Prima Scala, Chailly: “Lady Macbeth di Šostakovič? Atto dovuto a un gigante del ‘900”
SpettacoloIl 7 dicembre si avvicina e Milano si prepara a celebrare ancora una volta l'apertura di una nuova stagione del Piermarini. Quest'anno tocca a "Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk" di Dmitrij Šostakovič. Il direttore d'orchestra: "Riconoscimento per un'opera che ha sofferto per troppi anni. Io stesso mi sono sentito in soggezione per questa partitura"
Si avvicina il 7 dicembre: per Milano, come da tradizione, è tempo di raccogliersi nel rito laico della Prima del Teatro alla Scala. Quest’anno ad aprire la stagione, la prima del nuovo sovrintendente Fortunato Ortombina e l'ultima con la direzione musicale di Riccardo Chailly, sarà Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Dmitrij Šostakovič. La regia è di Vasily Barkhatov, la scenografia di Zinovy Margolin, la protagonista è Sara Jakubiak. Dal Ridotto dei palchi “Arturo Toscanini” è stata presentata la serata inaugurale: Ortombina ha rivendicato la "funzione" di "servizio pubblico, aperto a tutti" della Scala verso la società. Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk, ricorda, viene definita "una delle opere più clamorose del Novecento", ma "per conto mio è tra le più importanti sempre: di Mozart e Verdi si dice sempre che sono diventati profeti, credo che anche Šostakovič sia sulla buona strada per diventarlo nel tempo". L’opera, censurata dal regime sovietico, è anche un simbolo della storia di Milano con la letteratura russa: “I rapporti tra la Russia e la Scala sono sempre stati importanti e hanno sempre trasceso qualunque momento di crisi politica europea o globale”. Chailly: "Scegliere quest'opera non è un atto di coraggio, ma un atto dovuto di riconoscimento a un gigante del '900 e a un'opera che ha sofferto per troppi anni".
Chailly: "Io stesso ero vittima di soggezione nei confronti di quest'opera. Conto i giorni alla Prima"
Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk vide la luce nel 1934, quando Šostakovič aveva meno di 30 anni. Un’opera complessa, una sfida per lo stesso Chailly: “Ho avanzato i miei studi molto in anticipo rispetto alle mie abitudini per la partitura di quest’opera. Ero vittima di soggezione nei confronti di questa partitura. Per la sua grandezza, per la sua audacia e per la sua modernità, per un soggetto scabroso che chiedeva tanto coraggio per un compositore di 24 anni”. Chailly anticipa: sarà Una Lady Macbeth “diversa”, dal punto di vista della struttura scenografica, rispetto a quelle viste in passato. L’eccitazione è alta: “Sto contando i giorni alla Prima”.
Barkhatov: "È la storia di una donna che cercava la felicità”
Chailly ha ringraziato Vasily Barkhatov per essere riuscito a gestire la sua “turbolenza” durante le prove. Il regista lo ha ringraziato a sua volta proprio per quella citata turbolenza: “Significa che c’è del movimento”. Poi ha parlato di “due anni di lavoro duri sulla drammaturgia musicale”. In generale, ha spiegato Barkhatov, ci sono due tipi di partiture musicali, cioè “quelle che hanno bisogno di essere un po’ aiutate e quelle che il regista deve solo seguire”. L'opera di Šostakovič fa parte del secondo gruppo. “La sua particolarità sta nella capacità di passare da momenti di humor, goffaggine e tenerezza alla profondità della tragedia e poi ancora di risalire. Alla fine del giorno è semplicemente la storia di una donna che si vota alla libertà e alla felicità umana. Lo fa in maniera violenta e drammatica, ma di questo si tratta”.
Barkhatov: "Abbiamo eliminato i cliché e dato risalto alla psicologia dei personaggi"
Barkhatov ha spiegato di aver voluto eliminare tutti i cliché che nel tempo hanno segnato Una Lady Macbeth. Lo hanno fatto concentrandosi sugli aspetti psicologici dei personaggi e cambiando prospettiva: "Abbiamo spostato l’azione da un villaggio della Russia di metà ‘800 alla capitale degli anni ’50. Šostakovič ha trovato la bellezza in questi personaggi così strani e così crudeli: noi abbiamo voluto fare lo stesso, aiutarli a trovare bellezza sul palcoscenico. E abbiamo un cast meraviglioso per farlo”.
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Lo scenografo Margolin: "Non volevamo rivedere la solita provincia russa"
Parola anche allo scenografo Zinovy Margolin: “Non volevamo un’altra rappresentazione della provincia russa, come abbiamo visto molte volte. Ci sembrava sarebbe stato adatta la città in cui ha vissuto lo stesso Šostakovič”. Margolin anticipa quindi la rappresentazione di “un enorme stile imperiale”.
Sara Jakubiak è Katerina L’vovna Izmajlova
Sara Jakubiak, soprano, ha detto di pensare al ruolo di Katerina L’vovna Izmajlova - già interpretato al Gran Teatre del Liceu di Barcellona, come a una macchina che "può passare da zero a cento". Poche anticipazioni: "L'unica cosa che posso dirvi è di allacciare le cinture".
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La Prima Diffusa (anche a Berlino e Philadelphia)
Presentati anche gli eventi della Prima Diffusa, “espressione multipla e simultanea in tutta la città” della proiezione della Prima in varie sedi sparse per tutta Milano, 30 in totale (per 10mila posti). I luoghi non sono casuali, ma simbolo di valore culturale o sociale, ha evidenziato l’assessore alla Cultura di Milano Tommaso Sacchi. Ne ha citati alcuni dei più esemplificativi: torna l’ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II e se ne aggiungo di nuovi, come ad esempio il Teatro della Quattordicesima al Corvetto, la Casa delle Donne di via Marsala, la portineria di comunità Parco Trapezio a Santa Giulia, il CASVA al Qt8, il Centro Diurno Disabili Appennini di Quarto Oggiaro. Prima Diffusa quest'anno sarà anche all'Istituto Italiano di Cultura a Berlino e a quello di Philadelphia.
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Allianz è Partner Ufficiale della Prima della Scala
Il partner ufficiale della Prima della Scala, per la quarta volta consecutiva, è Allianz. "L’inaugurazione della Stagione d’Opera è uno tra gli eventi culturali più prestigiosi al mondo e Allianz riconferma anche quest’anno il proprio impegno a favore della città di Milano e del Teatro", ha spiegato Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz. La partnership non si limita al supporto per la serata inaugurale del 7 dicembre, ma si estende anche allo sviluppo e modernizzazione del teatro milanese: a maggio 2023 infatti grazie al sostegno dell'azienda è stata inaugurata la nuova camera acustica. L’opera è stata realizzata con speciali pannelli multistrato di legno di Okumé per garantire una maggiore corposità del suono e una stabilizzazione delle risonanze, migliorando così la qualità sonora e l'esperienza per il pubblico. Inoltre Allianz ha contribuito al progetto di digitalizzazione del Teatro, che è stato dotato di nuovi tablet touchscreen e ha finanziato anche il rinnovamento delle sedute posteriori nei palchi.