J.K. Rowling a Emma Watson nella polemica sui diritti delle persone trans: "Ignorante"

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L'autrice di Harry Potter ha nuovamente attaccato l’attrice, che secondo lei esprime da una posizione di privilegio opinioni opposte alle sue. La frattura tra loro si era aperta nel 2020, dopo che la scrittrice aveva condiviso opinioni sulla comunità transgender, da molti considerate però transfobiche perché, secondo lei, soltanto chi è nata biologicamente donna può definirsi tale

Nella polemica sui diritti delle donne transgender, J.K. Rowling, l’autrice di Harry Potter, ha nuovamente attaccato Emma Watson, l’attrice che nella saga cinematografica ha interpretato Hermione Granger. “Come altre persone che non hanno mai sperimentato la vita adulta senza l’ombra di ricchezza e fama, Emma ha così poca esperienza della vita reale che ignora quanto sia ignorante”, ha scritto in un post su X la scrittrice. La frattura tra Rowling e Watson si era aperta nel 2020, dopo che la prima aveva condiviso opinioni sulla comunità transgender, da molti considerate transfobiche perché, secondo lei, soltanto chi è nata biologicamente donna può definirsi tale. “Le persone trans sono chi dicono di essere e meritano di vivere la loro vita senza essere costantemente messe in discussione o sentirsi dire che non sono chi dicono di essere”, aveva invece commentato all’epoca Watson, che si era unita sulla questione ai co-protagonisti di Harry Potter, come Daniel Radcliffe. “Non mi spetta l’eterno consenso di nessun attore che abbia interpretato un personaggio da me creato”, ha scritto ora su X Rowling. “L’idea è ridicola quanto quella di chiedere al mio capo di quando avevo 21 anni quali opinioni dovrei avere oggi. Emma Watson e i suoi co-protagonisti hanno tutto il diritto di abbracciare l’ideologia dell’identità di genere. Tali convinzioni sono tutelate dalla legge e non vorrei vedere nessuno di loro minacciato di licenziamento, violenza o morte per colpa loro”. Durante le precedenti polemiche, però, l'autrice aveva dichiarato che non avrebbe mai perdonato le star del film che avevano contrastato le sue opinioni, perché secondo lei si sarebbero “accontentate di un movimento intenzionato a erodere i diritti duramente conquistati dalle donne”. Nell'attuale post X, ha poi proseguito: “Tuttavia, Emma e Dan in particolare hanno entrambi chiarito negli ultimi anni che ritengono che la nostra ex associazione professionale dia loro un diritto particolare – anzi, un obbligo – di criticare me e le mie opinioni in pubblico. Anni dopo aver finito di recitare in Potter, continuano ad assumere il ruolo di portavoce de facto del mondo che ho creato”.

J.K. ROWLING: "VIOLAZIONE DEI DIRITTI DELLE DONNE PER DONNE E RAGAZZE PRIVE DEI PRIVILEGI DI EMMA WATSON"

In una recente puntata del podcast On Purpose With Jay Shetty, Watson aveva dichiarato di apprezzare l’esperienza lavorativa con J.K. Rowling nei film di Harry Potter, pur senza condividere le opinioni della scrittrice sulla comunità trans. “Non credo davvero che, avendo avuto quell’esperienza e avendo l’amore, il supporto e le opinioni che ho, non possa e non debba apprezzare Jo e la persona con la quale ho avuto esperienze personali. Non crederò mai che l’una neghi l’altra e che la mia esperienza con quella persona non possa conservarla e apprezzarla”. Come si legge nel post su X di Rowling, però, una volta “Emma ha chiesto a qualcuno di consegnarmi un biglietto scritto a mano da lei, che conteneva la frase “Mi dispiace tanto per quello che stai passando” (ha il mio numero di telefono). Questo è accaduto quando le minacce di morte, stupro e tortura contro di me erano al culmine, in un periodo nel quale le mie misure di sicurezza personali avevano dovuto essere notevolmente rafforzate ed ero costantemente preoccupata per la sicurezza della mia famiglia. Emma aveva appena gettato pubblicamente altra benzina sul fuoco, eppure pensava che una sola riga di preoccupazione da parte sua mi avrebbe rassicurata della sua fondamentale comprensione e gentilezza”. Da lì l’accusa all’attrice di privilegio e ignoranza. “Non avrà mai bisogno di un rifugio per senzatetto. Non verrà mai messa in un reparto misto di un ospedale pubblico”, ha scritto l’autrice. “Il suo “bagno pubblico” è singolo e ha un addetto alla sicurezza fuori dalla porta. Ha dovuto spogliarsi in uno spogliatoio misto in una piscina comunale? È mai probabile che abbia bisogno di un centro antiviolenza statale che si rifiuta di garantire un servizio riservato esclusivamente alle donne? Di ritrovarsi a condividere una cella con uno stupratore maschio identificato nel carcere femminile?”. E ancora: “Non ero multimilionaria a quattordici anni. Ho vissuto in povertà mentre scrivevo il libro che ha reso famosa Emma. Capisco quindi per esperienza personale cosa significhi per le donne e per le ragazze prive dei suoi privilegi la violazione dei diritti delle donne alla quale Emma ha partecipato con tanto entusiasmo. L'ironia più grande è che, se Emma non avesse deciso nella sua ultima intervista di dichiarare di amarmi e di apprezzarmi – un cambio di rotta che sospetto abbia adottato perché si è resa conto che condannarmi a gran voce non è più così di moda – forse non sarei mai stata così onesta”. Nell’intervista a Jay Shetty, tuttavia, Watson aveva espresso un’apertura al dialogo con Rowling: “Ci credo fermamente”.

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