde possibilità che la vita ci offre su un vassoio scintillante di dolore: a volte dietro a una morte improvvisa si cela un’occasione di rinascita."

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